Grazie, oh Natura, per avermi creata donna! Perché essendo donna posso andare dove mi pare, senza badare all’ora in cui sto uscendo né al quartiere in cui mi sto recando; perché posso essere accogliente, simpatica e comportarmi liberamente anche con gli uomini; perché posso scegliere il mestiere che sento mio, fatto proprio per me ed indossarne tranquillamente gli abiti: la tuta da benzinaia, il camice da infermiera, il gilet da barista, la divisa da controllora, senza essere, in nessun modo, importunata… oh sì, essere donna, in fondo, è semplicissimo!
Bene. Questa è l’introduzione di un libro che, probabilmente, non scriverò mai. O almeno, non ora.
Non fin quando un’hostess sarà costretta a far scendere un passeggero dall’aereo dopo aver udito dei suoi commenti inopportuni e sessisti; non fin quando al richiamo offeso dell’hostess seguirà la risata e la superficialità dell’uomo; non fin quando da parte dell’uomo ci sarà la convinzione di non aver detto o fatto nulla di male e, addirittura, il suo lamentarsi per un atteggiamento “esagerato” da parte della donna e dell’intero equipaggio che lo hanno invitato a scendere dall’aereo. Non fin quando avverranno episodi di questo genere come è successo a bordo di un volo della Alaska Airlines, il 9 ottobre scorso.
Ecco. Queste sono le reali storie da cui si può trarre ispirazione, questo accade, per strada, in mare e in cielo. A questo, in quanto donne, si è chiamate ad abituarsi. Perché è sempre stato così e perché… quanta strada c’è ancora da fare. Prima di essere rispettate come donne e come professioniste, senza riferimenti sessisti e maliziosi. Quanta strada c’è ancora da fare prima che gli uomini capiscano che non tutto ciò che pensano o che vogliono, è corretto dire o chiedere. Quanta strada c’è ancora da fare prima che una donna possa scegliere il mestiere che rispecchia la sua personalità, senza essere chiamata a dar conto ad una società che nulla o poco vede oltre la sua anatomia femminile.
E quanta strada c’è ancora da fare prima che le parole con cui è iniziato questo articolo corrispondano alla realtà.
Deborah Biasco