In Italia, 3milioni e 600milia persone soffrono di disturbi alimentari. Nonostante questo però, il Governo ha deciso di tagliare i fondi, già pochi, destinati per le cure di coloro che vedono il cibo come un acerrimo nemico. Quindi, chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA), non può rivolgersi alla sanità italiana
I disturbi alimentari, come il cibo diventa nemico
In Italia sono circa 4 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari e, in molti casi, essi portano alla morte. Da un semplice “voglio dimagrire” o, da un commento di troppo, il meccanismo che si innesta nella testa di coloro che soffrono di DCA è davvero allucinante e, molto spesso, è difficile uscire da quel circolo vizioso.
Chiamati disturbi e considerati come “malattie di serie B”, si distinguono in:
- anoressia;
- bulimia;
- binge eating;
- vigoressia;
e un’infinità di altre patologie legate ai DCA. Chi soffre di disturbi alimentari, non soffre solo il problema con il cibo ma, solitamente chi si ammala è perché soffre di problemi legati alla psiche che sfociano poi in disturbi alimentari, cominciando a vedere il cibo come un acerrimo nemico e, anche il proprio corpo.
Il cibo è da sempre fonte di salvezza, energia, convivialità e negarselo è frutto di un vero e proprio “non amore” per se stessi. Secondo i dati del Ministero della Sanità, negli ultimi 4 anni i casi sono raddoppiati, soprattutto durante la pandemia da Covid-19, i casi sono aumentanti esponenzialmente. Nonostante questo però, il Governo italiano continua a sottovalutare i disturbi alimentari, considerandoli come malattie per cui non vale la pena investire per delle cure.
Secondo quanto detto da “Fanpage”, per accedere ai pochi posti di cura nelle strutture dedicate ai DCA ci sono lunghissime liste di attesa, rendendo così impossibile, per chi è in grave stato, di essere curato.
Il Governo taglia i fondi destinati alla cura di coloro che soffrono di DCA
Grazie alla lotta di associazioni e attivisti, alla fine del 2021, erano stati ottenuti lo stanziamento di 25 milioni per il contrasto ai disturbi alimentari e, i DCA erano stati considerati come malattie a sé stanti. L’ultima manovra del Governo però, non ha rinnovato i fondi e “l’emendamento sui Lea”, livelli essenziali di assistenza, nonostante entrambe le Camere avevano approvato queste disposizioni. Ma d’altronde cosa ci si può aspettare da un Governo che ancora ad oggi non riconosce la gravità dei problemi mentali? Nulla, come il nulla che verrà sempre fatto.
Laura Della Ragione, direttrice della Rete Disturbi Alimentari Usl 1 e direttrice del Numero Verde Nazionale SOS Disturbi Alimentari della Presidenza del Consiglio e dell’Istituto Superiore di Sanità, ha detto a “Fanpage”che circa 22 mila pazienti in carico ai servizi istituiti grazie al fondo, resteranno senza assistenza, in balìa di qualcuno che si prenderà cura di loro, prima o poi.
Dietro a tutti questi numeri, non bisogna dimenticarsi che ci sono le storie di chi soffre e di chi, a causa di questa brutta malattia, ha perso dei cari. Una malattia che può sembrare invisibile o, secondo alcuni, un “capriccio”, risulta essere una vera e propria arma letale per colo che ne soffrono.
Il Governo ha deciso di tagliare i fondi però, di disturbi alimentari si muore e continuerà ad essere così se non verranno attuate le giuste misure. Il Rencam, registro nominativo delle cause di morte, solo nel 2023 ha registrato 3.780 decessi con diagnosi correlate ai DCA e, inoltre, per adolescenti e giovani donne queste patologie risultano essere, dopo gli incidenti stradali, le prime cause di morte.
Per il 19 Gennaio, in decine città d’Italia, saranno previste manifestazioni contro il provvedimento preso dal Governo e per chiedere l’inserimento dei disturbi alimentari, come categoria a sé stante, dotata di fondi strutturali nei Livelli essenziali di assistenza. Con la speranza che ci sia più gente possibile pronta a far sentire il proprio grido e a far in modo che qualcosa cambi perché, i disturbi alimentari non sono delle “malattie di serie-B” ma, essi sono dei veri e propri disturbi dai cui uscirne fuori e non cadere nel vortice della morte è davvero difficile, soprattutto se non c’è nessuno a darti una mano.