Oggi è la giornata del Fertility Day promossa dal ministero della Salute per sensibilizzare sul tema della fertilità e i rischi della denatalità. Il problema di questa campagna, che potrebbe anche essere utile, sono gli argomenti e il modo di proporli del tutto sbagliati. Dopo il ritiro della prima campagna pubblicitaria considerata sessista il ministero è riuscito a farne anche una considerata razzista, anche questa ritirata, Era difficile fare peggio della prima ma forse ci sono riusciti.
La stupenda campagna per il Fertility Day uscita sul sito del ministero della Salute si intitola “Stili di vita per la prevenzione della sterilità e dell’infertilità”. L’immagine è divisa in due, sopra ci sono “Le buone abitudini da promuovere” con una stupenda foto di persone rigorosamente bianche con un soriso a 32 denti evidentemente presa da un archivio anni ottanta. La foto di sotto, anche questa uscita da quei favolosi anni, porta la scritta “I cattivi “compagni” da abbandonare”. I protagonisti di questa cattiveria sono persone di colore con capelli lunghi che fumano in un posto reso lugubre dall’effetto seppia. Insomma il messaggio è chiaro se sei bello e bianco sei ok, altrimenti se sei nero, rasta e fumi mi dispiace non sei buono. Come per la prima campagna anche con questa il mondo del web, e non solo, si è sbizzarrito con proteste giustissime e fotomontaggi che sono oggettivamente molto più belli dell’originale.
La ministra Lorenzin ha subito fatto sapere che la foto apparsa sul sito non era quella approvata dal Gabinetto. Inoltre dopo aver ritirato anche questa ha iniziato un provvedimento disciplinare nei confronti del responsabile della direzione della comunicazione istituzionale del ministero della Salute. Forse questo genio della pubblicità non potrà più sfornare capolavori degni di un museo, questo mi rattrista.
Forse la colpa di queste pubblicità per il Fertility day non è del ministero, ma loro hanno la colpa di aver redatto 137 pagine del “Piano nazionale per la fertilità”. Questo romanzo epico inizia dicendo che la denatalità mette a rischio il welfare, ma facendo uno studio non tanto approfondito chiunque si renderebbe conto che questa definizione è giusta solo se letta al contrario. Ma questo è solo l’inizio. Proseguendo nella lettura si nota che in pratica la colpa della denatalità va attribuita alle donne. Si proprio a coloro che dovrebbero essere mamme perché visto che hanno deciso di emanciparsi e di essere indipendenti mettono il lavoro davanti all’obbligo di avere un figlio, hanno deciso di prendere dei posti che sono prettamente maschili e quindi aumenta la denatalità. Ma il problema sta a monte, visto che il metodo di istruzione è cambiato e anche le donne hanno il diritto allo studio loro ne approfittano e poi di conseguenza vogliono lavorare, avanzare, ecc. ecc. Se le donne non studiassero il problema si risolverebbe. Abbiamo sbagliato tutto.
Dopo questa interessante lettuna mi sono accorto che le pubblicità per sponsorizzare un evento con queste basi era fatto a pennello. Il problema è che non si può fare una cosa giusta e bella per una cosa sbagliata e brutta. Fertility Day si può fare ancora peggio.