Sembra quasi che la Natura dica, “Caro essere umano, non fai abbastanza, ci penso da me”. La Salpa Fusiformis è un organismo marino facente parte della specie dei tunicati con proprietà “depurative”, che favoriscono la pulizia del mare e dell’ambiente. Un essere che assomiglia, quasi per dispetto, a una bottiglia di plastica, non è urticante e nemmeno pericoloso. Si presenta in colonie numerose e viene soprannominato “pulitore del mare” perché le sue popolazioni contribuiscono al vertical carbon flux, il flusso verticale del carbonio.
La salpa metabolizza tonnellate di anidride carbonica presente nell’acqua, la accumula nei fondali marini, impedendo che questa venga rilasciata nell’atmosfera. Una sorta di piccolo miracolo. Inoltre, depura il mare grazie alla sua alimentazione. I tunicati si nutrono principalmente di fitoplancton e batteri, quindi agiscono anche come dei depuratori naturali.
Dove vivono
Dove vive la Salpa Fusiformis? Principalmente nell’Oceano Atlantico e nelle regioni equatoriali e temperate. Con il surriscaldamento climatico, sono state avvistate anche nel Mediterraneo e nel Sud Italia. Assieme alla Salpa Maxima, la Salpa Fusiformis è ormai tra i più comuni tunicati dei nostri mari.
Preferisce il mare aperto, vive a 800 metri di profondità e risale in superficie durante la notte. Le correnti la trasportano poi verso la riva dove si può presentare in lunghe catene (in questa modalità si riproduce).
Pur essendo somigliante a una medusa, quindi, non bisogna spaventarsi e occorre lasciarla a fare il suo onesto e prezioso lavoro.
Anche gli oceani fanno la loro parte
Gli Oceani catturano un terzo delle emissioni umane di CO2. Forse non tutti sanno che gli oceani e i ghiacciai assorbono circa il 90% del calore terrestre e tre gigatonnellate di carbonio all’anno (circa il 25 % della CO2 emessa ogni anno dalle attività umane). Quanto emerge dal Rapporto dell’IPCC sull’oceano e la criosfera che evidenzia come oceani e ghiacciai abbiano un ruolo estremamente importante per il pianeta visto che coprono oltre il 70% della superficie terrestre.
Tuttavia, pur essendo questa notizia positiva per l’uomo, non bisogna sottostimare il problema. Infatti, non solo il riscaldamento delle acque oceaniche determina l’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacci continentali, ma l’aumento del tasso di assorbimento implica una più rapida acidificazione degli oceani, che ha effetti dannosi sulla salute di molte specie marine.
Il progetto europeo
Il tema è all’attenzione anche delle istituzioni, alla luce dei sempre più frequenti cambiamenti climatici che impattano sulla Terra e sull’uomo. Il progetto CARBOCHANGE (Changes in carbon uptake and emissions by oceans in a changing climate), finanziato dall’UE, ha cercato di colmare queste lacune della conoscenza. Il team di CARBOCHANGE ha usato boe, galleggianti e navi commerciali quali imbarcazioni per la ricerca allo scopo di studiare la quantità di CO2 assorbita. Delle attrezzature scientifiche sono state installate a bordo per fornire una misurazione continua. Nel sito web del progetto è stato creato un portale che rende tutti i dati raccolti disponibili agli scienziati in tutto il mondo.
Il fenomeno dello scambio di CO2
Esistono degli scambi di CO2 fra atmosfera, suolo e oceani: ci interessa soprattutto come dai ghiacciai la CO2 finisca nel mare e capire perché questo scambio lotta attualmente in favore di una stabilità del nostro clima e agisce da freno all’aumento di questo gas a effetto serra.
Il fenomeno è chiamato “Carbon Ocean Sink”, ed è molto accentuato nelle zone glaciali del nostro pianeta, dove la neve invernale è abbondante e dove si formano e sciolgono i ghiacciai, soprattutto nei pressi dei mari e degli oceani. La CO2, nei periodi di disgelo affonda nel mare, trascinata dall’acqua di fusione.
Sono fenomeni da studiare con attenzione, considerando le ultime emergenze climatiche, come la desertificazione e la siccità, dovute anche alla presenza di CO2 nel nostro pianeta. Non dobbiamo lasciare che la natura faccia tutto da sé, con fenomeni ed esseri come la Salpa Fusiformis, ma l’uomo ha l’obbligo morale di occuparsi della questione. Visto che è lui il grande artefice della produzione di massa di CO2 e delle sue disastrose conseguenze.