La Cedu condanna la Polonia poiché il Paese non riconosce legalmente le unioni tra persone dello stesso sesso. Secondo la sentenza emessa, Varsavia sta violando il diritto al rispetto della vita privata e familiare delle coppie omosessuali che vivono in una relazione stabile. Al momento, secondo quando detto dalla Corte europea dei diritti umani, queste persone non hanno la capacità di poter regolare aspetti importanti della loro vita insieme, come proprietà, mantenimento, tassazione ed eredità
Perché la Cedu condanna la Polonia?
La Cedu condanna la Polonia perché il Paese non ha alcuna forma di riconoscimento legale e protezione per le unioni tra persone dello stesso sesso. Secondo la Corte europea dei diritti umani, Varsavia sta violando il diritto al rispetto della vita privata e familiare delle coppie dello stesso sesso che hanno una relazione stabile.
Attualmente, spiega la Cedu:
queste persone non sono in grado di regolare aspetti fondamentali della loro vita insieme, come quelli riguardanti la proprietà, il mantenimento, la tassazione e l’eredità. Inoltre, nella maggior parte delle situazioni, la loro relazione non ha alcun peso nei rapporti con le autorità giudiziarie o amministrative.
Se oggi la Cedu condanna la Polonia è merito di cinque coppie omosessuali polacche, le quali hanno sporto denuncia, nel 2017 e nel 2018, sia al Tribunale costituzionale polacco che alla CEDU. Tutto nasce dal respingimento, da parte delle autorità, delle loro domande di matrimonio poiché, secondo la legge polacca, il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna. Infatti, facendo riferimento all’art.18 della costituzione polacca, esso recita:
“Il matrimonio come unione di un uomo e una donna, la famiglia, la maternità e la genitorialità sono posti sotto la protezione e la cura della Repubblica di Polonia”.
Dopo aver, per anni, continuato ad accantonare il problema, di recente, la Cedu si è pronunciata a favore delle coppie, le quali avevano sostenuto che erano stati violati i loro diritti previsti dagli articoli 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. I giudici della Cedu, analizzate le argomentazioni del governo polacco, hanno respinto le loro “giustificazioni”, tra cui quella secondo il quale il matrimonio tradizionale fa parte del patrimonio della Polonia e, hanno ritenuto che:
“lo Stato polacco non ha rispettato il suo dovere di garantire un quadro giuridico specifico che preveda il riconoscimento e la protezione delle unioni omosessuali”.
Cosa sostiene la Convenzione europea dei diritti umani?
Dziennik Lepianka, uno dei promotori del processo contro la Polonia, colui che, insieme al suo compagno e alle altre coppie omosessuali, ha portato il caso alla Cedu dopo aver fallito nel tentativo di far riconoscere legalmente le loro unioni in Polonia, si è espresso a riguardo:
“C’è voluto molto tempo, decisamente troppo tempo ma, finalmente ho qualche speranza in cambiamenti reali e davvero positivi.”
La CEDU, inoltre, ha osservato che il riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali non deve necessariamente assumere la forma del matrimonio e, ha anche respinto l’idea che il riconoscimento delle unioni omosessuali potrebbe danneggiare le famiglie costituite in modo tradizionale:
“garantire i diritti alle coppie dello stesso sesso non implica di per sé un indebolimento dei diritti garantiti ad altre persone o coppie di sesso opposto”, ha scritto la CEDU.
La Polonia, membro dell’UE, è stata a lungo accusata dai gruppi per i diritti umani di violare gli obblighi LGBTQ+ e i diritti delle donne. La Cedu condanna la Polonia, tutto ciò rappresenta una notizia importante per riuscire ad arrivare ad un punto di svolta e consentire agli omosessuali, da sempre sotto il mirino di tutti, di poter vivere il loro amore in totale libertà e di essere rispetti tali e quali alle altre coppie non omosessuali. Speriamo che questa condanna possa portare ad un risvolto positivo.
Ambra Vanella