Le origini del movimento lgbtqia+ e l’eredità dei moti di Stonewall
Giugno è ormai al termine ed alcune città italiane hanno già riempito strade e piazze per il Pride, altre si apprestano a farlo. Carri, bandiere, striscioni, cartelloni con slogan colorati invadono le strade per rivendicare i diritti di omosessuali, transessuali e persone queer. Ma quali sono le origini del movimento lgbtqia+ e grazie a chi oggi siamo liberi di celebrare il Pride? Negli USA, alcune organizzazioni a sostegno degli omosessuali esistono già dagli anni ’50. Ma è nel 1969 che avviene qualcosa senza precedenti.
Siamo a Manhattan e gli sgomberi dei locali gay ad opera delle forze dell’ordine sono la norma, così come gli arresti che ne conseguono. Fino al 1966 ai gestori dei locali è proibito servire alcool agli omosessuali e ciò è un pretesto per farvi irruzione. Lo Stonewall Inn, rinomato locale gay, gestito dalla mafia italiana, ospita Drag Queen, giovani omosessuali senza dimora, è insomma un luogo ‘sicuro’, nonostante l’ambiente sudicio e la mancanza di uscite d’emergenza. Il locale non ha la licenza per servire alcool agli omosessuali e dichiara di essere un ‘bottle bar‘, ovvero un locale in cui i clienti si portano da bere da se’. Le incursioni della polizia sono ‘controllate’ dagli stessi proprietari dei locali che corrompono gli agenti.
All’alba del 28 giugno 1969, però, la polizia arriva senza avvisare. Hanno un mandato, arrestano 13 persone, alcune delle quali accusate di non indossare abiti consoni al loro genere. Una donna viene colpita alla testa da un poliziotto, la folla si agita. Gli oppressi decidono così di scagliarsi contro la polizia dando vita ad una vera e propria rivolta, così violenta da costringere i poliziotti a barricarsi all’interno del locale. I fatti suscitano subito l’interesse da parte dei media ed altre proteste si succedono nei giorni a seguire.
L’anno dopo New York vede il suo primo Gay Pride, evento che coinvolge migliaia di persone, che parte proprio dal Greenwich Village, quartiere in cui sorge ancora oggi il locale. Omosessuali, transessuali e drag queen, fino ad allo vissuti ai margini della società, costretti a vivere la loro identità in segreto, aprono la strada al riconoscimento dei loro stessi diritti.
L’evento segna le origini del movimento lgbtqia+ e da’ avvio alle numerose manifestazioni nel mondo. Tra queste, celebre la Marcia Nazionale a Washington del 1987, a cui partecipano 50.000 attivisti. I manifestanti chiedono al governo di dichiarare lo stato di epidemia da AIDS, dilagante in quegli anni. Nel 2016, col governo Obama, lo Stonewall Inn diventa monumento nazionale e resta uno dei maggiori simboli della lotta alla discriminazione della comunità lgbtqia+.
Da quegli anni cruciali, molte cose sono cambiate. Nonostante le numerose battaglie vinte, però, in molti paesi al giorno d’oggi l’omosessualità è ancora considerata un crimine. L’Associazione Internazionale Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans e intersessuali (Ilga) monitora la situazione globale attraverso delle mappe che evidenziano lo status di tutela delle persone lgbtqia+ nel mondo (ILGA World maps | ILGA World). La realtà in molte aree geografiche è purtroppo ancora tragica. I dati mostrano che in alcuni paesi asiatici, ad esempio Iran e Afghanistan, l’omosessualità è ancora punibile con la pena di morte. In molti altri invece, tra cui in Italia, non esistono ancora leggi che vietino le cosiddette ‘terapie di conversione’.
Anche in paesi in cui sono stati raggiunti dei traguardi, il pericolo della regressione è spesso dietro l’angolo. Ne è un esempio proprio la politica portata avanti in Italia dal governo Meloni. Negli scorsi mesi infatti, a Milano è stata bloccata la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali e qualcosa di simile sta accadendo in questi giorni a Padova. La procura della città ha messo in discussione la legittimità dei certificati di nascita di 33 figli nati da coppie omogenitoriali. Lo scopo è quello di ottenere il disconoscimento della madre non biologica dei figli.
Segni lampanti del fatto che oggi, celebrare il Pride è ancora necessario. I diritti della comunità lgbtqia+ sono minacciati costantemente e chi ha il diritto di opporsi, ha il dovere di farlo, anche per chi quel diritto non lo ha. Come hanno dimostrato i moti di Stonewall, l’attivismo, la lotta e il dissenso sono uno strumento potentissimo per fare in modo che le cose cambino per davvero.
Alessandra Catalano