La sapete l’ultima?!!?
Quante volte vi è stata posta questa domanda o quante volte voi stessi, voi stesse, l’avete posta?! Prima di una barzelletta o di un aneddoto o di una particolare notizia…
Ad ogni modo, questa domanda introduce quasi sempre una risata. O comunque, una battuta ironica.
Bene. Sappiate che questa domanda, se posta e se seguita in modo appropriato, è segno di intelligenza. Proprio così! Da diverse ricerche è emerso che le persone ironiche sono più intelligenti delle persone che non lo sono.
Perché, effettivamente, il sarcasmo implica la capacità di scrutare, capire ed interpretare la realtà e le persone, coglierne vizi e virtù per poi decodificare il tutto. Uno sforzo mentale, una vera e propria ginnastica di neuroni i quali, non fermandosi alle apparenze, riescono a comprendere anche ciò che sfugge ad altri e ad altre. Le persone sarcastiche leggono tra le righe, ascoltano i silenzi e scavano nella sabbia: e trovano. Trovano da pensare, da riflettere, da smontare per poi rimontare. Ed è un lavoro che solo coloro che son dotati e dotate di intelligenza, possono compiere in modo rispettoso e sensato.
Il sarcasmo è in quella sottile, affilata ironia, in quelle battute pronunciate senza anticipazioni e senza troppi ragionamenti anche lì, davanti ad un bar, con una birra in mano, con una naturalezza che spiazza chi ascolta (e soprattutto chi ne è il destinatario o la destinataria) e che inevitabilmente lo/la porta a chiedersi: “Ma cosa voleva dire?”. Per questo motivo, le persone ironiche, sono quasi sempre circondate da amicizie capaci di capire e di accettare e di apprezzare quella sincerità che si veste di un mezzo sorriso. Solo mezzo, attenzione: perché l’altra metà è sempre celata, nascosta tra ciò che si è detto e ciò che si vuole sia colto. Le persone ironiche sono uno spasso perché richiedono una vera e propria capacità di lasciarsi andare ad una risata, perché necessitano di menti aperte ed allenate alla sublime arte dell’ermeneutica, e perché con loro non ci si stanca mai! Tutto acquista sempre un doppio, triplo e più, significato.
È come passeggiare per la prima volta all’interno di un bosco: non si sa cosa si incontrerà, cosa si troverà più in là, dopo, dietro l’albero. Per questo, è bene circondarsi di persone dotate di ironia; anche quella fredda ed appuntita va bene, purché sia pulita. D’altronde, chi comunica (per amore di farlo) lo sa benissimo che le parole devono corrispondere a verità e che “la verità è come i ferri chirurgici: fa male, ma guarisce”, diceva (e dice) Oriana Fallaci. Ora, l’ironia non dovrebbe neanche provocare dolore: una ragione in più per non temerla e per non sminuirla.
Ridere, saper ridere, voler ridere, è un modo di vivere e di essere e se la divertita risata o il complice sorriso, hanno il suono e il tratto del “l’hai-detto-senza-dirlo-ed-io-l’ho-sentito-senza-sentirlo”… diventano un modo empatico ed intelligente di entrare in relazione.
Fatevela, quindi, una risata! Soprattutto quando a suscitarla è una barzelletta, una battuta, un’allusione ironica, sarcastica. Anche sorella morte può far sorridere se la si lascia scherzare.
Scherzare sugli altri e sulle altre, ovviamente.
Deborah Biasco