Bagnanti di Cézanne
Il tema delle bagnanti è sempre stato un’occasione per l’artista di raffigurare il nudo, il paesaggio, di lavorare sul luogo d’incontro dei due elementi, acqua e terra, e i loro significati spirituali; insomma, uno strumento figurativo adatto ad una creazione ponderata, all’allenamento e alla ricerca. Un autore che si cimentò in maniera continuativa con tale iconografia, facendone una delle colonne portanti della sua produzione, è Paul Cézanne. In lui troviamo tutte le possibili declinazioni in merito: il sesso dei bagnanti, uomo e donna, il numero delle figure umane, da un unico personaggio a molti, lo sviluppo del paesaggio, nell’accordarsi tra uomo e ambiente. L’obiettivo dell’artista, infatti, non è rappresentare una storia o un’idea particolare, ma riguarda il lavoro sulla visione, la costruzione di uno spazio unificato secondo il proprio sguardo mentale.
L’equilibrio tra l’uomo e lo spazio
Un suo “Bagnante con le braccia tese”, nelle diverse versioni arrivate fino a noi, può guidarci nel percorso: un sottile lembo di terra funge da pedana su cui si slancia un corpo di giovane uomo, che si staglia sui moduli ambientali del mare e del cielo; la figura umana è più o meno affiancata da ulteriori elementi paesistici. Un braccio dell’uomo avanza calando verso il basso, l’altro va indietro e verso l’alto. Gli arti definiscono lo sviluppo del bagnante nello spazio; i piedi troppo grandi ancorano il movimento al suolo, mentre le braccia dirigono il posizionamento della figura e tendono lo spazio loro intorno, in un equilibrismo unificante la totalità degli elementi raffigurati.
La danza squilibrata di Joker
Un corpo qualsiasi, anonimo, sul quale gli arti torniti approfondiscono i legami della costruzione figurativa. Lo stesso espandersi del corpo umano nell’ambiente torna in “Joker”, in cui Joaquin Phoenix ha interpretato il ruolo del protagonista; la differenza è nel trovarci ora davanti a una rappresentazione animata, quindi la ricerca accomunabile a quella di Cezanne è uno svolgimento nel tempo, non una posa ma una danza che più volte il protagonista mette in scena in momenti densi di carica drammatica. Dentro casa, nei bagni della metro dopo aver ucciso per la prima volta; ma, nel passaggio verso l’atto conclusivo della storia, in maniera inedita inizia a ballare su delle scale nel mezzo della città, non più in luoghi chiusi.
Lo slegarsi dal mondo reale
Nella scena c’è spazio per un cielo sconnesso con la figura umana e con le altri componenti ambientali, differentemente dalla raffigurazione del pittore francese. Questo cielo emana una luce che abbaglia e polverizza la realtà circostante, lo spazio in cui si muove Joker è ormai del tutto altro da essa, come la sua stessa vita che ne è definitivamente uscita fuori; pezzo dopo pezzo sono crollati nello svolgersi degli eventi tutti gli elementi di una normalità, tutte le speranze di normalità, che per la sua condizione non è in grado di mantenere. Adesso la sua malattia è pronta a espandersi dal chiuso in sé all’aperto della città.
All’opposto dei Bagnanti di Cezanne
Il suo corpo che si muove esteriorizza la sua carica distruttiva uno spazio in cui, in un procedimento del tutto contrario del Bagnante di Cézanne, si rappresenta la già avvenuta caduta dell’ultimo possibile elemento che lo collega con il fuori da sé, l’ultima possibilità equilibrante che si rivolta contro il suo squilibrio interiore: la scoperta dei documenti sulla sua infanzia e l’uccisione della madre, da cui si entra nell’escalation pubblica degli eventi che chiuderanno il film.
Giacomo Tiscione