In una secca e deserta regione del Ciad ai piedi della famosa catena montuosa ”Reine du Guerà” fioriscono donne in gamba.
Cinque mesi di vita e reportage nella calda regione del Guerà sono bastati per poter e voler raccontare meglio la vita di queste donne: dalla quotidianità alla violenza, dalla fatica alla tenacia estrema. Donne in gamba.
Questo non sarà un semplice articolo ma qualcosa di più, siete pronti/e?
Facciamo un ”gioco”.
Un gioco di quelli intensi e realistici.
Chiudete gli occhi.
Immaginate ora di vivere nella regione del Guerà, Ciad.
Siete una ”donna in gamba”.
Vivete in uno dei tanti piccoli villaggi sotto la montagna.
La notte dopo aver fatto addormentare i vostri piccoli figli aspettate vostro marito.
Sì, vostro marito, quello che avete sposato non ancora maggiorenni per volere di vostro padre.
”E’ un buon partito”
ripeteva mentre i vostri pensieri erano indirizzati solo ed unicamente al giovane
conosciuto al mercato: tutti i mercoledì sapevate di incontrarlo lì.
Sguardi. Tutto si limitava a quello.
Entrambi sapevate che non ci sarebbe mai stato il ”E vissero felici e contenti..”
Il ”buon partito” parte la mattina di casa e rientra la sera.
No, non è stato tutto il giorno a lavoro.
No, non è stato a faticare gocciolante di sudore sotto il cocente sole africano.
Stamattina è uscito di casa perché, forse, c’era un lavoretto per lui nei campi e dopo è andato a spendere tutti i suoi soldi in birra.
Quella locale, famosa. La dipendenza di molti nel villaggio.
Tutte le sere la stessa storia.
Tutti i giorni la stessa storia.
Tornerà ubriaco, comincerà a lanciarvi qualche insulto.
Starà a voi essere brave a scansarlo.
Litigherete, perché non amate farvi sottomettere, donne in gamba!
Lo avete sposato ma non per questo ne siete succubi.
Il litigio potrà trasformarsi in spintoni e in men che non si dica i vostri piccoli pargoli si metteranno in cerchio per proteggervi.
Per proteggere la loro mamma dal loro padre che, la sera dopo aver bevuto, si trasforma nel solito lupo cattivo.
E’ ormai mattina.
I bambini si sono vestiti e lavati con i secchi.
C’è un po’ di riso avanzato della sera prima e allora potete permettervi di preparare una colazione tipica: riso, latte e cannella.
Vostro marito è già via. Ne siete contente.
I due grandi sono partiti per la scuola, uno con la divisa bianca e rossa e l’altra con la divisa blu, frequentano due scuole diverse e le divise sono obbligatorie!
Caricate il più piccolo, appena otto mesi, con la fascia dietro la schiena, sapete che lì starà buono.
Con l’ultimo litro di acqua rimanente lavate la piccola pentola della colazione.
Ora siete pronte per la giornata, donne in gamba.
Cambiate posizione al pargolo, lo mettete davanti.
Caricate due secchi vuoti sulle spalle e partite.
C’è solo un pozzo a quattro chilometri di distanza da voi.
Ma voi non conoscete la distanza.
Non ci sono metri di paragone.
Per voi è assoluta normalità.
Per strada trovate vostra cugina, e poi la sorella della cugina e infine l’amica d’infanzia.
Tutte insieme sotto il sole caldo di Aprile vi fate forza parlando, ridendo e camminando verso il pozzo.
Il vostro bellissimo progetto.
Quel pozzo.
Siete voi donne, dei villaggi circostanti, che lo avete scavato dal primo all’ultimo centimetro.
Ma non solo.
Intorno al pozzo avete creato tanti piccoli grandi orti.
Siete divise per gruppi.
Il vostro gruppo sia chiama ”Alfa”
Coltivate, seminate, raccogliete.
Lavate i panni. Scaldate il tè. Parlate tra voi. Cantate. Tirate su l’acqua a turno.
Vi tenete i bambini a vicenda.
Voi donne in gamba, nessun uomo nei dintorni.
E non perché non li volete ma perché loro non vogliono:
Chi è a casa a non fare niente, chi fuori a bere, chi è partito da mesi per andare a cercare fortuna altrove.
Fa caldo. Tanto. Aprile è uno dei mesi peggiori.
Ma non ci fate caso.
Sapete che quel raccolto servirà a voi, alla vostra famiglia e al vostro gruppo ”Alfa” per venderlo al mercato e ricavarne finalmente qualche spicciolo.
Non solo lavoro..
Dalle 15 alle 16 è stato organizzato dai missionari del posto un corso di alfabetizzazione.
Partecipate curiose. Volete imparare. I vostri genitori non vi hanno mai mandato a scuola.
Sapete come si cucina una ”boule” perfetta (polenta di miglio).
Sapete come lavare i panni in tempo record.
Ma non sapete leggere.
Ma non sapete scrivere.
Il sole sta per tramontare.
Bambino nella fascia, secchi carichi di acqua e si riparte verso casa.
Lì ci saranno i vostri figli che tornati da scuola saranno in procinto di studiare.
La figlia cucinerà per la famiglia, come succede sempre.
Mangerete nel buio della notte.
Con qualche vocalizzo di iena in sottofondo.
Aspetterete vostro marito anche se nel profondo vorreste che non tornasse mai..
Ma siete donne in gamba e vi fate forza.
Ora dopo ora.
Giorno dopo giorno.
La vostra routine si ripete. Per filo e per segno.
Credete che sia normalità.
Ma in realtà non lo è.
Qual è invece la verità?
Siete donne speciali, ma non lo sapete.
Ostinate, ma non ne conoscete il significato.
Forti, ma nessuno ve lo ha mai detto.
Siete donne in gamba!
Ed oggi è il vostro giorno.
Il giorno in cui qualcuno vi sta finalmente dicendo:
SIETE OSTINATE, SIETE FORTI. UN INNO A VOI DONNE DEL GUERA’.
Alla vostra audacia, alla vostra inventiva, alla vostra positività, alla vostra speranza.
Avanti tutta donne in gamba!