Premettiamo che si intende focalizzare l’attenzione sulla vittoria in termini sportivi ma in ogni caso il discorso, per molti aspetti si mischia alle vittorie in altri campi.
Spesso si accosta il tutto al c**o, ok, indubbiamente la fortuna è una delle componenti essenziali di una vittoria ma non è propriamente ciò che definisce una persona vincente. Dobbiamo anche dire che vi sono dei fattori per il quale una vittoria può essere conseguita; pensiamo un’attimo all’atleta che svolge una disciplina individuale, esso lavoro su se stesso essendo meticoloso nelle propria preparazione, riconosce i propri limiti e con l’allenamento è mentalmente predisposto a riconoscere quando è migliorato. Non pensiate che allenarsi da soli sia una cosa da poco, le motivazioni devono pesare quanto la voglia che si ha di vincere. A differenza del singolo, negli sport di squadra il carico emotivo che accompagna una gara viene distribuito su più persone. Non è una frase fatta “il gruppo fa la differenza”; nella collettività di una squadra le dinamiche emotive incentrate sulla vittoria sono complesse, per il semplice fatto che vi sono più caratteri, idee e menti da amalgamare. E’ fondamentale la figura del trascinatore, molto spesso il capitano oppure l’atleta con più esperienza alle spalle, essi sono la forza del gruppo che per regola sono quelli che non si tirano mai indietro.
Vincere non è per tutti
Non è un’ipotesi ma un’affermazione. La vittoria nello sport è frutto di ore di lavoro, l’allenamento è la preparazione alla gara; in altre parole la vittoria la si costruisce partendo proprio dall’allenamento. Grandi campioni di ogni sport hanno una predisposizione al sacrificio fuori dal comune, oltre ad allenarsi in gruppo si allenano a casa, con metodo senza stra fare, ma comunque più degli altri.
In maniera del tutto personale penso realmente che vincere sia un’attitudine. Nessuno regala occasioni e per arrivare ad un obiettivo concreto devi inseguire la vittoria. Che tu sia un’astista, un cestista o un giocatore di scacchi è la volontà che ti porta in alto; va ricordato anche che molti hanno un dono particolare, un talento innato per un determinato sport, ma appena hanno una mezza occasione puntualmente la sprecano, o non gliene importa tanto. Essi sono proprio quegli atleti che non sono adatti a vincere. Un campione lo si distingue soprattutto da questa caratteristica. Il carattere deve essere formato per vincere.
Trovo giustificato l’essere spavaldi di alcuni campioni, chiaramente fin quando non sfocia nel ridicolo, perché essere sicuri di se stessi è una delle chiavi che porta a fare bene in ogni circostanza. Vi lascio fare le vostre considerazioni salutandovi con un’immagine che rappresenta alla grande quella spavalderia umile che ancora emoziona tutti quanti gli italiani, amanti o non amanti di questo sport.
Aleo Sebastiano