Nel periodo compreso tra il 9 e il 12 marzo, città italiane di ogni angolo della penisola sono diventate il palcoscenico di un’imponente protesta contro le proposte di riforma del nuovo codice della strada di Matteo Salvini, recentemente esaminate e approvate dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. L’iniziativa è stata lanciata dalla piattaforma “Citta30Subito,” sostenuta da diverse associazioni ambientaliste di rilievo, tra cui Legambiente, Kyoto Club, ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Queste riforme hanno scatenato un acceso dibattito, dando vita a manifestazioni di protesta fisiche e digitali che hanno coinvolto attivisti e cittadini in tutta la nazione.
Le proposte di modifica al codice della strada, presentate dalla Commissione Trasporti, affrontano diverse tematiche, dall’uso del telefono durante la guida all’incremento delle sanzioni per gli infrazioni legate alla sicurezza stradale. Le contestazioni da parte della piattaforma #Citta30Subito definiscono sarcasticamente le nuove disposizioni come un “nuovo codice della strage” sollevando preoccupazioni sulla reale efficacia di tali misure e focalizzandosi sull’ignorare, secondo loro, la cruciale questione della velocità.
Mobilitazione nazionale contro il nuovo codice della strada: “#Citta30Subito”
Da metà marzo, più di quaranta città italiane sono state il teatro di una vasta protesta contro le proposte di modifica al nuovo codice della strada, proposte dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini e valutate e approvate dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Questa iniziativa è stata scatenata dalla piattaforma conosciuta come “#Citta30Subito,” sostenuta da varie associazioni ambientaliste. Le dimostrazioni hanno coinvolto numerosi partecipanti sia fisicamente che attraverso azioni di protesta digitale, come il “mail bombing,” consistente nell’invio massiccio di e-mail ai parlamentari chiamati a votare le riforme, con un conteggio di circa 6.000 e-mail ricevute entro l’8 marzo.
La protesta contro questo nuovo codice è stata presa in mano dai ciclisti e dai pedoni, le principali vittime della strada. Tante sono state le città d’Italia invorticate in questa protesta collettiva, da Milano a Roma, da Firenze a Napoli fino a Cagliari. Le azioni hanno consistito in catene umane oppure blocchi delle strade: i protestanti infatti si sono organizzati per distendersi o sedersi sulle strisce pedonali in mezzo alle strade delle città.
Le proposte di modifica del nuovo codice della strada e la reazione dell’opinione pubblica
La Commissione Trasporti ha esaminato ben 770 proposte di emendamento al nuovo codice della strada, approvate il 21 febbraio, che seguono le modifiche al codice della strada approvate dal Parlamento lo scorso settembre. Le nuove norme prevedono un aumento delle sanzioni per chi usa il telefono mentre guida, con l’introduzione della sospensione breve della patente da 10 giorni per coloro che detengono dai 20 ai 10 punti sulla patente e da 15 giorni per coloro che ne detengono meno di 10. Altre misure riguardano il divieto di trasporto di passeggeri per i titolari di foglio rosa per patenti relative a motocicli, l’aumento del limite di cilindrata per i neopatentati, e l’accesso alle patenti per professionisti esteso fino ai diciottenni.
Le azioni sulla sicurezza stradale coinvolgono anche gli autovelox, che dovrebbero essere sottoposti a verifiche periodiche per garantirne la funzionalità. Nel caso in cui si ricevano più multe per autovelox nello stesso tratto stradale entro un’ora, di competenza dello stesso ente, verrebbe introdotta una norma che prevede il pagamento di una sola sanzione. Altre modifiche riguardano l’apertura di autostrade e strade extraurbane ai motocicli con cilindrata non inferiore a 120cc se guidati da maggiorenni, l’inasprimento delle pene per omicidi stradali e abbandono di animali, l’ampliamento delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) fuori dai centri urbani e il riconoscimento dello status di utente vulnerabile della strada ai motociclisti.
Critiche al progetto di Matteo Salvini: Il “Codice della Strage”
Nonostante molti emendamenti siano mirati a questioni di sicurezza stradale, i movimenti della piattaforma #Citta30Subito hanno sarcasticamente definito le modifiche come un “nuovo codice della strage.” Secondo i promotori, le nuove proposte affrontano solo parzialmente e superficialmente i veri problemi legati alla sicurezza stradale, trascurando la questione della velocità.
Flash mob, presidi e manifestazioni sono state organizzate in numerose città italiane per denunciare le cosiddette “misure vetrina,” con eventi che hanno coinvolto la partecipazione di molti cittadini. Diverse città, tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze, e altre, sono state teatro di proteste simboliche e manifestazioni contro il cosiddetto “codice della strage”.
Come hanno sostenuto i manifestanti in piazza, il nuovo codice della strada aumenta comunque la presenza di automobili e camion sulle strade, in particolare quelle cittadine; L’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea in cui il tasso di mortalità per strada è il più alto: i dati sottolineano che ci siano state più di 3.000 vittime ogni anno, non considerando le persone solamente ferite.
Discussioni parlamentari e critiche internazionali
Nella discussione alla Camera sulla riforma del nuovo Codice della Strada, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è stato al centro delle critiche. Le modifiche proposte, che sono ora in fase di votazione finale alla Camera prima di passare al Senato, sono state fortemente criticate da diverse organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti.
Queste organizzazioni esprimono preoccupazione per la direzione assunta dal nuovo Codice della Strada italiano, sottolineando la potenziale riduzione dei controlli e delle sanzioni per i veicoli a motore, a scapito degli utenti più vulnerabili come pedoni, ciclisti e persone con disabilità. La discussione sull’approvazione del disegno di legge continua, con diverse organizzazioni e gruppi che si mobilitano per far sentire la propria voce contro le proposte di modifica al codice della strada.