Nell’attualità delle “criticità economiche” e dei “critici finanziari”, Silvio Berlusconi punta il dito contro il modo gestionale delle multe stradali “onerose”, “anacronistiche” e “impagabili”.
Di comune pensiero con l’esecutivo, il leader di Forza Italia sostiene l’importanza delle sanzioni; la veduta si differenzia per altro: meglio apprezzarle, di pari passo con l’inflazione, o deprezzarle, di passo inverso ad essa?
Sulle multe stradali: la volontà del governo
Serve prelevare denaro, e la squadra di Draghi pensa di soddisfare la necessità inasprendo anche le punizioni su carreggiata. È evidente che le misure del rincrudimento non siano volte a scongiurare gli incidenti sui mezzi, quanto più a rimpolpare i tesoretti dei comuni.
Seguendo questa linea, si prevede, entro fine anno, un aumento del 10% del valore delle multe. Per fare degli esempi, una multa per divieto di sosta passerebbe dagli attuali 42 a 46 euro, l’uso del cellulare alla guida da 165 a 181 euro.
Poco importa se, a detta dei dati Cgia di Mestre, un italiano su tre al Sud non paga nemmeno gli arretrati. Per l’amministrazione statale occorre convinzione, poi un deciso aumento sino al biennio 2023-2024.
Controcorrente, la strategia di Silvio Berlusconi
Di contraltare Berlusconi condensa: “Si deve passare da una logica di abuso a una logica di educazione, di prevenzione e di investimento“. E annuncia: “Il nostro Paese è un Paese che ha bisogno di ripartire, di tracciare una linea che segni un nuovo inizio e quindi può accettare che il passato possa essere liquidato pagando il 10-20% dell’ammontare della multa”.
Facendosi popolo e volendosi fare il popolo amico, Silvio avanza il buon proposito. Per lui i cittadini devono chiudere con i trascorsi, saldare a prezzo decimato i conti con le vecchie multe; infine, confrontarsi, nuovamente assettati, con il presente.
Poi, per il futuro prevede: “Bisogna mettere un tetto alle ammende: non si può comminare ad un cittadino che guadagna 1200 euro al mese una multa di 200 euro. Anche perché molte delle multe riguardano cittadini che, nella gran parte dei casi, l’automobile la usano per andare al lavoro e per accompagnare i figli a scuola“.
Un po’ demagogico, o solo populista, il Cavaliere propende per la frenata dei rincari. Almeno, per il contenimento di questi, sotto il controllo totale del governo.
Lotta all’inflazione, come gestire il carico ammende
Difficile trarre una risposta oggettivamente giusta. Dissanguare meno e restituire meno, o dissanguare più e restituire più? Tutelare maggiormente il privato che sbaglia, o accrescere la ricchezza pubblica, diversamente redistribuibile?
In apparenza, si tratta di un’equivalenza. E quasi lo è. Si sceglie per sensibilità e spirito di giudizio proprio. Tu, nell’occasione, da che parte stai?
Gabriele Nostro