L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump il 9 maggio scorso è stato ufficialmente condannato per il reato di abuso sessuale, percosse e diffamazione nei confronti di E. Jean Carroll, giornalista, oggi settantanovenne.
La violenza è avvenuta nel 1996, in un grande magazzino Bergdorf Goodman. I due si erano apparentemente conosciuti ad una festa e si trovanano insieme per scegliere un regalo. Caroll, all’epoca scrittrice del magazine “Elle”, ha anche accusato l’ex presidente di diffamazione per aver definito le accuse della donna una “farsa” sul suo social Truth, nell’ottobre 2022. Trump sostiene, infatti, che la donna lo abbia accusato perché in cerca di fama e soldi.
Trump continua a proclamarsi innocente
L’ex presidente è stato condannato a pagare danni per 5 milioni di dollari. La sua reazione, nonostante non fosse presente fisicamente in aula, si è fatta sentire tempestivamente. Sul suo social Truth ha infatti definito la sentenza una vergogna e una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi per poi aggiungere «Non so chi sia questa donna». Ha inoltre asserito un infelice commento in sua difesa: “Non è il mio tipo” ha detto in riferimento a Carroll.
Quindi se fosse stata il suo tipo avrebbe avuto diritto di abusarne? Comunque l’accusa ha ben presto smontato anche questa tesi, già debole in partenza. Infatti, quando gli hanno mostrato delle foto di Carroll, Trump ha confuso la donna con la sua attuale moglie.
Così, l’ex presidente Donald Trump non andrà in carcere, ma dovrà pagare un ingente indennizzo. Ma perché i giurati hanno condannato Trump per abuso sessuale invece che stupro, dato che la denuncia della vittima era molto specifica?
Prima di tutto per motivi di tempistica. Se la denuncia fosse stata presentata per tempo, infatti, il verdetto sarebbe stato una sentenza di reclusione. Ma dato che parliamo di circa 20 anni fa è difficile portare delle evidenze scientifiche come prova delle accuse.
Abuso sessuale ma non stupro
Seconda di poi c’è da sapere che i due reati differiscono tra di loro. Infatti la legge a New York distingue uno stupro da un abuso sessuale. Il primo è la costrizione ad un rapporto sessuale, inteso come una qualsiasi forma di “penetrazione del pene in vagina”, seppur minima. I giurati, in questo caso, non hanno potuto avere certezza dell’avvenuta penetrazione e neanche l’accusa ha potuto evidentemente provarla.
Per questo motivo, la condanna verte invece sulle circostanze provate, che corrispondono al reato di abuso sessuale, ovvero “qualsiasi contatto con le parti sessuali o altre parti intime di una persona allo scopo di gratificare il desiderio sessuale di una delle parti”. Questa distinzione non attiene invece all’ordinamento italiano, in quanto nell’articolo 609 bis del Codice penale sulla violenza sessuale i due reati corrispondono, seppur con diverse specificazioni. Ad ogni modo, dobbiamo ricordare che Donald Trump deve ancora rispondere alle accuse di violenza sessuale di altre 5 donne.