In realtà sono mesi che si susseguono articoli su riviste, specialistiche e non, che testimoniano il gran fermento che c’è attorno alla neonata branca della robotica soffice, ma Octobot, la minuscola piovra robot di cui alcuni ricercatori di Harward guidati da Robert Wood e Jennifer Lewis dell’Istituto Wyss per l’ingegneria ispirata alla biologia, hanno dato notizia in una lettera pubblicata pochi giorni or sono su Nature è il primo vero passo nell’era dei robot soffici.
Cosa fa Octobot e perché è importante
Octobot non fa assolutamente nulla, la piccola piovra alta circa 2 centimetri e grande come una SD card, non fa proprio nulla, non può neanche muoversi davvero, tutto quello che fa è contrarre le estremità dei tentacoli. Eppure Octobot è un passo avanti fondamentale, perché è la dimostrazione che “si può” (realizzare un robot interamente costituito di parti molli) infatti i realizzatori pongono l’accento proprio su quello, ciò che loro hanno realizzato indica ai colleghi la strada da seguire.
Realizzazione tecnica di Octobot
La prima cosa da fare è stata creare il cervello, creare un cervello robotico non solido significa sostituire i circuiti elettrici con fluidi che scorrono in condotti, se vi sembra facile provateci voi. A livello del corpo, già esistevano diversi tentativi di robot in parte soffici, come la piovra realizzata dalla scienziata italiana Cecilia Laschi dell’istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, ma avevano bisogno perlomeno di articolazioni rigide. Per quel che riguarda il movimento anche il modo in cui un robot fatto esclusivamente di parti molli può essere azionato costituisce una sfida, sfida che i ricercatori di Harvard hanno risolto utilizzando un gas, una reazione chimica scinde del perossido di idrogeno (acqua ossigenata) in acqua e ossigeno, il gas occupa molto più spazio del liquido e le parti molle si gonfiano e contraggono. Ovviamente il perossido di idrogeno non è quello che trovate in farmacia come disinfettante, si parla di una soluzione al 50% contro un massimo del 5% di quello in farmacia. Domanda da profano; ma sarà esplosivo? Il prossimo passo sarà proprio sfruttare lo stesso principio per dare ad Octobot autonomia di movimento.
Perché i robot soffici sono il futuro della robotica
I robot soffici sono il futuro della robotica (non esclusivo ma una delle linee da perseguire) se davvero vogliamo che entrino a far parte della vita di tutti i giorni entrando nella case e addirittura a prendersi cura delle persone. Già ora spesso le presentazioni dei nuovi robot vertono su dimostrazioni di manualità e capacità di dosare la forza, ma quanto potrebbe essere più gentile ed amichevole il tocco da parte di un robot soffice?
Roberto Todini