La battaglia dei diritti per le madri lavoratrici con la deputata Sportiello raggiunge un nuovo traguardo e crea un precedente fondamentale per la storia delle donne italiane che si trovano a dover scegliere tra il diritto al lavoro e quello di essere madri.
L’allattamento è una fase importate per la crescita di un bambino e non può essere negato solo perché la madre deve tornare al lavoro. Tale problematica è stata evidenziata in molte occasioni e anche la deputata Sportiello ha avuto modo di prenderne parte.
Lo scopo principale è quello estendere la possibilità di allattamento in tutti i luoghi di lavoro, in modo tale da non considerare questa pratica un lusso riservato a un numero ristretto di lavoratrici.
La deputata Sportiello (M5S) è la prima parlamentare italiana ad allattare in Aula alla Camera
“Oggi è una giornata importante perché per la prima volta è stato permesso ad una deputata di allattare durante una seduta alla Camera. Un chiaro messaggio al Paese: in nessun luogo di lavoro e a nessuna donna deve essere impedito di farlo. Tutte le mamme lavoratrici devono poter allattare e non devono essere costrette a interrompere l’allattamento perché rientrino al lavoro.”
Sono queste le prime dichiarazioni rilasciate dalla deputata Sportiello fuori da Montecitorio, dopo aver portato suo figlio di pochi mesi in Aula per poterlo allattare.
Nella giornata di mercoledì 7 giugno, la parlamentare del M5S fa il suo ingresso in Aula alla Camera dei Deputati con il suo piccolo Federico in braccio. Dopo aver preso parte alla votazione finale del decreto-legge in materia di pubblica amministrazione, la deputata Sportiello è andata a sedersi nella parte alta dell’emiciclo dove ha iniziato ad allattare il suo bambino, accolta da un applauso e dalle parole del presidente di turno dell’Aula, Giorgio Mulè:
«Da questa seduta, fa il suo esordio in Aula un piccolo, piccolissimo, Federico, figlio della collega Sportiello, che, per la prima volta e con l’unanimità dei gruppi, è in Aula con noi. Auguri all’onorevole Sportiello e auguri di una lunga, libera e serena vita a Federico»
Questa giornata rappresenta una vittoria per le donne che vedono riconoscersi il diritto di scegliere dove e quando allattare i propri figli. Allo stesso tempo, è anche una conquista per il Movimento 5 Stelle che è stato uno dei primi partiti a battersi per concedere alle madri lavoratrici delle postazioni riservate all’allattamento negli ambienti di lavoro.
“La Camera dei Deputati svolge un ruolo da apripista: da oggi, se è possibile allattare in quest’Aula, nessuna donna, in nessun altro luogo, deve essere privata di questa possibilità“ ha dichiarato Alessandra Todde, vicepresidente del M5S.
Il regolamento a sostegno delle deputate madri
La deputata Sportiello insieme alle colleghe Valentina D’Orso e Paola Carinelli, erano riuscite ad ottenere una mozione nella passata legislatura in merito a tale argomentazione.
Il 15 novembre 2022, in seguito ad una delibera della Giunta del Regolamento di Montecitorio, è stata resa possibile la richiesta delle deputate madri di partecipare ai lavori parlamentari con i propri figli.
Una disposizione prevista dal comma 1 dell’articolo 64 del regolamento permette, quindi, alle madri di soddisfare i bisogni dei bambini senza dover sospendere la propria partecipazione alle sedute parlamentari.
Le condizioni di tale regolamento prevedono l’identificazione di luoghi specifici adibiti appositamente per l’allattamento. Tali postazioni possono essere collocate nell’ultima fila superiore dell’emiciclo o in una tribuna riservata e decisa dal Collegio dei Questori. Inoltre, il limite di età consentito per allattare i bambini in tali circostanze è il raggiungimento di un anno di vita.
Il risultato ottenuto dalla deputata Sportiello sintetizza anni di battaglia per i diritti delle donne lavoratrici e madri
Un precedente storico che si ricollega a queste vicende, è quello dell’ex eurodeputata Licia Ronzulli (Pdl) , oggi senatrice di Forza Italia, la quale portò con sé la figlia Vittoria al Parlamento europeo. L’episodio fu alla base di un dibattito che travolse l’opinione pubblica e che portò questa tematica in evidenza.
Da questo momento in poi, la battaglia per rivendicare il diritto delle donne di poter conciliare la vita professionale con quella familiare ha trovato sempre più spazio nello scenario politico.
La senatrice Manuela Serra presentò nel 2018 un emendamento sulla Riforma del regolamento del Senato, ma questo venne bocciato dall’Aula con voto segreto.
Nel 2019, Paola Carinelli, deputata del M5S, ripresentò tale proposta, ma anche stavolta venne bloccata dal collega Giulio Trizzino, il quale riteneva l’ambiente della Camera “paurosamente insalubre” per l’allattamento dei bambini.
Trascorsi due anni, nel 2021, venne finalmente adibita una stanza per l’allattamento, in un’area molto vicina al Parlamento. Qui, però, le deputate non potevano dare continuità al loro lavoro e dunque erano obbligate ad interrompere i loro compiti e doveri lavorativi.
Quindi, il risultato ottenuto e concretizzato dalla deputata Sportiello oltre a creare un precedente storico per la storia parlamentare italiana, segna anche l’inizio di un nuovo approccio alla vita lavorativa delle donne. Infatti, si aggiunge un tassello fondamentale per tutte quelle donne che vogliono avere pieno controllo della propria vita, sia come madri sia come lavoratrici, senza essere obbligate a nessun tipo di rinuncia.
Andrea Montini