La missione Exomars è ormai arrivata alle porte di Marte, domenica alle 17:20 (ora di Greenwich) la nave spaziale si è divisa in due come previsto, ora lo Schiapparelli lander e la sonda TGO (Trace Gas Orbiter) seguiranno destini diversi, mercoledì (domani) il lander andrà ad impattare sul pianeta, mentre la TGO entrerà in orbita.
Esplorazione di Marte: collaborazione Europa-Russia
In questi tempi di crescenti tensioni tra Russia ed Europa Occidentale la missione Exomars che è una collaborazione tra l’ESA (l’agenzia spaziale europea) e la Roscosmos (agenzia spaziale Russa) ai più ottimisti potrà sembrare una speranza, chi ottimista non è si chiede se è possibile che questa collaborazione non sia messa a rischio.
Anche perché la missione Exomars è un passo di un percorso più grande, le due agenzie spaziali contano di far atterrare un rover su Marte nel 2020, buona parte dei compiti dello Schiapparelli lander e della TGO sono preparatori per le future missioni.
Obiettivi della missione Exomars
Innanzitutto Exomars è il nome complessivo della missione congiunta Russia Europa che si articola in due passi, uno è quello che sta entrando nella fase più delicata, l’altro è la discesa del rover nel 2020. Lo scopo scientifico della missione è rispondere alla domanda se su Marte ci sia mai stata vita, exo viene infatti da exobiology (esobiologia).
Schiapparelli lander e TGO hanno sia compiti di indagine scientifica di Marte che preparatori per l’arrivo del rover, in particolare il lander è considerato dall’ESA un modulo dimostrativo e il suo scopo è essenzialmente testare il terreno di atterraggio previsto per il rover, che è un sito denominato Meridiani Planum, luogo scelto per via della sua bassa altitudine il che significa che la rarefatta atmosfera marziana è più spessa in quel punto e questo aiuterà il modulo a rallentare.
Per quel che riguarda il TGO anche la sonda che entrerà in orbita avrà un importante ruolo per la missione futura, perché fungerà da ponte radio, ma il suo compito primario è, come il nome completo suggerisce, investigare i gas che costituiscono meno dell’1% dell’atmosfera marziana (tracce appunto) e in particolare in accordo con lo scopo primario della missione, tracciare il metano, infatti la presenza di metano nell’atmosfera di Marte è un po’ un mistero, perché sulla Terra essenzialmente il metano è risultato di processi biologici. Conosciamo anche dei processi geologici che sviluppano metano, in particolare la serpentinizzazione, se fosse questo il caso vorrebbe dire che contrariamente a quanto pensavamo Marte nelle sue profondità è ancora geologicamente attivo e come risultato sarebbe interessante quasi quanto scoprire che il metano fu originato da processi biologici.
Ora tutti col fiato sospeso fino a mercoledì, e speriamo bene perché come la scienziata dell’ESA Francesca Ferri ricorda anche se le ultime missioni sono state un successo il computo globale delle missioni verso Marte parla di un 50% di fallimenti e le fasi di atterraggio o di entrata in orbita sono ovviamente le più delicate. Domenica c’è stato un piccolo momentaneo intoppo, al momento della separazione (o meglio circa 10 minuti dopo perché questo è il tempo che un segnale radio viaggiando alla velocità della luce di mette a percorrere la attuale distanza tra terra e Marte) da TGO è arrivato solo un segnale di conferma ma non i dati di volo che sono arrivati ore dopo, gli scienziati per ora non sanno la causa e stanno investigando, ripeto: speriamo bene!
Roberto Todini