Il teatro è una forma di indagine sulla condizione umana e sulla condizione interiore personale ed ha una funzione sociale per niente da sottovalutare
L’arte teatrale come indagine di vita
Il teatro non rimane mero espediente che invita alla riflessione e che permette di analizzare il proprio animo, ma diventa esso stesso metafora della vita. Le emozioni che suscita non sono mai fini a sé stesse, ma rappresentano il conferimento della possibilità di analisi profonda di chi siamo e della comunità in cui viviamo.
È fonte di ispirazione, a partire dai messaggi che ogni opera teatrale trasmette. La diffusione di quest’arte nella collettività è un veicolo sociale potentissimo. È la possibilità di scorgere e di indagare qualcosa in più. È, infine, un allenamento costante alla vita reale, a comprenderne la complessa ed inesplicabile matrice, dando voce ai drammi interiori.
Il significato dell’agone tragico dell’Antica Grecia
Queste caratteristiche sono sempre appartenute al teatro fin dai suoi albori. Per il cittadino dell’Antica Grecia del V secolo a.C. andare a teatro significava essere parte attiva di uno spettacolo osmotico alla società di cui faceva parte.
Durante le Grandi Dionisie si svolgeva una competizione, l’agone tragico, che vedeva sfidarsi tra loro tre autori di tragedie e drammi satireschi. In questo senso, il teatro rispondeva ad una necessaria funzione sociale degli uomini che si manifestava con la finzione. Il gioco, la narrazione di storie, il desiderio mimetico erano l’espressione diretta di una critica, talvolta spietata della struttura sociale. La funzione più importante del teatro era proprio di natura sociopolitica. Infatti, ciò che andava in scena faceva fede alla reale condizione della società ateniese. Tuttavia, anche l’importanza di tale strumento in senso ricreativo, psicologico ed estetico non va sottovalutata. Per comprendere il valore attribuito al teatro basti pensare che era uno dei pilastri fondanti della società, paragonabile ad un vero e proprio rito religioso. Del resto, il teatro è da sempre l’arte più comunicativa e reale, in quanto la voce umana è la protagonista per eccellenza.
Cosa fondamentale è l’oggetto a cui si rivolgeva l’opera teatrale. Il grande pubblico era eterogeneo, non c’erano pregiudizi o distinzioni: negli spalti che contornavano la scena era possibile vedere gli schiavi assieme ai politici o sacerdoti.
Ad oggi il dubbio che sorge è se questa funzione che ricopriva l’arte teatrale nell’Antica Grecia sia andata perduta
Bisogna considerare che la nostra epoca è costantemente spettacolarizzata in ogni aspetto. Il cittadino comune assiste tutti i giorni a “spettacoli”, di cui, talvolta involontariamente, si trova a fare da spettatore. Già con la nascita del cinema l’incentivo ad andare a teatro è diminuito, ma quello che ha determinato il calo del pubblico in platea è sicuramente la diffusione della televisione come fenomeno di massa. A questo punto l’azione fisica di andare a teatro, per quanto essa stessa abbia un suo valore, è altamente demotivata dal fatto che posso godermi uno spettacolo direttamente dal divano di casa.
Ma l’arte teatrale non significa solo spettacolarizzare.
Il teatro come strumento sociale
Questa è la differenza tra andare a teatro e vedere uno show in televisione. Il teatro accade qui e ora ed oltre ad essere un’arte ricca di storia, la rappresentazione teatrale, ancora oggi, svolge anche diverse funzioni sociali. Essendo di natura collettiva, il teatro, consente di potenziare un aspetto fondamentale per l’uomo, cioè la capacità relazionale. La relazione con l’altro è un punto focale sia in veste di attore sia di spettatore. Inoltre, la recitazione aiuta a lavorare sui blocchi sociali che sempre più prendono piede nei giovani. Recitando, infatti, la socializzazione avviene con più facilità anche grazie allo sviluppo dell’autostima. Si abbandona la timidezza per far spazio alla libertà d’espressione. Questo avviene perché non ci si sente giudicati.
Il teatro, inoltre, permette di abbandonare schemi troppo rigidi, dando ampio spazio alla fantasia. L’arte teatrale aiuta quindi ad acquisire coscienza di sé. Sul palco, come in platea, ci si sente parte attiva del mondo, agenti della vita. Non stupisce, infatti, che la parola “dramma”, derivante dalla tradizione greca “drao”, significhi opero, agisco.
Per un teatro attento alla contemporaneità
Dovremmo impegnarci allora in un’opera di promozione di quest’arte tanto antica quanto moderna, favorendo la diffusione di un teatro cosciente e attento alla contemporaneità, che stimoli la discussione su tematiche multiculturali, per esempio coinvolgendo le minoranze e i gruppi più emarginati, anche al fine di creare opportunità di lavoro per artisti emergenti. I detenuti, ad esempio, vivono una vita costruita attraverso uno schema ripetitivo. Quindi, il coinvolgimento in tali attività può migliorarne il benessere psico-fisico, oltre che ampliare le loro prospettive.
È opportuno ricordare l’opera del regista triestino Giorgio Strehler che nel 1947 ha fondato il Piccolo Teatro di Milano assieme a Paolo Grassi e Nina Vinchi. Questo, che è divenuto modello europeo, è stato il primo Teatro Stabile italiano ed ha conferito un importante contributo al riconoscimento delle istituzioni teatrali come ente di interesse pubblico.
Ricordiamoci sempre che il teatro è accessibile a tutti ed offre spettacoli adatti ad ogni tipo di pubblico, senza alcuna discriminazione.
È un luogo dove lo spettatore scopre o al contrario perde sé stesso, attraverso l’immedesimazione in un personaggio che prende vita sul palco. È l’esperienza di condivisione di un’emozione con il pubblico, con il quale si crea una sintonia. È un luogo, una storia, un personaggio che per qualche ora ci rendono qualcun altro. Il potere dell’arte teatrale si apre a tutte le passioni psicogene, e offre alla persona una scappatoia dalla realtà.
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