Arriva il verdetto: Kevin Spacey non ha molestato Anthony Rapp nel 1986, quando entrambi erano due attori poco noti di Broadway, rispettivamente di ventisei e quattordici anni. Gli undici membri della giuria hanno impiegato circa novanta minuti per emettere il verdetto, assolvendo Spacey dalle accuse di Rapp.
Quello di Kevin Spacey è sicuramente uno dei casi giudiziari più eclatanti degli ultimi anni. Finito al centro della voragine che lo vedrà accusato di molestie sessuali, verrà prosciolto dalle accuse di aggressione mosse dall’attore Anthony Rapp. I giurati concluderanno che Rapp – qui le sue prime dichiarazioni – non ha saputo dimostrare la presunta aggressione di Spacey, accusato di aver “toccato una parte sessuale o intima”. Così, il giudice Lewis Kaplan, della corte federale di Manhattan, ha formalmente respinto il caso.
Lo scoppio dello scandalo
Nel 2017 grazie al Child Victims, una legge dello stato di New York approvata nel 2019, sarà possibile rendere temporaneamente ammissibili vecchie accuse di molestie, le quali normalmente non potrebbero essere presentate poiché, ormai, oltre i tempi di prescrizione. Appellandosi al Child Victims, Anthony Rapp accuserà Kevin Spacey di violenza, aggressione e stress psicologico. Respinta l’accusa di violenza e quella legata allo stress psicologico, si manterrà l’accusa di aggressione, per la quale verrà chiesto un risarcimento di quaranta milioni di dollari.
Durante il processo, Rapp sosterrà di aver sentito la necessità di raccontare la propria storia nel 2017, a seguito delle iniziative legate al movimento #MeToo. L’attore aveva raccontato la propria versione dei fatti al sito BuzzFeed News, alla fine del mese di ottobre di cinque anni fa, spingendo Spacey a diffondere un comunicato con il quale si scusava per la vicenda e dichiarava pubblicamente – e per la prima volta – la sua omosessualità. Durante il processo, Spacey rivelerà di essersi pentito per la pubblicazione di quel comunicato, con il quale si scusava per qualcosa che non aveva commesso.
Il processo
Il processo ha permesso di ricostruire – almeno in parte – le vicende svoltesi nel corso del 1986. Entrambi gli attori dichiareranno di essersi incontrati nell’aprile del 1986, mentre lavoravano a Broadway e di essersi rivisti anche in seguito. Si rivedranno una sera di maggio, dietro le quinte di uno dei teatri della zona, occasione in cui Spacey proporrà a Rapp e un suo amico – che aveva diciannove anni e per cui Spacey dichiarerà di aver provato una certa attrazione – di andare insieme in un ristorante e in un locale. Dopo il locale notturno, Spacey aveva invitato Rapp e l’amico nel suo appartamento a Manhattan e secondo la versione di Rapp, qualche tempo dopo, Kevin Spacey lo inviterà ad una festa nel suo appartamento. Pur non conoscendo nessuno oltre Spacey, Rapp deciderà comunque di andarci, per poi spostarsi nella camera da letto e guardare un po’ di televisione. Sarà a questo punto, secondo Rapp, che Spacey – apparentemente ubriaco – arriverà in stanza, lo solleverà di peso, lo getterà sul letto e gli si butterà addosso. All’epoca dei fatti, Kevin Spacey aveva ventisei anni, mentre Anthony Rapp solo quattordici.
Spacey respingerà tutte le accuse, dichiarando di non avere mai invitato Rapp ad una festa, né di aver parlato con lui dopo la sera in cui l’aveva invitato con l’amico a casa sua. Inoltre, gli avvocati di Spacey mostreranno alcuni documenti sulla casa di Spacey nel 1986. Il premio oscar, infatti, all’epoca abitava in un monolocale, privo di una camera da letto vera e propria. In sintesi, gli avvocati accuseranno Rapp di essersi inventato l’intera vicenda per motivi di gelosia, dovuta al maggiore successo del loro cliente.
Kevin Spacey tra conseguenze, rivincite e attese
Dopo la lettura del verdetto, Kevin Spacey terrà la testa china, abbraccerà gli avvocati e scoppierà, infine, in lacrime.
A seguito delle accuse di Rapp, la carriera dell’attore ha subito una brusca interruzione, apparentemente definitiva. Allontanato dalle scene, escluso da lavori importanti, marchiato a fuoco da accuse di molestie, violenza e pedofilia, otterrà l’assoluzione come una prima rivincita.
Spacey parlerà anche della propria omosessualità. Rivelerà di non aver potuto – e voluto – fare outing per via della figura paterna, che definirà “suprematista bianco e neonazista”. Cresciuto in una famiglia “dalle dinamiche particolari”, non aveva mai parlato pubblicamente del proprio orientamento sessuale, sino a questo momento.
Dopo le accuse di Anthony Rapp, Spacey sarà protagonista di ulteriori accuse di molestie da parte di altri tre uomini in Gran Bretagna. Il tempo potrà mostrare verità taciute e verità soppresse. In ogni caso, un nuovo processo attenderà Spacey il prossimo anno.