Gli oceani stanno cambiano colore da blu a verde. Questa è la novità degli effetti del cambiamento climatico.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, il colore blu dell’acqua degli oceani si sta tramutando lentamente in verde. Lo studio si chiama “Global climate-change trends detected in indicators of ocean ecology”, ed è stato effettuato da un team di ricercatori britannici e statunitensi di National Oceanography Centre UK, Oregon State University, University of Maine e Massachusetts Institute of Technology (MIT), ed afferma che
Negli ultimi 20 anni, il colore dell’oceano è cambiato in modo significativo e questa tendenza globale è probabilmente una conseguenza del cambiamento climatico indotto dall’uomo.
Una lunga ricerca
I risultati sono giunti al termine dell’analisi di immagini satellitari registrate dalla Nasa tra il 2002 e il 2022. Le fotografie rilasciate di recente dai satelliti della Nasa mostrano che più della metà degli oceani sulla Terra sono diventati verdi a causa del cambiamento climatico che sta sconvolgendo gli ecosistemi marini. Queste immagini dimostrano che tali cambiamenti sono il frutto quindi di ben 21 anni di monitoraggio con lo strumento Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer, posizionato a bordo del satellite.
In particolare, l’analisi è stata effettuata attraverso il satellite Modis-Aqua della Nasa. Questo ha evidenziato che il 56% degli oceani ha subito un cambiamento di colore dal blu al verde negli ultimi 20 anni. I satelliti, infatti, riescono a registrare il mix delle onde elettromagnetiche composte da diverse luci: blu, verde e rossa. Questa variazione cromatica è stata particolarmente evidente nelle aree tropicali vicino all’equatore.
Le cause della mutazione di colore
Dopo aver analizzato i dati della Nasa, BB Cael e i suoi colleghi del National Oceanography Centre di Southampton, nel Regno Unito, hanno concluso che la colorazione verde è un segno di “cambiamento dell’ecosistema” causato dal cambiamento climatico.
Il colore verde è cioè dato dalla presenza o meno del fitoplancton, un organismo fotosintetico che vive negli oceani nei primi 100 metri di profondità. Questo costituisce la maggior parte delle catene alimentari. Il fitoplancton sta infatti alla base della rete alimentare che supporta organismi di maggiori dimensioni come krill, pesci, uccelli marini e mammiferi marini.
Infatti, il colore dell’oceano deriva dai materiali nei suoi strati superiori. Ad esempio, un mare blu intenso avrebbe poca vita al suo interno, mentre il verde proverebbe la presenza di ecosistemi, basati sul fitoplancton e microbi simili a piante che contengono clorofilla.
Gli oceani tropicali vicino all’equatore sono diventati più verdi negli ultimi due decenni, riflettendo quindi cambiamenti nei loro ecosistemi.
Il fitoplancton, un microrganismo fondamentale
Non è chiaro esattamente come questi ecosistemi stiano cambiando, ha affermato la coautrice dello studio Stephanie Dutkiewicz, ricercatrice senior presso la Divisione di Scienze della Terra, Atmosferica e Planetaria del MIT e il Center for the Science of Global Change. Ciò che è chiaro è che qualsiasi cambiamento nel fitoplancton potrebbe rompere gli equilibri della catena alimentare.
Tutti i cambiamenti interrompono l’organizzazione naturale degli ecosistemi. Questa interruzione peggiorerà solo nel tempo se gli oceani continuano a riscaldarsi
ha detto alla CNN.
Il loro aumento o la loro scomparsa influenzerebbe anche la capacità dell’oceano di fungere da deposito di carbonio, ha affermato Dutkiewicz, poiché diversi plancton assorbono quantità diverse di carbonio.
Il dottor B. B. Cael, scienziato principale del gruppo Ocean BioGeosciences del NOC e autore principale dello studio, ha dichiarato, infine, nel comunicato stampa.
I dati satellitari che abbiamo studiato rivelano un cambiamento nel colore di un’enorme porzione di oceano, che rappresenta un’area più grande di tutte le terre emerse della Terra. Le simulazioni al computer che abbiamo studiato suggeriscono che questi cambiamenti di colore possono essere dovuti al cambiamento climatico. La speranza è che questo lavoro ispiri ulteriori ricerche sulle cause e sugli effetti di questi cambiamenti.