La corsa allo spazio dell’Africa si fa sempre più intensa. L’interesse del continente per l’industria spaziale, che appare un efficace strumento di sviluppo ma anche un ottimo sistema di lotta ai gruppi jihadisti che affliggono il continente, continua ad aumentare. Secondo lo studio dell’Ua il mercato spaziale del continente porterà 20 miliardi di dollari nel 2024, ma avvantaggerà le società straniere che detengono i mezzi di comunicazione: “Gli africani consumano moltissimi prodotti spaziali, e siamo più di un miliardo”, “la gente usa la comunicazione satellitare ovunque”, attraverso “telefonia cellulare, televisione, radio, telemedicina” riferisce l’Ua.
Sempre più governi africani stanno iniziando ad investire in progetti che interessano l’industria spaziale. Fino a poco fa, i satelliti africani dovevano essere lanciati da siti per lancio di razzi fuori dall’Africa, in quanto all’Africa mancano spazioporti e skills tecniche. Questo però, grazie ai numerosi investimenti in questo campo degli ultimi tempi, cambierà presto e la corsa allo spazio dell’Africa sarà sempre più rilevante. Come sottolinea infatti l’analista di mercato sudafricano Rorisang Moyo, relatrice e titolare di un panel all’interno della “NewSpace Africa Conference 2023”, la quale ospita i rappresentanti di tutti gli stati membri dell’Unione Africana (Ua) e che ha avuto luogo ad Abidjan, nella costa d’Avorio, dal 25 al 28 aprile, “Le probabilità che l’Africa sia presto in grado di costruire la propria potente industria spaziale – un’industria spaziale che aiuti davvero le persone in Africa – sono elevate“.
La corsa allo spazio dell’Africa: dal primo satellite ad oggi
Nonostante non abbia gli stessi mezzi degli Stati Uniti o dell’Europa, la corsa allo spazio dell’Africa diventa sempre più notevole. Già dal 2016 l’Unione africana dispone della sua politica spaziale, portata avanti attraverso la Africa Space Agency con sede al Cairo, la quale rappresenta tutti gli stati membri dell’Unione africana, dove operano oltre 270 aziende. Dal 2018 inoltre, il continente dispone anche di un’agenzia specifica per coordinare la strategia nel settore, inserendosi in questo modo appieno all’interno del panorama dell’industria aerospaziale. In particolare, i campi di riferimento sono: telecomunicazioni, difesa, trasporto, aviazione, minerario, agricoltura, ambiente, sviluppo, istruzione e salute. In soli 15 anni, infatti, dall’Africa sono partiti almeno 52 satelliti per scopi quali sperimentazione o monitoraggio di risorse, e tra questi si sono distinti per ricerca principalmente il Sudafrica, l’Egitto, l’Algeria e l’Angola. Il primo satellite africano, infatti, fu proprio lanciato dall’Egitto nel 1988, e da quel momento il continente ha affermato la sua importanza all’interno dell’ambito dell’aerospazio.
L’industria spaziale contro il terrorismo
Un altro scopo fondamentale per il quale possono essere utilizzati gli strumenti spaziali, oltre a sperimentazione e monitoraggio di risorse, è quello per la protezione e la lotta contro l’insicurezza e le minacce causate in tutto il paese dai gruppi armati legati ad Al-Qaeda e allo Stato islamico, i quali provocano migliaia di morti nel Sahel da almeno 10 anni e costituiscono anche una forte preoccupazione per la comunità internazionale. Secondo Tidiane Quattara, coordinatrice del programma spaziale dell’Ua “Gli stati africani si sono resi conto che gli strumenti spaziali erano un’opportunità per rispondere alle sfide che il continente deve affrontare” Ha poi aggiunto inoltre che “Lo spazio è lo strumento migliore oggi per la lotta al terrorismo, perché le osservazioni satellitari consentono di seguire il movimento delle persone che fanno parte di gruppi armati jihadisti che stanno destabilizzando diversi stati africani”.
Satelliti: una soluzione per i problemi locali
Ritornando ai satelliti con il ruolo di monitoraggio di risorse, particolarmente significativo è il lancio del satellite Taifa-1, lanciato in orbita il 15 aprile dal Kenya. Taifa-1 si è infatti aggiunto ai programmi spaziali sviluppati dai paesi africani con l’obiettivo di raccogliere dati con il fine di trovare soluzioni a problemi quali cambiamento climatico e scarsità di cibo. Il Kenya, infatti, sta attraversando un periodo di estrema siccità, la peggiore degli ultimi 40 anni ed i satelliti come Taifa-1 potrebbero essere una risorsa fondamentale per i paesi africani per poter affrontare le difficoltà locali. Il capitano Alloys Were, uno degli ingegneri che ha contribuito allo sviluppo del satellite, ha riferito a Semafor Africa che esso «fornirà immagini in tempo reale sull’imboschimento e la deforestazione, sull’uso e la copertura del suolo» e che «Possiamo fare interventi come pianificare le riserve di cibo o ordinare le riserve di cibo». Inoltre, secondo il direttore ad interim della Ksa, Brig Hilary Kipkosgey, Taifa-1 contribuirà in modo significativo alla crescita dello sviluppo satellitare, all’analisi dei dati, all’elaborazione e allo sviluppo di applicazioni. “Lo spazio è la prossima frontiera in molti modi e siamo felici di farne parte. Questo è il nostro momento di orgoglio”, ha affermato Kipkosgey.
La necessità di un quadro normativo unico
Il valore dell’economia spaziale africana è stato stimato a 19,5 miliardi di dollari nel 2021 e questa rappresenta una stima costantemente in crescita, che secondo gli esperti raggiungerà 22,6 miliardi di euro entro il 2026. Indubbiamente, si tratta di un fenomeno che sta diventando sempre più importante in Africa e che vede il continente crescere sempre più nella space economy grazie alla sua spinta a partecipare a progetti di cooperazione internazionale. Come detto prima però, vi è ancora molta strada da fare, in particolare in relazione all’assenza di spazioporti e servizi. Per questo motivo l’Ua, pur sostenendo che il mercato spaziale del continente porterà 20 milioni di dollari nel 2024, ha evidenziato come questa crescita avvantaggerà principalmente le società straniere che detengono i mezzi di comunicazione, i quali interessi, pur creando opportunità, allo stesso tempo portano a immobilismo e conflitti per un continente come l’Africa. Questi aspetti infatti sono motivo di dissuasione per quanto riguarda gi investimenti, soprattutto per le agenzie spaziali governative e le grandi società aerospaziali. È per questo motivo che Rorisang Moyo sottolinea l’importanza di creare un quadro normativo unico per tutto il continente, in modo tale che esso costituisca un base solida per attrarre la fiducia di tutti gli investitori internazionali, che siano governativi o privati.