Le migrazioni globali sono in costante aumento nell’arco degli ultimi cinquanta anni, uno scenario destinato a crescere ulteriormente. Se può essere considerata una questione che risale ai primi anni della storia umana, le sue manifestazioni e il suo impatto continuano a cambiare nel tempo, assumendo forme diverse in un mondo globalizzato. Oggi, nostri occhi sono puntati sulla situazione in Ucraina, ma la guerra è solamente una delle cause della migrazione, fenomeno complesso che tocca una molteplicità di aspetti economici, sociali, politici, di sicurezza ambientale.
Tanti profughi dall’Ucraina e molti Italiani emigrano
Sono oltre 91mila i profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra. Così, la geografia dei flussi migratori nel nostro Paese cambia radicalmente faccia. Dal monitoraggio del Viminale effettuato ad aprile, 48.817 sono donne, 10.229 uomini e 33.796 minori.
Nel 2022, in un solo mese sono arrivate lo stesso numero di persone che nell’intero arco del 2021. – Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile
Tanto rilevanti i flussi in entrata, quanto in uscita. Secondo il rapporto dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) 2021 sono ancora in aumento gli Italiani che emigrano all’estero, con una quota di maggioranza riferita ai giovani.
Si pensi che nel solo 2019 il volume complessivo delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è di 180mila unità, in aumento del 14,4% rispetto all’anno precedente. Le emigrazioni dei cittadini italiani sono il 68% del totale (122.020).
Inoltre l’Istat sottolinea che la distribuzione degli espatri per Regione di partenza evidenzia una situazione piuttosto eterogenea, anche se la Regione da cui emigrano più italiani, in valore assoluto, è la Lombardia con un numero di cancellazioni anagrafiche per l’estero pari a 23mila; seguono Sicilia e Veneto (entrambe 12mila), Campania (11mila) e Lazio (9mila).
Le mete delle migrazioni globali
Appurato che le complesse dinamiche delle migrazioni globali non possono mai essere completamente misurate, comprese e regolate, uno strumento utile per inquadrare il fenomeno su vasta scala è il World Migration Report (WMR) 2022 dell’Agenzia delle Nazioni unite IOM (International Organization for Migration).
Il rapporto IOM indica che l’Europa è la meta dove si trovano più migranti internazionali, con 87 milioni di migranti (il 30,9% della popolazione migrante internazionale), seguita dall’ Asia in cui risiedono 86 milioni di migranti internazionali (30,5%). Il Nord America è la destinazione per 59 milioni di migranti internazionali (20,9%), seguita dall’Africa con 25 milioni di migranti (9%), l’America Latina e i Caraibi al 5% e l’Oceania al 3%.
Su scala globale è rilevante constatare che il numero stimato di migranti è aumentato negli ultimi cinquanta anni. Nel 2020 quasi 281 milioni persone vivevano in un Paese diverso da quello di nascita, ovvero circa 128 milioni in più rispetto a trenta anni prima, il 1990 (153 milioni) e più di tre volte il numero stimato nel 1970 (84 milioni).
Al mondo una persona su trenta è migrante
Nel complesso, il numero stimato di migranti internazionali è aumentato negli ultimi cinquanta anni. Nel 2020 quasi 281 milioni persone vivevano in un Paese diverso da quello di nascita, ovvero circa 128 milioni in più rispetto a trenta anni prima, il 1990 (153 milioni) e più di tre volte il numero stimato nel 1970 (84 milioni).
Con quasi 18 milioni di persone che vivono all’estero, l’India ha la più grande popolazione di emigranti al Mondo, rendendola così il primo Paese di origine a livello globale. Il Messico è il secondo Paese di origine per importanza con circa 11 milioni.
La Federazione Russa è il terzo Paese di origine, seguita da vicino dalla Cina (circa 10,8 milioni e 10 milioni rispettivamente). Il quinto Paese di origine per importanza è la Repubblica araba siriana, con oltre 8 milioni di persone che vivono all’estero, principalmente come rifugiati a causa degli sfollamenti su larga scala nell’ultimo decennio.
Tante migrazioni nel mondo, ancora di più entro i confini nazionali. La prima ragione è il lavoro
Quando si pensa ai fenomeni migratori, si tende ad immaginare un cospicuo numero di persone volte ad abbandonare il proprio Paese. Ma in realtà non è proprio così. La grande maggioranza delle persone non migra oltre confine; numeri molto più grandi migrano all’interno dei Paesi di origine (circa 740 milioni di migranti interni nel 2009).
Sebbene vi sia solo una piccola percentuale della popolazione mondiale in generale che è migrante internazionale (3,6%), esiste un’ampia variazione a livello di Paese. Tra quelli che registrano con più evidenza il fenomeno, compaiono gli Emirati Arabi Uniti, con oltre l’88% della popolazione è costituita da migranti interni.
Il lavoro è il motivo principale per cui le persone migrano a livello internazionale e i lavoratori migranti costituiscono la grande maggioranza dei migranti internazionali nel Mondo, verso Paesi ad alto reddito.
Fabio Lovati