Il processo di adattamento culturale all’ambiente ha plasmato il nostro dominio sulla Terra, ma come influenzerà la nostra capacità di risolvere le crisi ambientali globali? Nel contesto del cambiamento climatico, emerge un’analisi profonda sulle implicazioni dell’evoluzione umana. Lo studio “Characteristic processes of human evolution caused the Anthropocene and may obstruct its global solutions” solleva domande cruciali sulla nostra capacità di affrontare le sfide ambientali globali.
Il progresso umano, plasmato dall’evoluzione attraverso secoli di adattamento culturale, potrebbe ora rivelarsi la nostra stessa trappola evolutiva nell’affrontare il cambiamento climatico. Uno studio innovativo condotto da Timothy Waring dell’Università del Maine, Zachary Wood del Colby College e Eörs Szathmáry dell’Eötvös Loránd Tudományegyetem, pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society B, suggerisce che le caratteristiche centrali dell’evoluzione umana potrebbero impedire alla nostra specie di risolvere le crisi ambientali globali. Dunque, potremmo non essere evolutivamente predisposti a gestire il cambiamento climatico.
Questa ricerca ci offre uno sguardo profondo sulle sfide che l’evoluzione umana presenta nel contesto dei problemi ambientali globali. Tre domande fondamentali guidano il progetto di ricerca: come l’evoluzione ha operato nel contesto delle risorse ambientali, in che modo ha contribuito alle crisi globali e quali limiti ambientali potrebbero modellare il nostro futuro?
Lo studio rivela che nel corso dei secoli, gli esseri umani hanno progressivamente intensificato l’utilizzo delle risorse, espandendo la propria influenza su nuovi territori. Questo modello, sebbene benefico in passato, oggi ci pone di fronte a sfide senza precedenti. Una riflessione sulla nostra storia evolutiva che richiede azioni concrete per garantire il nostro futuro.
Il biologo evoluzionistaTimothy Waring, esperto del Mitchell Center for Sustainability Solutions, evidenzia un paradosso interessante: l’evoluzione umana è guidata principalmente dal cambiamento culturale, più veloce dell’evoluzione genetica. Ha indagato su come l’adattamento culturale all’ambiente influenzi la nostra capacità di affrontare le crisi ambientali globali. Ciò che ha scoperto è sorprendente e, in molti modi, contro-intuitivo.
Questa accelerazione ha permesso la colonizzazione globale, ma oggi siamo di fronte a una nuova realtà. Abbiamo esaurito lo spazio e le risorse disponibili, e le nostre azioni, specialmente l’uso industriale dei combustibili fossili, stanno generando problemi ambientali globali che minacciano la nostra sicurezza e l’accesso alle risorse future.
Espansione umana: un modello di crescita insostenibile?
Analizzando l’evoluzione umana attraverso il prisma delle risorse ambientali, il team di ricerca ha scoperto modelli comuni che delineano una crescita insostenibile. Negli ultimi 100.000 anni, abbiamo intensificato l’uso di risorse con impatti ambientali sempre più gravi. L’uso industriale dei combustibili fossili, un adattamento culturale apparentemente vantaggioso, ha scatenato pericolose crisi ambientali globali, mettendo a rischio il nostro futuro e l’accesso alle risorse.
Lo studio di Waring ha affrontato tre domande fondamentali per comprendere meglio l’evoluzione umana in relazione alle risorse ambientali, alle crisi globali e ai limiti globali. Esaminando l’uso dell’ambiente da parte delle società umane nel corso della storia evolutiva, il team ha identificato modelli comuni: un aumento progressivo nell’uso di risorse, maggiore intensità e impatti ambientali su scala più ampia. Questa espansione è stata favorita dall’adattamento culturale all’ambiente, che ha portato all’accumulo di tratti culturali adattivi.
Waring evidenzia come l’evoluzione umana, guidata principalmente dal cambiamento culturale, abbia consentito la colonizzazione di ogni terra abitabile nel mondo. Tuttavia, questa espansione ha avuto successo grazie a risorse abbondanti e spazio illimitato, che oggi si sono esauriti. L’uso attuale dei combustibili fossili e l’espansione senza limiti stanno causando problemi ambientali globali che minacciano la sicurezza e l’accesso alle risorse future.
Sicché, questa espansione, guidata dall’adattamento culturale all’ambiente, ha raggiunto i suoi limiti con l’esaurimento delle risorse e lo sfruttamento massiccio dello spazio disponibile. La crescita demografica e l’accumulo accelerato di tratti culturali adattivi hanno fatto sì che l’umanità raggiungesse i limiti fisici della biosfera, esaurisse lo spazio disponibile e affrontasse gravi problemi ambientali globali.
Limiti ambientali globali: un richiamo urgente all’azione. Il dilemma delle soluzioni globali
La ricerca evidenzia due modelli chiave che possono guidare la comprensione di come sorgano sistemi umani sostenibili. In primo luogo, i sistemi sostenibili emergono quando i gruppi lottano per le proprie risorse o falliscono nel mantenerle. Ad esempio, solo dopo aver riconosciuto gli effetti dannosi delle emissioni industriali, gli Stati Uniti hanno regolamentato tali emissioni nel 1990.
In secondo luogo, i sistemi di protezione ambientale robusti si concentrano su problemi interni alle società esistenti, promuovendo la cooperazione regionale e l’evoluzione culturale a livello locale. Tuttavia, questa dinamica rappresenta una sfida considerevole nell’affrontare crisi globali come il cambiamento climatico, poiché richiede nuovi sistemi normativi, economici e sociali a livello mondiale, in contrasto con i limiti attuali dell’evoluzione umana.
Waring mette in luce la mancanza di una società globale coordinata che possa implementare tali sistemi su larga scala. Con solo gruppi sub-globali, la cooperazione potrebbe non essere sufficiente. Tuttavia, l’evoluzione culturale tra questi gruppi potrebbe persino accentuare la competizione per le risorse, ritardando l’azione sulle priorità condivise e portando a un possibile deperimento umano globale.
L’affrontare la crisi climatica richiederà nuovi approcci. La politica ambientale internazionale, come evidenziato dall’Accordo di Parigi, offre qualche speranza, ma Waring suggerisce la necessità di trattati di cooperazione più impegnativi e di nuovi meccanismi politici e regolamentari per adattarsi rapidamente ai rischi ambientali globali.
Il dilemma cruciale è che, in assenza di una società globale coordinata, l’evoluzione culturale tra i gruppi sub-globali potrebbe accentuare la competizione per le risorse, ritardando l’azione sulle priorità condivise e portando a un possibile deperimento umano globale.
Waring conclude sottolineando la necessità di riconsiderare e, in alcuni casi, riscrivere il nostro futuro evolutivo. La ricerca propone un approfondito studio applicato per comprendere meglio i fattori che guidano l’evoluzione culturale e trovare modi per mitigare la competizione ambientale globale.
La sfida è chiara: risolvere le sfide collettive globali richiede un cambio di rotta significativo. Se il nostro percorso evolutivo ci ostacola invece di aiutarci, è cruciale rivedere le fondamenta del nostro adattamento culturale all’ambiente. La ricerca di Waring offre un’opportunità unica per plasmare una risposta globale al cambiamento climatico e assicurare la nostra sopravvivenza su un pianeta con risorse limitate.
La crescita della politica ambientale internazionale offre una luce di speranza. Il protocollo di Montreal e altre iniziative dimostrano che la cooperazione globale è possibile, anche se difficile. In sintesi, il nostro percorso evolutivo attuale potrebbe costituire una sfida alla risoluzione del cambiamento climatico, richiedendo un riesame critico delle nostre strategie di adattamento culturale nell’Antropocene.
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