Venerdì 14 ottobre 2016, vicino all’ospedale Laborisière di Parigi, sarà inaugurata la prima “narcosala” della città. Chiamata anche “shooting room”, è una stanza in cui i tossicodipendenti parigini potranno consumare droghe.
La droga è diventata, con il passare degli anni, un’autentica piaga sociale. Le cause della tossicodipendenza sono molteplici, dall’illusoria speranza di “anestetizzare” problemi personali, al puro e semplice divertimento. Ebbene sì: le storie di molti tossicodipendenti iniziano con un “Ma sì, provo solo una volta e poi basta!”
Ed è così che si innesca la pericolosissima dipendenza fisica e psicologica. Negli ultimi anni, è stata introdotta l’iniziativa della “narcosala”. Hanno già aderito Paesi come Spagna, Olanda, Svizzera e Norvegia. Qual è lo scopo della “shooting room”? Essa vorrebbe garantire ai tossicodipendenti un’alternativa alla strada. Insomma, un luogo sicuro in cui assumere droghe in ottime condizioni di igiene.
In queste stanze, sarà possibile iniettarsi la droga sotto supervisione medica. Paradossale, vero? Molti cittadini, infatti, hanno reagito con indignazione all’iniziativa, in quanto l’hanno vista come un modo per legittimare l’uso di sostanze stupefacenti. La droga dovrebbe essere un “bubbone” da estirpare, e non da assecondare.
Non bisogna credere, però, che la “narcosala” sia un luogo esule da ogni regola. Assolutamente no. Anche per l’assunzione di droge ci sono regole ben precise. Innanzitutto vi sono degli orari da rispettare: la sala è aperta dalle 13 e 30 alle 20 e 30. Inoltre, gli “utenti” dovranno essere maggiorenni e non dovranno essere più di cento. Possono entrare solo coloro che si sono procurati la droga da soli, e il materiale dev’essere sterile.
Dopo anni di polemiche, il governo ha dato l’autorizzazione per procedere. L’iniziativa è stata promossa dalla Mildt, ovvero la Missione Interministeriale di Lotta contro le Droghe e le Tossicomanie.
La prima “narcosala” di Parigi verrà inaugurata venerdì, dunque, e a Parigi sarà un fine settimana ricco di polemiche e proteste. L’intento è quello di togliere i tossicodipendenti dalla strada, tuttavia la questione non deve sfuggirci di mano. Non bisogna mai legittimare un problema terribile come la tossicodipendenza.
Veronica Suaria