Si riaprono le ostilità tra Armenia e Azerbaigian, che potrebbero riaccendere il decennale conflitto del Nogorno Karabakh
Armenia-Azerbaigian: cosa sta succedendo
Lo scorso martedì, il Ministro della difesa dell’Armenia Nikol Pashinyan ha lanciato l’allarme di attacchi di artiglieria verso le principali città armene di confine.
Secondo Pashinyan, gli attacchi comprendevano l’utilizzo di droni e armi da fuoco di grosso calibro.
Il Ministro della difesa dell’Azerbaigian, Suren Papikyan, ha replicato riconoscendo gli attacchi, ma affermando che si trattava di “attacchi su piccola scala” e “mirati a garantire la sicurezza dei confini dell’Azerbaigian“.
Poco dopo, l’Armenia ha lanciato un appello denunciando un tentativo di avanzata azera sul proprio territorio.
Le forze azere continuano a usare l’artiglieria, i mortai da trincea e i droni… colpendo infrastrutture militari e civili. Il nemico sta cercando di avanzare
Il giorno precedente, il Ministro azero aveva accusato l’Armenia di aver sparato al confine con armi di piccolo calibro, ma l’Armenia aveva negato le accuse.
Durante la notte tra martedì e mercoledì, gli scontri tra Armenia e Azerbaigian si sono accesi lungo il confine.
Verso mezzanotte, le forze azere hanno bombardato le truppe armene in tre località lungo il confine. L’Azerbaigian ha dichiarato di star rispondendo a un accumulo di mine e armi armene vicino al confine.
Alle 00:05 (2005 GMT) di martedì, l’Azerbaigian ha lanciato un intenso bombardamento, con artiglieria e armi da fuoco di grosso calibro, contro le posizioni militari armene in direzione delle città di Goris, Sotk e Jermuk
Gli scontri hanno portato alla morte di 49 militari armeni, mentre non ci sono comunicazioni ufficiali sulle perdite azere.
Il CFTJ (Center for Truth and Justice) ha denunciato il bombardamento da parte dell’Azerbaigian di centri abitati armeni. I civili avrebbero trovato rifugio in alcuni bunker.
Ha quindi invitato CSTO, ONU e OSCE a condannare la violazione delle leggi internazionali.
Scontri tra Armenia e Azerbaigian: un conflitto vecchio di decenni
I conflitti sul confine tra Armenia e Azerbaigian risalgono alla caduta dell’Unione Sovietica, quando la regione di Nagorno Karabakh, sostenuta dall’Armenia, si dichiarò indipendente dall’Azerbaigian.
Ma quest’ultimo sostiene di voler riconquistare il territorio, nonostante questo sia riconosciuto come azero.
Negli anni ’90 e nel 2000 si sono combattute due guerre, che hanno portato oltre 30.000 vittime.
Nel 2020 si sono riaperti gli scontri, conclusi solo con un cessato il fuoco mediato dalla Russia. L’Armenia ha dovuto cedere un’ampia porzione di Nagorno, e sono stati posti 2000 peace-keeper russi che mantenessero la tregua.
Lo scorso agosto, l’Azerbaigian ha dichiarato di aver perso un soldato durante alcuni scontri a Nagorno, che ha registrato a sua volta l’uccisione di due militari e una dozzina di feriti.
Interventi internazionali e cessate il fuoco
Il Ministro armeno ha contattato telefonicamente il Presidente francese Macron (storico alleato dell’Armenia), il Presidente russo Putin e il Segretario degli USA Anthony Blinken, chiedendo una “reazione adeguata all’aggressione azera“.
Inoltre, Pashinyan ha indetto una riunione di emergenza con il Consiglio di Sicurezza del Paese, richiedendo l’appoggio militare della Russia.
L’Armenia è infatti parte del CTSO (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva), che comprende le ex-repubbliche sovietiche Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.
Blinken è intervenuto esprimendo preoccupazione per gli scontri tra Armenia e Azerbaigian.
Non ci può essere una soluzione militare al conflitto. Chiediamo di porre immediatamente fine a qualsiasi ostilità militare
La Turchia, alleata dell’Azerbaigian, ha risposto invitando l’Armenia a “smettere di provocare” e “concentrarsi sui negoziati di pace e la cooperazione nell’ambito della riconciliazione trovata con l’Azerbaigian“.
Anche la Georgia è intervenuta, dicendosi pronta a intervenire come mediatore.
Tuttavia, il Ministro armeno Pashinyan sostiene che l’Azerbaigian non abbia intenzione di discutere la questione Nagorno Karabakh con l’Armenia.
Lo scorso marzo, infatti, durante una serie di incontri a Bruxelles, l’Azerbaigian ha proposto un trattato di pace. L’Armenia ha proposto l’integrazione di alcuni termini, riguardanti la sicurezza e i diritti della popolazione di Nagorno.
Ma, a questo punto, l’Azerbaigian ha ritirato la proposta di pace.
La posizione dell’Azerbaigian è la seguente: non vogliono discutere la questione del Karabakh con l’Armenia perché la loro posizione è che la questione del Karabakh è risolta. O almeno, è una questione interna dell’Azerbaigian e non vogliono discuterne con la Repubblica di Armenia
L’immediata azione diplomatica dell’Armenia ha portato a un cessate il fuoco questa mattina. Ma la situazione, secondo l’Armenia, rimane “estremamente tesa“.