Il Bahja Pool Party a Limbiate si farà: l’evento muslim-friendly per sole donne avrà luogo, nonostante l’annullamento voluto dal partito di Matteo Salvini. Poche ore prima dell’annuncio, il vicepremier dichiara su instagram la propria ‘Vittoria!’ nella ‘battaglia di civiltà’ e di ‘buon senso’ contro la realizzazione dell’evento
Il Bahja Pool Party, contrariamente a ciò che scrive Matteo Salvini, è un evento privato per donne, tutte le donne, musulmane e non. Che sia un evento muslim-firendly purtroppo non è scontato. Infatti, spesso le donne musulmane vengono allontanate dalle piscine e sono oggetto degli sguardi curiosi di chi le circonda. Il party è quindi una possibilità di passare una giornata a proprio agio, con gli abiti che scelgono di indossare, lontane da un ambiente che le emargina perché di una cultura diversa. Un’opportunità per autodeterminarsi e rivendicare uno spazio comune a tutte le donne.
L’organizzazione del Bahja Pool Party è vista però come un attacco agli ‘ideali’ del Paese. Si tratta dell’ennesimo caso di strumentalizzazione mediatica, di un tentativo di trasformare un evento pacifico ed inclusivo in un episodio di isolamento culturale. Il tentativo è di chiara matrice islamofoba, come dimostra la sensazionale ed erronea affermazione che vorrebbe il Bahja Pool Party un evento per sole donne musulmane.
La polemica suscita la disapprovazione di molte attiviste ed influencer. La creator Marianna the Influenza, ad esempio, risponde all’accusa di presunta ghettizzazione. Afferma infatti che ‘la ghettizzazione è costrizione all’isolamento’ e che invece l’evento si propone come ‘soluzione valida alla mancanza di accessibilità alle piscine‘ che ‘non tengono conto delle varie soggettività’. Quindi non volontà di isolarsi, ma di fare comunità.
Nonostante l’annullamento promosso e ottenuto dalla Lega, l’evento è soltanto rimandato ad un’altra data e ad un altro luogo. E’ rilanciato con lo slogan ‘SI FARA’ in shaa Allah‘ ovvero ‘se Dio vuole’. Gli organizzatori accusano il partito di Matteo Salvini di ‘aver distolto l’opinione pubblica dai veri problemi del paese’. Inoltre rispondono con ironia alla polemica portata avanti dalla Lega, ringraziando per la visibilità ottenuta.
Ancora una volta, un partito di destra utilizza attraverso i media la dialettica della discriminazione delle minoranze, confermando che in Italia il razzismo è un problema ancora radicato. Lo fa scagliandosi i nome di ‘ideali’ in cui non ci rispecchiamo, attraverso informazioni fuorvianti che tendono a distorcere i fatti agli occhi delle masse. Lo fa per preservare un’idea di società retrograda in cui l’integrazione fra culture è ostacolata.
L’Italia non è più soltanto un paese cattolico e questo, più che costituire un problema, è segno di un progresso in cui la società diventa multiculturale. Una società multiculturale è una società dove le culture si incontrano, si scambiano. Non una società in cui una cultura limita o prevarica l’altra. E’ ora che la politica si batta per una società di questo tipo, staccandosi da idee stantie, nonché pericolose. E’ ora che il paese smetta di credere la cultura radicata in Italia come egemonica.