– di Michele Marsonet –
Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sembra sempre più intenzionato a muoversi
indipendentemente dall’Unione Europea e, soprattutto, a rafforzare i legami con la Cina.
Cosa pure comprensibile, visto che la Repubblica Popolare rappresenta il maggiore
sbocco per le esportazioni di Berlino, in campo automobilistico e non solo. Teme,
insomma, che i consumatori cinesi dimentichino la loro preferenza per Mercedes,
Audi e BMW, magari privilegiando altri brand stranieri.
La sua politica commerciale, tuttavia, rappresenta un serio problema per la UE, e
gli sta inoltre attirando anche pesanti critiche interne. Com’è noto, interessi
commerciali e prospettive geopolitiche non sempre vanno d’accordo. Anzi, spesso
è vero il contrario.
Il cancelliere, però, non pare affatto impressionato dalle obiezioni che gli vengono
mosse da parecchi esponenti del suo stesso governo, soprattutto da ministri verdi e
liberali. Anche se, vista la compattezza non certo eccelsa della sua compagine
governativa, qualche preoccupazione dovrebbe pur nutrirla.
Per Scholz, evidentemente, commercio ed economia vengono prima di ogni altra
cosa, e per preservare i fiorenti rapporti con la Repubblica Popolare, è davvero
disposto a tutto.
Persino a cedere il controllo delle infrastrutture principali dell’importantissimo
porto di Amburgo alla società statale cinese “China Ocean Shipping Company”,
meglio conosciuta come “Cosco”. Si tratta di un’azienda che è uno dei leader
mondiali nei settori della logistica e del trasporto dei container.
E’ noto che la Repubblica Popolare controlla già molti importanti porti stranieri,
per esempio il Pireo in Grecia. Tantissimi inoltre gli scali marittimi controllati in
Asia e in Africa.
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In questo caso, però, si parla del porto strategico del più importante Paese europeo,
e questo fa la differenza. Senza tener conto delle obiezioni dei suoi ministri e della
Commissione Europea, il cancelliere si è recato a Pechino lo scorso 4 novembre.
E’ stato dunque il primo leader europeo a visitare il “nuovo Mao” Xi Jinping, che
ha ottenuto il terzo mandato dal XX congresso del Partito comunista.
Sbarazzandosi al contempo di tutti e potenziali avversari e riempiendo di
fedelissimi il nuovo Politburo.
A Bruxelles la mossa di Scholz desta preoccupazione, giacché la Commissione
vorrebbe avere più tempo per impostare i rapporti con Xi dopo il suo trionfo totale
al congresso del Partito comunista. Ritenendo, inoltre, che grandi operazioni di
questo tipo vadano gestite in modo collettivo, e non a livello di singoli Paesi.
A Berlino rimproverano ancora a Gerhard Schroeder, uno dei predecessori
socialdemocratici di Scholz, i suoi rapporti privilegiati con Putin e Gazprom. E se
ora il cancelliere porterà in dono a Xi l’accordo sul porto di Amburgo, avremo un
altro caso.
Comunque è evidente che la Germania, forte del suo grande surplus commerciale,
tende a comportarsi in questi casi quale potenza indipendente, che poco si cura
degli interessi UE. Per questo Scholz ha deciso di rendere omaggio personalmente
all’Ultimo Imperatore.