Sono passati due mesi dal devastante terremoto in Turchia. Gli abitanti della zona hanno ancora bisogno di aiuti per la ripresa. Secondo i dati dell’Unicef 2,5 milioni di bambini sono a rischio povertà.
50.399 persone hanno perso la vita a causa del terremoto in Turchia. Secondo il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu, le città distrutte dal terremoto saranno ripristinate entro 1 anno. Nonostante gli aiuti materiali ai terremotati continuino ci sono ancora famiglie in grave difficoltà.
Il dolore causato dal terremoto, a volte, si trasforma in rabbia, soprattutto in vista delle elezioni. Sono i bambini, però, quelli che rischiano di subire il prezzo più alto per il resto della loro vita.
Il sostegno ai bambini turchi
I terremoti hanno colpito quasi 4 milioni di bambini in età scolare. Circa 1,5 milioni di bambini sono già tornati a scuola nelle zone colpite. Anche se sono arrivati aiuti da tutto il mondo molto rapidamente, la situazione futura di milioni di bambini è incerta, come riporta l’Unicef. Solo a Kahramanmaras, epicentro del terremoto, alloggiano 17mila persone in rifugi temporanei, di cui un terzo sono bambini. Un maggiore sostegno è fondamentale per guarire le ferite emotive ma anche per poter soddisfare i loro bisogni.
L’Unicef è impegnata a fornire sostegno psicosociale ai bambini e alle famiglie colpite dal terremoto, creando anche spazi di apprendimento temporanei.
Quando si parla di “bisogni dei bambini” ci si riferisce anche a piccole cose. Per una bambina che vuole continuare a studiare, per esempio, quello che può mancare potrebbe essere solamente qualche matita e quaderno che possono fare una grande differenza per la sua vita.
La scolarizzazione dei bambini dopo il terremoto di Turchia
Secondo l’Unicef milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria e sono a rischio povertà, lavoro minorile e matrimoni precoci. A questo punto si può capire quanto sia importante tornare a permettere ai bambini terremotati di studiare e andare a scuola.
Nella dichiarazione scritta dall’Unicef si afferma che sono stati valutati i danni agli edifici scolastici e sono stati fatti i preparativi per le riparazioni di emergenza e la creazione di aree di apprendimento temporanee.
La scolarizzazione, specialmente delle bambine, è una questione importante nel paese. Dagli anni 2000, infatti, l’Unicef ed altre Ong locali hanno fatto diverse campagne per le ragazze che non potevano andare a scuola a causa di difficoltà economiche, matrimoni precoci o altri motivi.
I bambini sono sicuramente il gruppo più vulnerabile ma rappresentano anche il futuro di un intero paese. La priorità di tutti dovrebbe essere quella di permettere ai più piccoli di continuare a studiare e formarsi per avere l’opportunità di costruirsi una vita migliore.