L’EIC ha recentemente indagato su un traffico di diamanti illegali che lega Russia e Repubblica Centrafricana.
L’indagine
Si definiscono “diamanti di sangue” e sono stati al centro di un mercato illegale che aveva origine nella Repubblica Centrafricana (RCA), passando per Russia e Belgio. È questo ciò che rivela l’indagine condotta dall’European Investigative Collaborations (EIC), i cui esiti – in Italia – sono stati diffusi sul giornale Il fatto quotidiano. L’ente, che raggruppa giornali di tutta Europa, si occupa di giornalismo investigativo e per questo progetto è stata attivata una collaborazione con All eyes on Wagner e The dossier center.
La situazione in Repubblica Centrafricana
Prima dell’indagine sul commercio illegale di diamanti, l’EIC aveva analizzato da vicino un altro traffico sospetto nell’indagine “Bois rouge”. Quest’ultima si concentra sul commercio di legno esotico, dal Centrafrica ai paesi occidentali, passando sempre per il gruppo Wagner. Data l’inefficienza dei controlli europei in materia, il gruppo ha potuto acquisire una foresta nella Repubblica Centrafricana in cambio di mercenari del gruppo stesso. Con la caduta del presidente François Bozize nel 2013 (oggi latitante), il territorio, secondo alcune stime, è controllato per il 70% da gruppi armati. L’obiettivo è ostacolare le forze armate ribelli (Coalizione dei patrioti per il cambiamento, CPC), facendo confluire militari da Russia e Ruanda. Ai 475 istruttori civili già sul campo, a dicembre 2020 Mosca ne ha invitati altri 300 con l’autorizzazione ad operare. A loro carico sono state mosse accuse di esecuzioni arbitrarie, furti e abusi.
Una panoramica del Gruppo Wagner
La nascita del Gruppo Wagner viene collocata nel 2014, con l’inizio del conflitto sul territorio del Lugansk (Ucraina). L’organizzazione possiede una sede ufficiale in Russia dal 2022, anche se già in precedenza si sospettava l’esistenza di un centro organizzativo a San Pietroburgo. Ufficialmente gruppo militare indipendente, è però legato al governo russo dall’imprenditore e oligarca russo Evgenij Viktorovič Prigožin – molto vicino a Vladimir Putin. Voci (non ufficiali quindi) sostengono che le attività del gruppo siano coordinate dall’imprenditore: sotto la sua direzione il gruppo avrebbe operato anche in Madagascar, Sudan e Libia, dove avrebbe sostenuto la fazione di Saif al-Islam Gheddafi. Il gruppo può a ragione essere considerato una risorsa del governo, tanto che secondo alcune fonti sarebbe legato direttamente al Ministero della difesa. A Prigožin e a Dmitrji Sytyj, suo collaboratore, viene attribuito il controllo della Lobaye Invest, una società impiegata nell’estrazione di diamanti nella RCA.
I “diamanti di sangue” della Repubblica Centrafricana
È stato grazie al presidente della Repubblica Centrafricana Faustin Tuadéra che l’inizio dei lavori di estrazione di diamanti, oro e altri minerali è stata possibile. Dal legame tra i due Paesi è quindi nata Diamville, una società diamantifera impegnata nell’estrazione, lavorazione e vendita di diamanti. Vista la situazione di conflitto sul territorio, il commercio di diamanti è ufficialmente interdetto secondo il Kimberly Process. L’ente si occupa della “certificazione” di diamanti “non insanguinati”: è perciò vietato l’import/export da zone in cui questi tipi di commercio favoriscono l’una o l’altra fazione, arricchendo così solo i Paesi occidentali. Secondo l’inchiesta di EIC, infatti, il Gruppo Wagner avrebbe fatto pressioni su venditori locali di diamanti, costringendoli a cedere a loro i minerali estratti.
Il mercato di Diamville
Vista l’illegalità della pratica, unita alla necessità di Diamville di vendere i prodotti, il commercio passava per il Belgio per arrivare sui mercati occidentali. L’inchiesta mostra una fiorente attività tra ottobre 2019 e gennaio 2021, la sponsorizzazione e la vendita avvenivano tramite Facebook. La pagina predisposta al commercio dei diamanti di sangue era la “Ladamanter” (oggi chiusa) e gestita da un’ingegnera fisica di diamanti e insegnante presso l’Università Statale di Mosca, Svetlana Troitskaia. Sull’account, accanto a sponsorizzazioni dei prodotti, venivano pubblicate anche foto della donna riguardanti la sua vita privata. È stata lei stessa ad ammettere di aver portato avanti il progetto imprenditoriale che coinvolgeva Russia e Repubblica Centrafricana: Diamville appunto. È però attualmente attivo su un altro social, Instagram, un account che riporta informazioni che potrebbero far intendere una rinascita del commercio della società.
Gli interessi economici prima di tutto
Le azioni del Gruppo Wagner e le procedure che utilizza sono ormai note a livello internazionale: uso della violenza e capitali economici sono i mezzi utilizzati per sfruttare le risorse di questo o quel Paese. Scoperti i burattinai dietro agli accordi russi con Paesi terzi, il tentativo dei militari comunque quello di impedire la diffusione di informazioni sensibili. È stato infatti confermato il coinvolgimento di Wagner nell’uccisione di tre giornalisti nel 2018. Aleksandr Rastorguev, Orhan Džemal e Kirill Radčenko, erano inviati di un’organizzazione di stampa critica nei confronti del governo sono stati assassinati la notte del 31 luglio, proprio mentre stavano indagando negli affari del gruppo. Il Cremlino smentì – ovviamente – ogni coinvolgimento dell’apparato militare.
È chiaro che i Paesi occidentali da considerarsi sono a loro volta responsabili del perseguimento del conflitto con l’acquisto dei diamanti di sangue. Un tentativo da parte di affiliati del governo russo di “sviare” l’interesse internazionali dai loro affari è avvenuto proprio pochi giorni fa. Secondo Reuters, il 16 dicembre Sytyi è scampato ad un attentato nella capitale della RCA: in gravi condizioni ma stabili, si trova presso un ospedale di Bangui (capitale della RCA).
La questione rimane, quindi, sempre la stessa: rinunciare ad un commercio che si bagna le mani con il sangue di innocenti oppure riconoscere una collaborazione – in questo caso – con imprenditori russi ed impedire la circolazione di beni di lusso tramite ogni canale?