L’accordo Sykes-Picot ebbe un impatto significativo sul Medio Oriente e viene considerato l’origine delle principali questioni geopolitiche della regione. I suoi risultati hanno avuto un’influenza tale da rimanere viva ancora oggi.
L’accordo che ha contribuito a creare i confini del Medio Oriente.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’accordo Sykes-Picot fu un trattato, frutto della diplomazia segreta, tra i grandi Imperi di Francia e di Gran Bretagna. A questi, si aggiunsero successivamente anche altri alleati dell’intesa, in particolare l’Impero russo e il Regno d’Italia.
Nell’accordo si stabilirono le linee guida per la spartizione dell’Impero Ottomano, in caso di vittoria dell’Intesa contro l’alleanza degli Imperi Centrali. L’accordo fu firmato il 16 maggio 1916 tra i due imperi, ma i contenuti del trattato vennero cambiati con l’aggiungersi degli interessi di altre potenze alleate che rientrarono nell’accordo.
Nella sua forma definitiva presentava delle chiare linee di demarcazione in due zone principali, che dividevano il Medio Oriente in aree di influenza (diretta o indiretta). Il trattato, prevedeva il riconoscimento dell’influenza francese in Libano e Siria, e dell’influenza britannica in Iraq e Giordania, con una gestione congiunta della Palestina.
Alcuni di questi confini sono ancora in vigore, frutto dell’opera di carattere imperialistico dei grandi Imperi europei.
La fine della Grande Guerra e i mandati internazionali
In molti criticarono la natura dell’accordo , incluso il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson, che lo riteneva un disegno imperialista. Avendo fornito un contributo essenziale nel tracciare le linee guida per la pace in Europa, i 14 punti di Wilson invalidavano la diplomazia segreta, ma ciò non fu abbastanza per impedire l’avanzamento degli interessi anglo-francesi durante le trattative di pace a Parigi.
Dopo la Prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni imponeva ai paesi del Medio Oriente un periodo di transizione prima dell’indipendenza, sotto un “mandato internazionale“. I mandati rimasero in vigore dal 1920 al 1946 e la loro istituzione divenne un modo per controllare i territori sottratti all’Impero Ottomano. La demarcazione dei confini rispecchiava la spartizione nell’accordo Sykes-Picot.
I trattati di pace affidarono il Medio Oriente a quegli stessi imperi, che ora vedevano internazionalmente riconosciuto il loro dominio nell’area. La Francia ottenne un mandato per la Siria e il Libano, e la Gran Bretagna ottenne un mandato per la Palestina, la Transgiordania e l’Iraq.
Gli arabi ritennero l’accordo una violazione della promessa di autonomia, che era stata loro data dai britannici durante le rivolte che furono centrali nella dissoluzione dell’impero ottomano. L’insoddisfazione delle popolazioni arabe pose le basi che avrebbero influenzato la geopolitica del Medio Oriente fino ai giorni nostri.
Nel 1946, dopo la Seconda guerra mondiale, Organizzazione delle Nazioni Unite concesse l’indipendenza a gran parte dei paesi del Medio Oriente.
Geopolitica del Medio Oriente: considerazioni finali
L’imperialismo su larga scala in Medio Oriente ha inizio proprio in questo periodo storico. I grandi imperi coloniali imposero le loro politiche in Medio Oriente, senza tener conto della complessità religiosa, etnica e culturale, presente nell’area. Esercitando una politica classica, di divide et impera, riuscirono a complicare le aspirazioni di indipendenza politica e di autogoverno dei paesi mediorientali.