Il suolo e la storia umana
È il suolo, il terreno, la componente ambientale per eccellenza della storia umana; trattarlo e definirlo in arte porta l’opera stessa e l’osservatore che la guarda a una sottostante sensazione di radicamento nel mondo in cui viviamo. Due esempi distanti più di cinque secoli l’uno dall’altro mostrano come nell’affrontare il terreno, fino a scoperchiarlo, si generi una spazialità del tutto umana, storica appunto.
“Giudizio Universale” di Beato Angelico
Il primo è il Giudizio Universale del Beato Angelico per i camaldolesi fiorentini di Santa Maria degli Angeli. Una solida costruzione prospettica è delineata in tutta la sua profondità dalla doppia fila di loculi scoperchiati a causa della Seconda Venuta; questa fascia mediana spartisce beati e dannati, la duplice suddivisione definitiva dei corpi e delle anime, creando un netto e pulito piano terreno. Si espande il racconto del Giudizio Universale con i suoi protagonisti. Non c’è astrazione, al limite neanche visione; c’è prefigurazione di ciò che avverrà nel nostro mondo, sulla nostra terra. Proprio quelle tombe scoperchiate sono la traccia vivida che tutto succederà negli stessi luoghi in cui viviamo. Su di essi l’Angelico innesta la Gerusalemme Celeste, l’Inferno, le schiere di Santi e Apostoli; nonostante le convenzionalità rappresentative fuoriuscenti dai canoni realistici, e la sintesi simbolica delle diverse componenti del racconto, si posizionano in un mondo che rimane concretamente presente.
“Germania” di Hans Haacke
Facendo un salto fino alla fine del ventesimo secolo, Hans Haacke pensò per il padiglione tedesco della Biennale di Venezia del 1993 “Germania”. L’ambiente interno presenta anch’esso una superficie pavimentaria divelta; essa è fulcro generatore dell’installazione di Haacke. Dissestando lo spazio di calpestio dei visitatori, quest’ultimi entrano nel mondo lasciato dal nazismo, con tutti gli eventi che hanno rivoltato la Germania e il mondo, e allo stesso tempo dove la dittatura e la propaganda nazionalsocialista trova la sua sepoltura. All’ingresso, infatti, Haacke pose una foto di Hitler; ciò a ricordare come nel 1934 la prima visita di Stato del dittatore fosse stata fatta proprio in quegli stessi luoghi, conscio del valore internazionale dell’evento artistico lagunare.
La storia umana, i percorsi passati e futuri
È il trattamento del suolo, del pavimento stesso di un edificio come il padiglione tedesco rimodellato dall’architettura nazista per fungere come mezzo di propaganda, a fondare e stabilire ancora una volta l’esperienza estetica su terreno certo ed esistenziale. I delitti e l’odio hanno distrutto gli spazi su cui abitualmente camminiamo; da ciò che essi stessi hanno iniziato ne sono alla fine risultati autodistrutti. Che sia futuro in cui credere, che sia passato da ricordare, le nostre impronte sul terreno continuano a tornare sugli stessi passi e a predisporre percorsi futuri; è sulla terra che i diversi percorsi di vita si snodano e si rincontrano.
Giacomo Tiscione