L’appello dell’ambasciata ucraina in Senegal
Africa e Ucraina geograficamente distanti tra loro, a causa del conflitto risultano essere incredibilmente vicine. La guerra, purtroppo, sta assumendo dimensioni su scala globale e nemmeno il terzo mondo può ritenersi esente dal conflitto. Le ambasciate ucraine di tutto il mondo stanno richiedendo forze militari nei paesi in cui sono delegate che possano unirsi alla lotta contro l’invasione russa. L’ambasciata ucraina a Dakar, in Senegal, tramite un post su Facebook ha lanciato un appello per tutti coloro che volessero partecipare al conflitto, messaggio poi rimosso dal social. Il Senegal, inoltre, fa parte di quelle 35 nazioni che non hanno aderito al voto della risoluzione Onu non condannando di fatto l’invasione russa.
L’annuncio dell’ambasciata ucraina e la replica del governo senegalese
L’annuncio rimosso, rivolto specialmente ai migranti residenti in Senegal (ma anche quelli della Costa d’Avorio e Guinea), richiedeva di compilare un formulario con dati personali inclusa l’esperienza militare. Il governo senegalese, però, ha formalmente obbligato a cancellare il post ed ha subito convocato l’ambasciatore ucraino Pyvovarov a Dakar. Il ministero degli Esteri senegalese ha fatto sapere, inoltre, che ben 36 volontari avrebbero risposto all’appello alle armi dell’ambasciatore ucraino. Il ministero ha ricordato all’ambasciata che in Senegal il reclutamento di mercenari e combattenti stranieri è vietato, nonché perseguibile penalmente. La situazione tra Africa e Ucraina, però, non si conclude qui.
Africa e Ucraina: due pesi e due misure
L’appello alle armi in Senegal non è andato a buon fine. Il legame tra Africa e Ucraina degli ultimi giorni ha solo un significato: nessuno è escluso dalla guerra, ma c’è chi ne subisce di più le conseguenze. È di pochi giorni fa la notizia dei maltrattamenti subiti dagli africani emigrati in Ucraina trattati come vittime di serie B. Secondo le politiche europee, per chi proviene da stati africani è necessario il Visto Schengen nelle aree della Polonia, Ungheria e Romania. L’Ucraina ovviamente non richiede il visto. Pertanto, gli africani emigrati in Ucraina, per ragioni ben note, sono in procinto di lasciare il paese al seguito di tanti ucraini (accolti senza problemi pur non appartenenti all’UE). Questa gente non gode degli stessi diritti lungo i confini polacchi e per molti di loro risulta difficile lasciare il territorio ucraino in direzione occidentale.
L’ Africa e la provocazione dell’ambasciata ucraina
Ad alzare la voce è stato il Capo di Stato del Senegal Macky Sall che ha tuonato contro queste discriminazioni. Sall ha ricordato come durante un conflitto ogni persona indipendentemente dalla nazionalità abbia diritto di attraversare i confini internazionali. Per di più, l’ambasciatore ucraino in Senegal ha negato la situazione creatasi alla frontiera con la Polonia, nonostante vi siano testimonianze video che attestino i maltrattamenti. La richiesta dell’ambasciatore Pyvovarov a Dakar assomiglia, pertanto, ad un’ennesima provocazione nei confronti di un popolo-strumento usato a convenienza e per il quale nessuno mostra reale interesse.
Lorenzo Tassi