Il 16 giugno di 60 anni fa, la prima donna astronauta volò nello spazio: era la russa Valentina Tereškova e il suo nome rimarrà indelebile nella storia
Siamo nel 1962 e l’Unione Sovietica si prepara a lanciare in orbita attorno alla Terra la prima astronauta, battendo sul tempo i rivali statunitensi nella corsa allo spazio. Dopo il successo di Jurij Gagarin, che raggiunse lo spazio il 12 aprile 1961 a bordo della navicella Vostok 1, era il turno di una donna e, tra mille candidate, la scelta ricadde su Valentina Tereškova.
Nata nel 1937, Valentina aveva sempre avuto la passione per il volo e già negli anni ’50 si era dedicata al paracadutismo. La sua infanzia non fu semplice: il padre era morto in guerra e, per aiutare la famiglia, Valentina lavorò diversi anni in un azienda tessile, ma continuava a studiare frequentando i corsi serali per diplomarsi.
Come si diventa la prima astronauta?
L’unione Sovietica era alla ricerca di donne da mandare nello spazio, ma visto che nell’ambito dell’aeronautica non erano numerose, iniziò a cercarle anche tra coloro che avevano esperienza di paracadutismo. Quando Valentina seppe delle selezioni, si candidò immediatamente. Superò gli esami e iniziò un duro addestramento di 18 mesi per apprendere le tecniche di pilotaggio, studiare le attrezzature, allenarsi a lunghi periodi di isolamento… Alla fine dell’addestramento venne confermata per la missione a bordo del Vostok 6. Aveva solo 26 anni ed era quindi anche la più giovane mai stata nello spazio.
Si trattava di un volo di 3 giorni con partenza il 16 giugno 1963 dalle steppe del Kazakistan. Il nome in codice assegnatole fu čajka, gabbianella. Durante le sue orbite terrestri sentì: “Gabbianella, mi ricevi?” Era la voce di un altro cosmonauta russo partito in missione due giorni prima, Valerij Bykovskij. Le due navicelle si avvicinarono grazie ai calcoli di traiettoria effettuati dalla Terra e poterono così comunicare tra loro via radio.
In totale Valentina effettuò 48 orbite attorno alla Terra e rientrò sempre in Kazakistan il 19 giugno, celebrata dal popolo russo come eroina nazionale
La verità nascosta sul viaggio nello spazio
In realtà il volo non fu così piacevole e perfetto come i media sovietici volevano far credere. Per anni le fu impedito di raccontare i dettagli, ma in un’intervista del 2007 svelò che l’assenza di gravità le aveva causato il cosiddetto mal di spazio. Si tratta di una serie di malesseri fisici poiché il nostro corpo non si adatta facilmente all’assenza di peso.
Inoltre, la navicella aveva cambiato traiettoria rischiando di perdersi nell’Universo ed era stato difficile anche il ritorno sulla Terra. Al tempo non era previsto che la navicella atterrasse poiché molto rischioso per l’equipaggio, così i cosmonauti venivano espulsi fuori e scendevano col paracadute. Un gioco da ragazzi per Valentina, così allenata fin da giovanissima, ma quel giorno dei forti venti spingevano il paracadute rischiando di causare uno schianto. L’esperienza e il sangue freddo fecero sì che Valentina se la cavasse anche stavolta. Nonostante avesse rischiato di morire e il ricovero in ospedale, quando si riprese indossò una nuova tuta e il casco per simulare l’atterraggio perfetto davanti alle telecamere.
La propaganda sovietica
A Valentina Tereškova venne conferita l’onorificenza di pilota-cosmonauta dell’Unione Sovietica e divenne ben presto popolare anche fuori dal suo Paese. I giornali dichiaravano: “È lei la vera miss universo” , una ragazza giovane, intelligente, coraggiosa, capace di tenere discorsi in pubblico e per di più originaria da una famiglia operaia, quindi vicina al popolo. L’Unione Sovietica aveva scelto l’astronauta migliore anche in vista del clamore mediatico che sarebbe derivato dalla missione, per trasformarla in un personaggio pubblico amato da tutti.
Anche il suo matrimonio, avvenuto nel novembre dello stesso anno, fu celebrato a Mosca in pompa magna. Il marito era un altro cosmonauta, Andrian Nikolaev, della missione Vostok 3: la coppia era baciata dalle stelle e simbolo dei successi russi nella nuova era spaziale.
In seguito Valentina non partirà per altre missioni. Conservò però la sua passione per l’Universo e studiò presso l’Accademia del genio militare aeronautico N.E. Zukovskij. Si dedicò poi alla politica e alle lotte femministe, ricevendo numerose onorificenze e tuttora, a 86 anni, è membro della Duma.