Condannata Sepideh Rashno la scrittrice e attivista iraniana che ha rifiutato di indossare il velo.
Il 15 agosto il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha firmato il nuovo decreto per cui è stata condannata Sepideh Rashno. Il decreto ha la fuonzione di far rispettare la legge sull’obbligo di portare l’hijab e sulla castità. La nuova legge ha allungato il già ricco elenco di restrizioni per donne e ragazze limitando ulteriormente la loro libertà.
Sepideh Rashno è una scrittrice e attivista iraniana che si è opposta alle nuove misure del governo e che ora è vittima di esse. La donna è stata condannata a una pena detentiva di quattro anni e un mese con l’accusa di aver violato la legge sull’obbligo di portare il velo. In aggiunta alla pena detentiva la Rashno ha ricevuto ulteriori condanne accessorie che includono la chiusura del suo profilo Instagram e il divieto della durata di un anno di aprirne di nuovi. La donna, infatti, utilizzava i social per comunicare con i propri followers e sensibilizzare sulla situazione delle donne in Iran.
Ad incriminare Sepideh Rashno sarebbe stato un video che la ritraeva durante un litigio su un autobus con un’altra donna. Sepiedh si era rifiutata di indossare l’hijab e questo, oltre ad accedere l’ira dell’altra donna presente, è costato caro alla stessa attivista.
In seguito all’arresto la donna ha confessato i suoi crimini sui canali della Tv di stato. Durante il programma il suo aspetto ha preoccupato tutti e in particolare gli attivisti per i diritti umani. La Rashno questa volta è apparsa con il capo coperto dall’hijab. I suoi occhi erano circondati da cerchi neri tipici di chi non dorme da molto tempo o da chi ha addirittura subito percosse.
Per quanto il governo cerchi di nascondere la violenza fisica pare chiaro che la donna ne sia stata vittima. In seguito all’intervista è stata, infatti, portata in ospedale a causa di un’emorragia interna. Si aggiunge a questo la violenza psicologica di cui è testimone lo sguardo di Sepideh Rashno, tenuto quasi sempre verso il basso e l’impressione generale di muta arrendevolezza.
In Iran la situazione per le donne è sempre più difficile. Chi non rispetta le leggi perde le proprie libertà e talvolta anche il posto di lavoro. Seguono ripercussioni sia per le trasgressioni nella vita reale sia sui social network.
I media e le comunicazioni sono sotto il controllo del governo e se sei donna non ti puoi fidare di nessuno. Un giorno prendi l’autobus, e a causa della denuncia di uno sconosciuto il giorno dopo ti trovi privata delle tue libertà.