Il 28 settembre scorso, la rete del gasdotto Nord Stream ha registrato fughe di gas e danni “senza precedenti”. Non è chiaro cosa sia successo, ma le teorie sono già molte.
Incidente? Attacco dei russi o degli statunitensi?
Esplosioni nel gasdotto Nord Stream: cosa è successo
Il Nord Stream è un gasdotto della lunghezza di 1224 km, suddiviso in due condotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2.
Partendo dalla città di Vyborg, in Russia, il gasdotto attraversa il Mar Baltico portando il gas fino alla città di Greifswald, in Germania. Qui, si collega alla rete onshore tedesca che distribuisce il gas in tutta Europa.
Il 28 settembre scorso, si sono verificate quattro ingenti perdite di gas, rilevate grazie a dei cali di pressione.
Poche ore dopo, un rappresentante del centro nazionale di sismologia svedese ha rilevato la causa delle perdite in due esplosioni nel gasdotto Nord Stream.
Al momento delle esplosioni, tuttavia, il gasdotto non era in funzione.
Nord Stream 1 era stato chiuso lo scorso agosto dall’agenzia energetica russa Gazprom, ufficialmente a causa di problemi tecnici.
Nord Stream 2, la cui costruzione è stata completata a settembre, non è mai entrato in funzione a causa delle tensioni politiche.
Per quanto riguarda la sicurezza ambientale, l’organizzazione ambientalista tedesca Deutsche Umwelthilfe ha dichiarato che non ci sono pericoli.
Il gas naturale contenuto nelle tubature si scioglierà parzialmente in acqua, senza causare danni alle acque.
Fin da subito, i danni sono stati giudicati “senza precedenti” e, con molta probabilità, irreparabili.
L’azione prolungata dell’acqua di mare sulle tubature danneggiate potrebbe causarne la corrosione, rendendole inutilizzabili. Inoltre, le autorità tedesche hanno informato di non poter intervenire finché il gas continuerà a fluire. Ciò potrebbe portare all’interruzione del deflusso entro la prossima domenica.
Secondo altre ipotesi, comunque, potrebbe rimanere in funzione una linea di Nord Stream 2, rimasta intatta e in grado di trasportare 27,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
Nel frattempo, sul web si moltiplicano le teorie e i sospetti.
Tra chi sostiene che sia stata un attacco della Russia, e chi afferma che si tratti di una mossa strategica degli USA, le responsabilità non sono ancora chiare.
Cremlino: “è un attacco terroristico”
Poco dopo le esplosioni, l’UE ha parlato di un probabile “atto deliberato“, senza però escludere totalmente la possibilità di un incidente.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rivolgendosi all’Unione Europa, ha parlato di “attacco terroristico di una potenza straniera“, sostenendo che sia “stupido” accusare la Russia di sabotaggio.
Secondo Peskov, infatti, i danni ai gasdotti causerebbero problemi anche alla Russia.
Entrambe le linee di Nord Stream 2 sono piene di gas, l’intero sistema è pronto a pompare gas, e questo gas è molto costoso. E ora sta sfuggendo nell’aria
Alberto Negri, giornalista e inviato di guerra, ha fatto notare come Putin non avrebbe avuto bisogno di far esplodere le tubature, in quanto avrebbe potuto “semplicemente chiuderle“.
Per chiudere i gasdotti, tuttavia, la Russia avrebbe dovuto pagare delle penali in merito a un contratto che prevedeva forniture di gas fino alla fine del 2022.
Secondo Kiev, si tratta di un attacco orchestrato dalla Russia per destabilizzare la situazione economica in Europa.
La fuga di gas dal Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno.
La migliore risposta e investimento per la sicurezza è fornire carri armati all’Ucraina. Soprattutto quelli tedeschi
Il ruolo degli Stati Uniti
Secondo altre teorie, la mano dietro l’attacco a Nord Stream sarebbe quella statunitense.
Secondo Mosca, gli USA starebbero guadagnando dal picco dei prezzi di metano, aumentando le proprie importazioni di gas nell’Unione Europea.
Poco dopo la notizia dell’attacco, Mosca ha rilanciato sul web un video nel quale Joe Biden, in un’intervista tenuta il 7 febbraio, afferma di voler “mettere fine a Nord Stream 2”
(Biden) “Se la Russia invade, non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a questo”
(Giornalista) “Come farete esattamente, visto che il progetto è sotto il controllo della Germania?”
(Biden) “Vi garantisco che saremo in grado di farlo”
Pochi giorni prima, Biden e il Cancelliere tedesco Scholz si erano incontrati per discutere la possibilità di utilizzare Nord Stream 2 come arma di ricatto nei confronti della Russia.
Gli USA avevano fatto pressioni sulla Germania per fermare il progetto.
Il 22 febbraio, Scholz aveva annunciato di aver “preso tutte le misure necessarie per interrompere il processo di certificazione di Nord Stream 2“.
In seguito, il gasdotto era terminato, riempito di gas, ma mai messo in funzione.
Il discorso di Biden non farebbe quindi riferimento alla volontà di un possibile attacco terroristico.
Un altro aspetto da osservare, è la presenza di navi americane e russe nei pressi delle tubature.
La responsabile della comunicazione del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che nel Mar Baltico “sono stati avvistati molti più mezzi dell’aviazione che appartengono a Paesi della Nato“. Inoltre, gli attacchi sono avvenuti nei mari della Danimarca e della Svezia, i quali sarebbero “pienamente controllati dai servizi segreti americani“.
D’altra parte, due funzionari dell’intelligence europea hanno dichiarato di aver avvistato navi di supporto della Marina russa in prossimità delle falle del Nord Stream. Tuttavia, come afferma un funzionario militare danese, avvistamenti di navi russe avvengono “ogni settimana” nel Mar Baltico.
Le attività russe nel Mar Baltico sono aumentate negli ultimi anni. Spesso mettono alla prova la nostra consapevolezza, sia in mare che in aria
Poche ore fa, la Russia ha dichiarato di essere in possesso di prove in merito alla responsabilità degli USA.
Abbiamo già alcuni materiali che indicano l’impronta occidentale nell’organizzazione e nell’attuazione di questo atto terroristico
Esplosioni nel gasdotto Nord Stream: cosa succede ora?
In seguito alle perdite di gas, il prezzo è salito verso il 10%, toccando i 200 euro nella Borsa di Amsterdam.
Secondo gli analisti, nei futuri mesi i costi delle bollette potrebbero persino raddoppiare.
Secondo l’esperto Alex Munton, gli attacchi alle infrastrutture del gas aprono una nuova fase nella guerra dell’energia.
Il rischio di un’escalation nel conflitto con potenziali attacchi diretti all’infrastruttura fisica. Ciò, costringerebbe le forze armate europee a prepararsi per un nuovo fronte, in gran parte inaspettato, della guerra in Ucraina che potrebbe aumentare il rischio di uno scontro diretto con la marina russa
Tra gli obiettivi sensibili, ci sono soprattutto i cavi sottomarini cruciali per le connessioni internet.
Le autorità danesi, tedesche e svedesi hanno avviato delle indagini per accertare le responsabilità del presunto sabotaggio.
In Russia, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che il Paese è “molto preoccupato” per le conseguenze sul mercato europeo, e che sarà disponibile a partecipare a un’inchiesta internazionale.
Inoltre, su richiesta della Russia, si terrà a breve un Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere il caso Nord Stream.
Giulia Calvani