Il 1° settembre del 1969, l’allora ventisettenne Mu’ammar Gheddafi guidò il colpo di stato che determinò la caduta della monarchia in Libia. Re Idris I intendeva abdicare a favore del nipote Hasan. Quest’ultimo fu però arrestato e costretto ad abdicare a sua volta. Gheddafi salì al potere.
Nella prima parte del governo, sono presenti le ideologie del panarabismo (il cui scopo più importante è la visibilità mondiale) e della socialdemocrazia. Nel 1976, egli pubblicò il suo Libro verde, un chiaro riferimento al Libretto rosso di Mao Tse – tung. Nel Libro erano esposte le idee politiche e filosofiche del capo di Stato.
Gheddafi riuscì a far chiudere le basi militari statunitensi e inglesi. Inoltre, furono espropriati tutti i beni della comunità italiana e di quella ebraica, con la conseguente espulsione delle due comunità dalla Libia. Negli anni Ottanta, egli fu accusato di aver organizzato gli attentati in Francia, Sicilia e Scozia. Egli aveva infatti sostenuto gruppi terroristi, come ad esempio l’IRA.
La seconda parte del governo Gheddafi presenta un notevole cambiamento nella politica estera, che vede il capo di Stato libico dirimere le controversie tra l’Etiopia e l’Eritrea. Egli decise di far costruire il Grande fiume artificiale, un acquedotto che prende acqua dolce dal Sahara e la trasporta nelle città costiere della Libia.
Tra il febbraio e l’ottobre del 2011, ebbe luogo la prima guerra civile libica tra i lealisti di Gheddafi e i rivoltosi. Il conflitto era dovuto principalmente ad un profondo desiderio di cambiare la situazione politica del Paese, da più di quarant’anni in balìa della dittatura. Alla fine i membri del CNT (Consiglio nazionale di transizione) riuscirono a catturare Gheddafi e ad ucciderlo immediatamente.
Poco tempo dopo la morte di Gheddafi, fu insinuato il sospetto che ad ucciderlo non furono i ribelli del CNT, bensì un infiltrato dei servizi segreti francesi. Secondo questa teoria, egli sarebbe stato ucciso per non far sapere dei suoi rapporti con l’allora presidente francese Sarkozy, né delle grandi somme di denaro versate per le campagne elettorali.
Veronica Suaria