Il patriarcato, al contrario di ciò che erroneamente si potrebbe credere, non coinvolge solo gli uomini. A interiorizzarlo, assumendone i comportamenti, sono anche le donne. Donne che si odiano, donne che si reprimono, donne patriarcali.
Il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini detengono posizioni di potere, assicurandosi ruoli privilegiati in qualsivoglia contesto.
Storicamente, il dominio del maschile sul femminile, si legava al ruolo dominante che il padre di famiglia occupava all’interno della sfera privata, così come in quella pubblica. Secondo alcune teorie marxiste sviluppate in maniera differente da Friedrich Engels e Karl Marx, invece, il patriarcato sarebbe nato dalla primitiva suddivisione del lavoro, secondo la quale le donne si prendevano cura della casa, mentre gli uomini si occupavano di attività esterne, come l’approvvigionamento di cibo attraverso l’agricoltura o la caccia. Un tipo di organizzazione che si sarebbe estesa, in sfumature diverse, nei secoli a seguire con l’avvento del capitalismo.
Disparità, quelle tra uomo e donna, innegabilmente presenti anche oggi. Basti pensare al divario retributivo o al tasso di occupazione femminile in Italia, soprattutto nell’Italia meridionale. Sicuramente, il patriarcato ha radici antiche, numerose, dure da estirpare. Le stesse radici dure a morire, che si ramificano non solo negli uomini, ma anche nelle donne.
Non combatterlo, ma allinearsi: il patriarcato interiorizzato
È necessario chiarire una questione importante: il patriarcato, pur danneggiando in maggioranza le donne, rende vittime anche gli uomini, incastrandoli in una mascolinità tossica e degenerativa. Tuttavia, se non si ha la forza di combatterlo o la volontà di distaccarsene, ci si allinea, anestetizzandovisi, interiorizzando comportamenti e ideologie.
Sin dalla nascita, vengono convenzionalmente imposti dei canoni legati al proprio genere di nascita: per le femminucce non è adatto il blu, ma il rosa. È più opportuno danzare sulle punte, piuttosto che giocare a calcio. Quando ci si siede, le gambe devono restare ben chiuse, meglio se incrociate come vere signorine. Con l’arrivo della pubertà i peli vanno estirpati, negli uomini attesi. Piccoli segnali silenti, piccole regole a cui allinearsi, date così tanto per scontate da essere spacciate per normalità. Eppure, la normalità non ha nulla di canonico.
All’interno della società, la posizione che l’individuo occupa è ancora fortemente influenzata dal genere d’appartenenza, con sfavore delle donne. Si instaurano aspettative e limiti impliciti, schemi rigidi in cui rinchiudersi. Il superamento di determinati limiti, legittimati da valori e credenze vecchie di migliaia di anni, provoca scandalo, vergogna ed esilio.
Quando si parla di patriarcato interiorizzato, si fa riferimento a una serie di comportamenti, doveri e sopportazioni che la donna, in modo automatico, assume. Comportamenti e doveri legati a un’ideologia maschilista e sessista, interiorizzati a tal punto, da vivere discrepanze e ingiustizie senza percepirle come tali. Tra gli esempi più comuni, troviamo il ruolo di madre, il cui dovere – al contrario del ruolo paterno – giustificherebbe la rinuncia alla propria carriera, così da divenire prolungamento dei figli. Comune è anche la diversa percezione della sessualità, dagli uomini vissuta come vanto, per le donne ancora pericolosamente infamante. Per questo, pur di non subire derisione, si diventa vittime e carnefici, complici della medesima ideologia misogina. Riparandosi dietro ruoli ammuffiti, cui le donne sono state circoscritte, altre donne tentano di ignorare che si è in gabbia, non al riparo.
L’interiorizzazione del patriarcato è un fenomeno diffuso, clamoroso nella sua disperazione, che rende ancor più evidente l’importanza dell’educazione alla parità di genere.
L’importanza del femminismo
Il femminismo non si rivolge solo alle donne. Molti hanno la pessima credenza che il femminismo sia un’estensione della misandria, volto a ledere la dignità maschile pur di sottolineare la presunta supremazia femminile. Così non è.
Ciò per cui ha sempre combattuto il femminismo – e per cui continua a combattere – è la parità. Smontare, pezzo dopo pezzo, credenze strutturate da secoli di storia comporta un lavoro lungo, paziente, ma decisivo. Solo attraverso la cooperazione, scinta da ogni genere, sarà possibile leggere storie nuove, inedite, svuotate di preconcetti, con donne schiave, solo e soltanto, della propria libertà.