Innanzitutto quando si parla di una malattia invalidante per tanti milioni di persone occorre prudenza, ma la scoperta riguardante le cause del morbo di Parkinson pubblicata l’8 settembre su Cell Sterm Cell da parte di un team di ricercatori di Stanford, capitanato dalla assistente professore Xinnan Wang, è davvero molto promettente.
Che cosa hanno osservato la Wang e gli altri ricercatori
Una correlazione tra casi diversi di Parkinson, anche alcuni di cui non si conoscevano le cause, in tutti è stata osservata un’anomalia genetica nei mitocondri. Marco Baptista che è il direttore della ricerca presso la Michael J. Fox Foundation che finanzia le ricerche della Wang ha fatto notare che trovare un meccanismo comune dietro casi di Parkinson imputati a cause diverse potrebbe essere molto importante nella corsa alla cura o almeno a nuove possibilità terapeutiche.
Attualmente sappiamo che il Morbo di Parkinson può insorgere sia per cause esterne (esposizione a sostanze nocive principalmente), che per cause genetiche (la familiarità ha un ruolo importante nella malattia) va da se che sarebbe una scoperta importantissima se confermata lo scoprire che sia nei casi imputati a cause esterne che in casi ereditati si osservassero difetti a livello mitocondriale, ovviamente nel primo caso provocati dalle sostanze nocive e nel secondo da una tara genetica, in parte è già stato comprovato ma ora occorre allargare il campione.
Si potrebbe persino arrivare a riformulare la definizione del Morbo di Parkinson come mitocondriopatia. Va puntualizzato che la Wang è dal 2013 che ha puntato la sua attenzione sui difetti mitocondriali in casi di Parkinson e ha già pubblicato in merito, la novità di questo studio è che potrebbe essere una causa a monte di diverse forme di Parkinson attribuiti a genesi diverse.
Che cosa sono i mitocondri e perché un loro malfunzionamento è credibile come causa del morbo di Parkinson
In qualsiasi manuale di biologia trovate la definizione di mitocondrio come centrale energetica della cellula. Naturalmente è una definizione stringata al massimo e in effetti i mitocondri svolgono più di una funzione, ma è sostanzialmente esatta perché la loro funzione più importante è la sintesi dell’ATP (adenosina trifosfato) la cui definizione recita: composto ad alta energia richiesto dalla quasi totalità delle reazioni metaboliche endoergoniche (cioè che producono energia libera). Un problema ai mitocondri è credibile come causa del Morbo di Parkinson perché cellule di altre parti del corpo in presenza di difetti mitocondriali non funzionano bene, ma le cellule nervose sono cellule ad alto consumo energetico che se non sono rifornite a sufficienza non sopravvivono proprio.
Tempi per un’applicazione terapeutica
La strada aperta, se confermata, è entusiasmante ma i tempi sono molto lunghi, la stessa Wang ammette che ancora non ha nemmeno dimostrato che il difetto mitocondriale sia la causa del Parkinson nell’uomo. Comunque i ricercatori di Stanford un primo passo applicativo l’hanno fatto, hanno dimostrato che possono invertire il processo degenerativo su singole cellule e sul mitico moscerino della frutta (un insetto usatissimo come modello nella ricerca genetica per numerose ragioni tra cui la semplicità del DNA che ha solo 4 cromosomi).
Roberto Todini