L’UNHCR, l’agenzia dell’ONU che si occupa di rifugiati, ha registrato, nel 2022, un allarmante aumento del numero di vittime. Secondo gli ultimi dati diffusi, infatti, il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo orientale verso la Grecia è quasi il triplo rispetto al 2021.
Dal 2014, la rotta migratoria del Mediterraneo orientale è stata un importante percorso per rifugiati, richiedenti asilo e migranti, che attraversano l’Europa dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Africa. La rotta del Mediterraneo orientale si riferisce alla rotta migratoria verso la Grecia, Cipro e la Bulgaria, principalmente attraverso la Turchia.
Stando agli ultimi dati diffusi, dall’agenzia dell’ONU (UNHCR) che si occupa di rifugiati, il 2022 segna un nuovo record. Il numero di morti e dispersi, registrati nel Mediterraneo orientale verso la Grecia, è quasi triplicato. Secondo le statistiche è passato da 115 nel 2021 a 326 nel 2022.
L’UNHCR ha documentato un totale di 12.756 richiedenti asilo, entrati in Grecia attraverso la Turchia da gennaio a settembre 2022. Il pericoloso viaggio dalla Turchia ‘stabilito’ dalla Dichiarazione tra UE-Turchia del 2016, che da allora ha plasmato la risposta europea alla crisi migratoria. L’accordo, finalizzato al controllo dell’immigrazione irregolare lungo la rotta del Mediterraneo orientale, marca un consolidamento della tendenza. Inoltre, consente un favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Sulla base dei dati del 2022, la maggior parte di questi è arrivata nelle Isole Egee provenienti in maggioranza dai territori palestinesi. Seguiti dagli afgani e dai somali. Ben 6.000 hanno attraversato il fiume Evros che divide la Turchia dalla Grecia nel nord. Nel 2021 sono stati registrati, su queste due rotte, circa 9.200 migranti. Sebbene la Grecia abbia esteso una maggiore sicurezza delle frontiere. Con procedure di asilo più veloci e un inasprimento delle leggi sulla migrazione.
Le autorità di frontiera greche affermano, infatti, di aver arrestato, nel 2022, un totale di circa 1.300 presunti trafficanti di esseri umani. E di aver impedito, nello stesso periodo, a circa 256.000 migranti l’attraversamento del fiume Evros.
Le cifre della Grecia però differiscono leggermente da quelle dell’UNHCR. Mitarachi afferma gli arrivi hanno subito un calo nel 2021, e continuano ad essere bassi.
Mitarachi sottolinea che la Grecia, pur dovendo gestire oneri di immigrazione sproporzionati rispetto alle capacità del Paese, ha attuato una politica di immigrazione rigorosa ma equa. Proteggendo i confini e controllando l’immigrazione clandestina sulla base del diritto internazionale. Aprendo anche strade per l’immigrazione legale. Sulla base di accordi stretti anche con Nazioni come Bangladesh e Egitto.
Tuttavia le ONG e gli esperti in diritti umani accusano il governo greco di condurre respingimenti illegali sulle sue frontiere marittime e terrestri. Pratica – ben documentata nel corso degli anni – condonata anche dall’Unione Europea. Ciononostante la Grecia, continua il pugno di ferro contro i migranti negano le affermazioni. Il Governo greco pone quindi l’accento sulla migrazione con regole, criteri, accordi, in accordo con le proprie esigenze. Fermamente contrario alle reti di contrabbando e all’immigrazione clandestina.
Il ministro della migrazione greco Notis Mitarachi sostiene che il numero di migranti che arrivano in Grecia è diminuito drasticamente negli ultimi due anni. Mentre anche il numero di richiedenti asilo, che vivono nel Paese è diminuito, presentando cifre leggermente diverse da quelle dell’UNHCR.
Secondo quanto afferma che ‘dopo il boom’ 2015-2019, nel 2021è stato rilevato il flusso più basso del decennio. 8.745, stabilmente bassi anche nel 2022. E che invece di 92.000 richiedenti asilo in 121 strutture, oggi ne hanno 14.000 in 33 strutture. Tra l’altro Atene ha deciso di raddoppiare lo scudo greco al confine turco sul fiume Evros. Il Governo Mitsotakis ha difatti dato il via libera ad una recinzione di 140 chilometri.
Si muore ovunque, nel Mediterraneo orientale di più
Secondo le stime di Frontex, il numero di tentativi di immigrati di entrare nell’Unione europea (UE) senza autorizzazione ha raggiunto circa 330.000 nel 2022. È il numero più alto dal 2016 e rappresenta un aumento del 64% rispetto all’anno precedente.
Dopo la crisi sanitaria nel 2020, questo è stato il secondo anno consecutivo con un forte aumento del numero di ingressi irregolari. La rotta dei Balcani occidentali rappresenta quasi la metà del totale. Siriani, afghani e tunisini insieme ne costituiscono il 47% dei rilevamenti nel 2022. Il numero di siriani è quasi raddoppiato a 94.000.
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330 000 attraversamenti irregolari delle frontiere rilevati nel 2022, il numero più elevato dal 2016.
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Il 45% di tutti gli ingressi irregolari nel 2022 è avvenuto attraverso i Balcani occidentali
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Maggiore aumento nella rotta dei Balcani occidentali e del Mediterraneo orientale
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I cittadini di Siria, Afghanistan e Tunisia segnalati più frequentemente
Sulla rotta del Mediterraneo orientale, nel 2022 sono stati rilevati circa 42800 attraversamenti irregolari delle frontiere lungo la rotta del Mediterraneo orientale. Siriani, afghani e nigeriani erano le principali nazionalità segnalate. Le cifre sono quasi più che raddoppiate pur rimanendo al di sotto della metà delle cifre nel 2019.
Mediterraneo orientale comprese Cipro e Bulgaria
Il Missing Migrants Project dell’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni IOM ha registrato 376 morti e sparizioni sulla rotta del Mediterraneo orientale, comprese Cipro e Bulgaria per il 2022, rispetto alla cifra di 326 presentata dall’UNHCR per la Grecia.
Anche Cipro e Bulgaria hanno registrato flussi migratori significativi nel corso del 2022, con quasi 12.000 e 10.000 nuovi arrivi rispettivamente (aggiornamento del 31 agosto). In entrambi i Paesi si registra un aumento del numero degli arrivi dal 2021, e il trend del 2022 sembra segnare addirittura un aumento rispetto all’anno precedente.
Dall’inizio del 2020, i migranti hanno tentato di raggiungere Cipro e l’Italia via mare anche dal Libano, a causa del deterioramento della situazione economica locale. La stragrande maggioranza di loro sono rifugiati siriani, con un numero minore di cittadini libanesi e rifugiati palestinesi. Secondo l’UNHCR, il numero è raddoppiato nel 2022 per il secondo anno consecutivo, con 2.670 persone partite dal Libano nei primi nove mesi del 2022.
Durante il suo viaggio in Grecia e Cipro nel dicembre 2021, Papa Francesco ha dichiarato:
Il Mediterraneo, che per millenni ha riunito popoli diversi e terre lontane, sta diventando un cupo cimitero senza lapidi. Sradichiamo la mentalità imperante che ruota intorno al nostro ego e gli egoismi personali e nazionali che determinano ogni nostra decisione .