Kim Kardashian ha indossato due abiti di Marilyn Monroe. Perché la questione è più stratificata del previsto.
Il 2 Maggio 2022 ha avuto luogo l’annuale evento del Met Gala.
Se già ogni anno riesce a far parlar di sé, quest’anno c’è stato un dettaglio che ha scatenato non poche discussioni. Si tratta di Kim Kardashian, che ha deciso di indossare ben due abiti originali di Marilyn Monroe.
Ciò ha dato il via a moltissime polemiche e anche sdegno, ma vediamo insieme come e perché, sia dal punto di visto storico che umano.
Le basi: perchè Kim Kardashian ha indossato questi abiti e come
Il tema 2022 del Met Gala era il “Gilded Glamour“, cioè uno stile che usi il glamour per nascondere i tumulti e subbugli dell’epoca. Il periodo storico ( la “gilded age“) in questione è quello che va dal 1870 al 1900.
Kim Kardashian ha indossato l’abito che Marilyn Monroe indossò per il compleanno dell’allora presidente Kennedy, un vero e proprio pezzo di storia statunitense e cultura popolare occidentale. Nella seconda parte della serata, invece, ha sfoggiato un altro vestito che la Monroe indossò in occasione dei Golden Globe del 1962.
Sebbene gli indumenti siano stati toccati con i guanti e nessuno, all’infuori di Kim Kardashian, potesse toccarli o avvicinarvisi, e subito dopo il red carpet il vestito sia stato sostituito da una fedele replica, il danno era stato fatto.
Il famosissimo primo vestito di Marilyn Monroe era conservato da Ripley’s. Ripley’s è un franchise statunitense che colleziona oggetti ( o, in questo caso, indumenti) strani e rari, tratta eventi inusuali e simili. L’abito in questione è considerato il più costoso della storia, del valore di più di 5 milioni di dollari.
Il perché delle polemiche
Moltissime e moltissimi curatori, esperti di moda e anche una buona parte dell’opinione pubblica sono rimaste interdette dal permesso concesso a Kim Kardashian. Esistono regole e regolamenti che gestiscono la cura ed eventuale uso di abiti d’epoca o da esposizione, soprattutto se di grande rilevanza storica e culturale. È fatto assoluto divieto di indossarli e anche la mera esposizione può essere accordata a condizioni ben specifiche.
Come spiegato chiaramente in un video YouTube di Abby Cox, ci sono moltissimi elementi ai quali non pensiamo, quando indossiamo qualcosa. Ogni qualvolta che si indossa un indumento, lo si sta già logorando e rovinando. Sudiamo, ci muoviamo, lasciamo la nostra “essenza” e movimento su quel tessuto. Iniziamo a “distruggere” un capo dal momento in cui lo utilizziamo la prima volta. Per esporre in delle mostre questo tipo di pezzi di storia serve una temperatura ben precisa, teche e/o distanza, determiante luci con una determinata intensità e anche così, in parte, si rovina. Quando si accetta o si decide di permettere di esporre questo tipo di abiti, spiega Cox, è un compromesso tra quanto si dona, a livello artistico e culturale, e quanto si può un minimo danneggiare il capo. Permettere a Kim Kardashian di indossarne non uno, ma ben due, quindi, è veramente qualcosa senza precedenti. Non solo lei, come ogni essere umano, si muove e suda un minimo, ma era truccata e calpestava l’orlo finale dell’abito con i tacchi, sporcandolo anche sul tappeto rosso. Il tutto unito alle violazioni di regole e buon senso sulla conservazione e cura di simili capi d’abbigliamento.
Altre controversie
In un’intervista Kim Kardashian ha ammesso come abbia perso moltissimi chili per poter entrare nel tanto agognato abito. Nonostante ciò non le entrava comunque. Era completamente aperto sul retro, zona tatticamente coperta con uno scialle. Parlare in maniera così leggera di come ci si sia sottoposte a rigidissime diete solamente per entrare in un vestito non è assolutamente un’influenza sana, a livello alimentare. Che piaccia o meno, milioni di persone (soprattutto giovani e di genere femminile) seguono Kim Kardashian sui social o la vedono come un esempio da emulare. Far passare, magari involontariamente, il messaggio che sia accettabile una dinamica del genere non va bene. Inoltre moltissime persone si sono domandate perché non abbia direttamente indossato la replica fatta appositamente per lei. Al contrario di quanto forse ci si aspettava, il feedback generale sul suo look non è stato positivo. Non solo l’effetto finale su di lei era estremamente diverso da quello originale, ma sono stati apportati danni ad un pezzo di storia gratuitamente. In molti video, commenti e sui social era condivisa l’idea che se Kim Kardashian avesse scelto direttamente una copia della sua taglia, che calzasse adeguatamente e anche della tonalità adatta sarebbe stata molto meglio.
L’ennesima mancanza di rispetto per la volontà di Marilyn Monroe
Infine è stato fatto notare come, per l’ennesima volta nella storia, non sia stata rispettata la volontà di Marilyn Monroe.
Come forse molte persone sapranno, la vita di Marilyn Monroe non fu affatto felice. Fu sfruttata da molte persone, soffriva di depressione, endometriosi, non riusciva ad avere figli, probabilmente era anche una donna asessuale e mal sopportava il vedersi costantemente sminuita e sessualizzata. Per lei Marilyn e Norma Jeane erano due entità ben distinte. In vita chiese che tutti i suoi averi, in caso di morte, fossero consegnati ad amici e colleghi, mentre invece sono stati venduti, messi all’asta e monetizzati. Come in vita non fu abbastanza rispettata e soprattutto monetizzata come un prodotto, lo stesso destino hanno dubito le sue proprietà. Lei si fece cucire quest’abito affinché fosse del suo stesso incarnato e su misura per le forme del suo corpo. Voleva un abito che fosse solo suo. L’aver concesso a terzi di sfruttarlo, anche se per pochi minuti, per un “effetto wow” è l’ennesima prevaricazione delle sue volontà ed identità, anche nella morte.
Flavia Mancini