Nella giornata di domenica, 17 dicembre, in Cile, gli elettori hanno votato per il referendum riguardante una nuova Costituzione in Cile, la quale avrebbe dovuto sostituire quella di Augusto Pinochet che ormai va avanti dal 1980. A trionfare è stato il No con più del 55% delle preferenze. Per la seconda volta, in due anni, i cileni hanno deciso di rifiutare una nuova Costituzione, rimanendo, così, al potere la Carta costituzionale emanata dal dittatore di destra Augusto Pinochet
Ennesimo referendum su una nuova Costituzione in Cile
Domenica 17 dicembre, si è tenuto un nuovo referendum in Cile per una nuova Costituzione volta a sostituire quella di Augusto Pinochet. L’esito non è stato positivo in quanto i cileni hanno votato, la maggior parte, per il no. Non è la prima volta che succede, e sembra proprio che gli elettori non ne vogliano sapere nulla di una nuova Costituzione in Cile.
Questa nuova Costituzione che è stata sottoposta a referendum, in realtà, non comportava un cambiamento radicale poiché riprende molti princìpi della Costituzione già esistente in senso ancora più conservatore e liberista.
La riforma della Costituzione in Cile è una questione ormai centrale per il Paese. Da anni si cerca di cambiare qualcosa ma, puntualmente, si rimane fermi sempre allo stesso punto. Nonostante nel 2019 ci furono numerose proteste sociali, a causa del carovita e della situazione politica in Cile, continua a non cambiare nulla.
Da quelle proteste, nacque una nuova classe dirigente giovane e di sinistra, la quale portò all’elezione di Gabriel Boric nel 2021 ma, purtroppo, la sua carta costituzionale non è mai stata approvata. ll fallimento del presidente Gabriel Boric ha sottolineato come i cileni non vogliano accettare il cambiamento e come non vogliano uscire da un’ideologia molto conservatrice che, negli anni, non sembra aver portato alcun beneficio al Paese.
Perché il nuovo testo non ha avuto un esito positivo al referendum su una nuova Costituzione in Cile?
Il nuovo testo, risultato di otto mesi di emendamenti, è visto negativamente dalla maggior parte dell’opinione pubblica cilena, poiché ritenuto problematico sotto vari punti di vista:
- peggiorativo dei diritti per le donne, alcuni articoli sembrano portare alla cancellazione del, già ridotto, diritto all’aborto;
- prevede una riduzione dei servizi sociali forniti dallo Stato;
- restrizioni sul diritto allo sciopero;
- facilità nell’espellere coloro che sono entrati illegalmente nel paese;
- un accentramento dei poteri sul presidente.
Quindi, il risultato è che la nuova Carta è ancor più conservatrice del testo che è oggi in vigore. Secondo alcuni cittadini, l’approvazione di questa nuova Costituzione in Cile, avrebbe portato ad accettare un testo:
“ancor più reazionario e liberticida rispetto alla Costituzione di Pinochet, che cancelli tutte le conquiste civili e i diritti acquisiti col ritorno alla democrazia.”
Nel caso in cui la nuova Costituzione sarebbe stata approvata, questo avrebbe comportato sicuramente una sconfitta per il Presidente ma, la vittoria del no è d’altro canto importante, in quanto, forse, potrà mettere fine ad un processo costituzionale che va avanti da circa quattro anni e crea instabilità al Paese e ai suoi cittadini.
Secondo l’ex presidente, Sebastian Piñera, le discussioni sulla nuova Costituzione non hanno fatto bene al Paese:
“Oggi il Cile sta peggio di due anni fa, è un Paese più diviso e più insicuro. Spero che la Costituzione che approveremo ci permetta di intraprendere la strada del dialogo perché il Cile non può continuare con questa incertezza che va avanti da quattro anni” ha concluso.
La Costituzione voluta da Pinochet resterà, quindi, in vigore. Queste continue campagne elettorali per una nuova Costituzione in Cile non hanno portato a nulla e sicuramente continuare ad eleggere una carta costituzionale così tanto conservatrice porterà solo a delle gravi conseguenze per l’intero Paese.