Le regioni a sud del Sahara e il nord Africa sono alcune delle aree più colpite dalla siccità estrema, un fenomeno in peggioramento che inasprisce inesorabilmente le condizioni di vita dell’85% della popolazione mondiale che vive in aree aride o semi aride.
Il Marocco sta affrontando in questi anni un aggravarsi delle problematiche legate alla mancanza di acqua dolce e acqua potabile. Anche sull’altra sponda del Mediterraneo i paesi del sud Europa come Italia, Spagna, Grecia e Portogallo affrontano periodi sempre più prolungati di stress idrico. Queste problematiche sono state recentemente portate all’attenzione dell’Unione Europea dalle rivendicazioni del Movimento dei trattori, che ha portato la sua protesta fin sotto il Parlamento Europeo a Bruxelles.
Il Word Resources Institute ha indicato che nel 2040 il Marocco avrà raggiunto un livello di stress idrico estremamente elevato. Nel periodo settembre 2023 gennaio 2024 si è registrato un meno 70% di precipitazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, condizione che ha riacceso i riflettori sull’ emergenza idrica in Marocco, che ha da tempo assunto la portata di crisi permanente e che non può piu essere ignorata.
La popolazione marocchina è in costate aumento, se nel 1960 si stimavano 12 milioni di abitanti oggi il conto supera quota 37 milioni. Il prodotto interno lordo generato dal settore agricolo in Marocco si attesta al 13% nel 2023, percentuale consistente, frutto di un’intensa attiva che richiede l’utilizzo di ingenti risorse idriche e che contribuisce attivamente allo sviluppo e al progresso del paese, andamento che rischia di essere compromesso dalla siccità.
La FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) stima a 108 miliardi di dollari i danni causati dagli eventi climatici estremi nei paesi in via di sviluppo, di cui il 37% sono dovuti alla siccità. In paesi come il Marocco questa percentuale risulta ancora più determinante.
Le contromisure implementate dal governo per combattere l’emergenza idrica in Marocco
Alcune misure di emergenza sono già state implementate dal ministro per le attrezzature e per l’acqua, Nizar Baraka, come la chiusura degli Hammam pubblici in tutto il Marocco (i tradizionali bagni di vapore) dal lunedì al mercoledì e il divieto di lavare le strade o irrigare i parchi con acqua potabile. Il ministro in un intervento in parlamento nel maggio 2023 ha dichiarato: “nel 2050 il paese potrà far conto sul 30% in meno di riserve d’acqua rispetto ad oggi” sottolineando la necessità di misure strutturali per arginare il problema, oltre che la necessità di tessere una “idro-diplomazia” coi paesi confinanti per combattere la siccità.
Il Marocco intende quindi muoversi su diversi fronti e tali iniziative possono essere anche un’occasione di crescita economica e di investimenti. Il paese conta 152 grandi dighe 136 di piccole dimensioni con una capacità di stoccaggio pari a 19 bilioni di metri cubi d’acqua, altre 16 sono in costruzione e dovrebbero contribuire ad ulteriori 4.8 bilioni di metri cubi di capacità di stoccaggio. La costruzione di dighe sarà affiancata da quella di impianti per la desalinizzazione delle acque di mare, il più grande dei quali sarà completato nel 2027 a Casablanca.
Il ministro Baraka ha più volte sottolineato che per contrastare l’emergenza idrica in Marocco serve sviluppare procedimenti per migliorare l’utilizzo e lo stoccaggio di risorse idriche così come di interventi di manutenzione per ridurre le perdite e arginare l’emergenza idrica in Marocco
La desertificazione di sempre più estese aree del mondo è un fenomeno che si lega al surriscaldamento globale ed è quindi accelerato dalle attività umane inquinanti. Un problema che riguarda tutti, sempre più persone si trovano a dover migrare a causa dell’impossibilità di vivere in quelle aree dove le loro comunità erano da secoli stanziate. Le migrazioni causate dagli effetti del cambiamento climatico sono quindi destinate ad aumentare nei prossimi decenni e coinvolgeranno la maggioranza dei paesi del mondo.
Le Nazioni Unite hanno istituito nel 1993 la Gionata Mondiale dell’Acqua, che si celebra ogni anno il 22 marzo, la speranza è che sempre più realtà intergovernative, coadiuvate dall’impegno di tutti nel preservare una risorsa indispensabile quale è l’acqua possa prevenire gli effetti apocalittici legati alla sua mancanza.