Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol, ha realizzato il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni”, da cui emerge che dal 2010 ci sono stati quasi 700 allagamenti per pioggia in Italia, a cui si aggiungono 166 esondazioni fluviali e 86 frane. Dati che mostrano un’Italia fragile e impreparata di fronte alla crisi climatica.
I dati sugli allagamenti per pioggia in Italia
Il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvione” redatto da Legambiente, quest’anno dedica uno speciale proprio al tema degli allagamenti per pioggia in Italia, denunciando anche i tagli alle risorse destinate alla prevenzione del dissesto idrogeologico. I dati emersi ci mostrano un’Italia sempre più soggetta ad alluvioni e piogge intense, un’Italia fragile di fronte alla crisi climatica.
Oltre ai quasi 700 allagamenti per pioggia in Italia, si aggiungono anche 166 inondazioni fluviali e 86 frane. Le regioni più colpite dalle intense piogge sono: la Sicilia, con 86 casi, il Lazio, 72 casi, e l’Emilia-Romagna con 59 casi. Ad essere più sofferenti sono soprattutto le grandi città, come Roma, dove si sono verificati 49 allagamenti da piogge intense, Bari con 21, Agrigento con 15.
Sono dei numeri preoccupanti, tenendo conto che 1,3 milioni di persone in Italia vivono in aree a elevato rischio di frane e smottamenti e oltre 6,8 milioni sono a rischio medio o alto di alluvione.
Legambiente ricorda anche che dal punto di vista economico l’Italia ha speso, dal 2013 al 2023, oltre 13,8 miliardi di euro in fondi per la gestione delle emergenze meteo-climatiche, dato ricavato dalla Protezione civile. Eppure, il Governo Meloni nel Pnrr ha dimezzato le somme destinate a contrastare il dissesto idrogeologico, passando da 2,49 miliardi a 1,203 miliardi.
L’appello di Legambiente al Governo Meloni
Secondo Legambiente, la causa di questi numerosi allagamenti per pioggia in Italia è da riscontrare anche nell’assenza di una governance che tenga insieme conoscenza, pianificazione e controllo del territorio. Così, al Governo Meloni, lancia un appello per definire una nuova governance del territorio, tenendo conto di quattro priorità:
- Approvare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, individuando linee di finanziamento per attuare il Piano
- Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo che l’Italia aspetta da 11 anni
- Superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi e non risolutivi
- Costituire una regia unica per costruire protocolli di raccolta dati e modelli logico/previsionali che permettano di conoscere la tendenza delle precipitazioni e i loro impatti sul territorio, e anche rafforzare la collaborazione tra gli Enti
L’associazione, in occasione del report sugli allagamenti per pioggia in Italia e a pochi giorni dalla COP28 sul clima a Dubai, ricorda due pilastri fondamentali nella gestione del territorio, ovvero la convivenza con il rischio e la consapevolezza che un territorio fragile, come quello italiano, non ha bisogno di ulteriore cementificazione ed impermeabilizzazione, ma dell’esatto contrario, ovvero dell’adattamento.