Non un passo indietro sui diritti umani. Milano non accetta violenza e repressione contro le persone migranti
Negli ultimi mesi Milano pare una prigione con le sbarre dorate.
Dietro la vetrina scintillante della città che ospitò
Expo e che oggi si prepara ad accogliere gli eventi legati alle Olimpiadi 2026, si nasconde
il buio della discriminazione, della violenza poliziesca, del razzismo istituzionale e dell’ emarginazione dei più poveri. Abbiamo potuto vederlo nelle diverse “operazioni strade pulite”, dove dal nome pare che il progetto del Governo Meloniano sia quello di spazzare le vie del Centro, invece
si tratta proprio di pulizia etnica di stazione centrale e dintorni.
È davvero paradossale come si addossi alle persone migranti la colpa della loro condizione, come se fosse una scelta quella di dormire in strada e rimanere clandestino, senza copertura medica e nella totale invisibilità; e invece succede proprio questo, in Stazione centrale come davanti alla Questura di via Cagni, dove oggi si trovano gli uffici adibiti ad accogliere le domande di richiesta di protezione internazionale.
Il paradosso di via Cagni è che centinaia di persone richiedenti asilo non riescono neanche ad accedere ai locali della questura, perché non esiste ad oggi un sistema sensato per presentare domande in maniera lineare, dentro i parametri della legge e soprattutto sicura!
Oggi centinaia di persone proveniente da El Salvador, Egitto, Pakistan, Bangladesh, Iran ecc… rischiano di finire in ospedale – come è successo almeno a una decina di persone – a causa della violenza poliziesca davanti ai locali della questura, che non esita a manganellare e a creare situazioni di tensione viste le numerose persone che da mesi aspettano di presentare la domanda.
A Milano quindi, non solo alcune zone della città sono diventate pericolose per le persone migranti senza documenti, ma a queste persone non viene neanche permesso di richiederli, con una esplicita violazione delle leggi internazionali in merito alla protezione internazionale.
Sembra chiara la strategia del Governo di Destra – evidentemente appoggiata dal sindaco Sala che si è reso disponibile ad approvare diversi daspo urbani contro cittadini stranieri – di creare diversi deterrenti per le persone migranti che vogliono provare a regolarizzare la loro posizione in questa metropoli (ma anche a Roma e a Napoli).
Il dispiegamento assurdo di forze dell’ordine nell’area di Stazione Centrale rimane un inutile spreco di risorse, e contribuisce a creare un clima di tensione e paura utile solo alla propaganda via social di Salvini & co.
A Milano non esiste un problema sicurezza legato alla questione migratoria; nella nostra città fa più paura chi punta il dito contro le Persone vulnerabili per nascondere le mancanze politiche, e chi arma Polizia, Carabinieri e Finanza contro persone che non hanno colpe.
Se nessuno dice nulla dopo che l’ennesima carica di polizia ha mandato in ospedale 5 persone davanti a via Cagni domenica notte, se nessuno fa nulla dopo che l’ennesimo rastrellamento ha portato alla deportazione nei CPR di persone colpevoli solo di non avere dei documenti in regola, allora si potrebbe dire che Milano è d’accordo con questa estrema violenza istituzionale.
Ma così non è, perché Milano – città medaglia d’oro della Resistenza contro il nazifascismo – è ancora una città aperta, solidale e antirazzista.