L’Unione europea ha pubblicato il report del 2024 per la parità di genere. Seguendo i punti della strategia per la parità di genere 2020-2025, tanti sono i traguardi raggiunti: norme sulla parità di trattamento, gender mainstreaming, promozione della condizione della donna; ma il lavoro da fare per raggiungere il completamento della parità di genere è ancora lungo.
Obiettivi per la parità di genere
Un’Europa garante della parità di genere, luogo di accoglienza per uomini, donne, ragazze e ragazzi con pari opportunità di realizzazione e liberi di perseguire le proprie scelte di vita, questa è l’idea dell’Europa del 2025.
Gli obiettivi principali della strategia per la parità di genere 2020-2025 sono: contro la violenza di genere, combattere gli stereotipi di genere, colmare il divario nel mercato del lavoro, raggiungere parità di carriera, salario e pensione.
Parità di genere sul salario e trasparenza retributiva
La strategia per la parità di genere segue due approcci: da una parte l’inserimento del concetto di genere in tutte le politiche e amministrazioni; dall’altra la creazione di interventi legislativi mirati all’abbattimento delle barriere di genere.
Il 4 marzo 2021 la Commissione ha proposto delle misure per la trasparenza retributiva. Secondo l’articolo 157 del TFUE, i paesi dell’Unione Europea devono eliminare le discriminazioni di genere sugli aspetti retributivi.
In aggiunta, Ursula von der Leyen si è impegnata per ottenere la trasparenza retributiva, in quanto troppo spesso le donne non sono a conoscenza degli stipendi dei colleghi uomini. La proposta del 2021 si basa sul già citato articolo 157, paragrafo 3:
«parità di opportunità e parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, compreso il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore».
Il 15 dicembre 2022 il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo politico in merito alla trasparenza retributiva: le imprese sono tenute a fornire informazioni sulle retribuzioni e il divario di genere non deve superare il 5%.
Violenza di genere e violenza domestica
Da giugno 2023, l’Unione Europea ha piena adesione alla Convenzione di Istanbul, seguendo gli obiettivi, sono state così proposte delle misure per la tutela della violenza di genere.
Bisogna garantire maggiori tutele sia per la violenza domestica, sia per la violenza online. Spesso, si verificano entrambi i tipi di violenza di genere.
Questo è un tema molto caldo, tanti sono i progressi fatti ma non sono abbastanza. Dall’8 febbraio al 10 maggio 2021 sul sito internet della Commissione, sono state pubblicate varie domande al pubblico riguardo vari aspetti della prevenzione e i risultati sono stati chiari: migliorare l’informazione riguardo la violenza di genere, migliorare le normative e l’assistenza alle vittime.
Sono stati emanati una serie di provvedimenti volti a tutelare la violenza di genere, domestica e online.
Parità di genere politica
Ci sono voluti 10 anni di negoziati per ottenere un equilibrio di genere nelle posizioni decisionali delle principali società europee.
Il 22 novembre 2022 è stata adottata la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione.
Nel 2024 sono il 48.7% le donne che occupano posizioni dirigenziali, nonostante questo le donne non sono ancora sufficientemente rappresentate sulla scena politica.
Soltanto 6 paesi dell’Unione Europea hanno raggiunto un equilibrio di genere superiore al 40%, inoltre solo 5 Paesi membri sono guidati da donne, tra questi l’Italia.
L’attuale Commissione Europea è la più equilibrata dal punto di vista della parità di genere, il collegio, infatti, è composto da 13 donne e 14 uomini, con un presidente donna.
Verso un obiettivo concreto
L’8 marzo 2023 è stata avviata una campagna generale per abbattere gli stereotipi di genere. L’obiettivo, entro il 2025, è quello di combattere i luoghi comuni che interessano uomini e donne in vari aspetti della loro vita, tra questi le scelte professionali e assistenziali.
Meno violenza di genere, benefici per tutti
Secondo il rapporto per l’uguaglianza e parità di genere del 2023, l’Italia si posiziona al 13° posto nell’Unione Europea. Dal 2010 c’è stato un aumento di 15 punti, il più significativo tra gli Stati membri.
L’Italia deve migliorare sotto l’aspetto della parità di genere sul lavoro, se questo dato dovesse migliorare si stima che entro il 2050 il tasso di occupazione può arrivare all’80%.
Il miglioramento delle condizioni lavorative, sotto l’aspetto dell’uguaglianza di genere, porterà a un amento del PIL pro capite di 6,1-9,6%, pari a 1,95-3,15 trilioni di euro. Si stima che già nel 2030 ci sarà un aumento del 2%.
In conclusione, l’anno prossimo avremo l’ultimo report della strategia sulla parità di genere 2020-2025. Probabilmente, non tutti gli obiettivi saranno raggiunti e il lavoro da fare è ancora molto lungo. La ricandidatura della presidente Ursula von der Leyen può darci la speranza che il progetto per la parità di genere possa continuare.
Eleonora Scrascia