Non ho la superbia di considerarmi un critico cinematografico ne tantomeno di diveltarlo mai, la parola critico mi fa subito pensare ad una persona predisposta alla polemica contro un’opera d’arte. So che non è così ma visto questo preconcetto e per le mie poche doti nel giudicare un film in maniera professionale volevo subito mettere le mani avanti, considerando che questo non è un articolo “critico”. Nonostante questo preambolo inutile oggi voglio assolutamente parlarvi di “Alla ricerca di Dory”. Il mio lato bambino non ha mai smesso di amare i cartoni, anche se lo nego in pubblico per non sentirmi dire le solite offese gratuite, e non ha mai smesso di prendere spunto da loro. Io mi sono sempre fidato ciecamente di tutto ciò che il protagonista del momento cercava di insegnare e quello che ho imparato da Dory lo devo per forza di cose esternare.
“Alla ricerca di Nemo” non mi ha fatto impazzire ma forse per via delle tante pubblicità e la mia inclinazione al farsi influenzare da esse non vedevo l’ora che uscisse questo spin off. Appena uscito dalla sala ho subito ringraziato questa mia inclinazione. La storia della pesciolina blu scordarella che cerca disperatamente i suoi genitori, pian piano che la ricerca avanza anche la sua memoria sembra ritornare, mi è entrata nel cuore. Il fatto che una pesciolina con un problema di memoria a breve termine riesce nonostante tutto a raggiungere il suo obbiettivo mi ha fatto riflettere. Nella vita tutti crediamo di avere un limite che ci porta a non superare una certa soglia, per paura di non farcela, di fallire, di credere di poter fare una cosa che sicuramente ci porterà un dolore. Per questo infiliamo paletti alla nostra esistenza e guai a superarli, viviamo in un recinto creato a posta per noi che ci tiene al sicuro da tutto quello che crediamo ci possa far male. Non superandoli questi paletti più che proteggerci ci limitano, ci limitano la scoperta di cose nuove diverse dalle solite abitudini. Se invece prendiamo esempio da Dory questa storia dei paletti ci sembrerà una stupidaggine. Lei di fronte alle difficoltà continua a cercare una soluzione alternativa per superare questi ostacoli che sembrano immensi. Come dice lei nella vita c’è sempre un altra soluzione.
Molte persone credono che le persone “malate” siano solo da proteggere e compatire. Guardando questo cartone ti viene il dubbio se questo “dato di fatto” non sia un altro limite imposto. Dory, che potremmo considerare la “malata” da proteggere e compatire, trova soluzioni e insegna ai “normali” come si possono affrontare determinate situazioni con un punto di vista diverso e che senza questo punto di vista, ragionando in modo “normale”, non si potrà mai raggiungere il traguardo. Mi sono soffermato a pensare a quante volte ho cercato di aiutare, invece di trarne insegnamento, persone che avevano una cosa considerata handicap. Pensavo anche solo alle para olimpiadi, nessuno le menziona mai, nessuno pensa mai alla bravura e alla bellezza delle loro imprese. No si pensa solo al fatto che “poverini”, meno male che li “infilano tutti insieme per farli divertire un po’”. Non si pensa mai alla determinazione che hanno e che io, che per il mondo sono normodotato solo perchè ho tutto al posto giusto, non avrò mai. Questo insegna Dory ad non aver paura delle diversità e a imparare invece da loro, ti insegnano a seguire degli schemi che altrimenti non vedresti neanche.
E poi l’amore dei genitori, l’amicizia, la fiducia verso un “polipo” che potrebbe far paura ma che alla fine può salvarti la vita. Questo è “Alla ricerca di Dory” una lezione d’amore. Una lezione che non scorderai mai e che, se avrai la forza, seguirai e ti renderà, forse, una persona migliore o almeno ti convincerai che la solita strada non è sempre quella giusta. Potrei avervi convito o no, potrete considerare tutto questo una forma di vaneggiamento, potrete continuare a dire “si vabbè pero ti pare che guardo un cartone”, potrai considerarlo una noia ancor prima di vederlo. Potete pensare tutto ciò che volete e fate bene, ma io se fossi in voi gli darei una possibilità. Nella vita non si sa mai cosa piace se non si prova, mamma lo diceva sempre.