La ricerca di cattive notizie, detta doomscrolling, è una vera e propria dipendenza e può avere serie conseguenze psicofisiche
Cos’è il doomscrolling
Dall’inglese “doom” (condanna, sorte avversa) e “scrolling” (scorrere), con doomscrolling si intende la continua ricerca di cattive notizie.
Questa tendenza è tipica di coloro che soffrono di ansia e depressione, perché si lega al cosiddetto bias di conferma, ossia la tendenza a leggere ciò che è in linea con il nostro pensiero.
Perciò, chi soffre di questi disturbi, sarà più propenso a cercare notizie negative che confermino la sua visione negativa della vita e del mondo.
Con la pandemia di Covid-19, poi, il malessere psicofisico è aumentato orientandoci ancora di più verso le notizie negative.
In generale, l’uomo è curioso di sapere ciò che accade nel mondo. Ed è attratto soprattutto da notizie che richiamino violenza o minaccia.
A questo proposito l’università canadese McGill ha fatto un esperimento su 100 studenti universitari.
Ai partecipanti è stato chiesto di visitare un sito web di notizie di politica interna ed estera, e scegliere le notizie che ritenevano più interessanti.
La maggior parte degli intervistati ha scelto notizie che trattavano di corruzione o ingiustizie, specialmente chi si era detto particolarmente interessato alla politica.
Allo stesso tempo però, quando è stato chiesto quali notizie preferissero leggere, la maggior parte degli studenti ha risposto di preferire le notizie positive.
Alla fine dell’esperimento i ricercatori hanno concluso che si tratta dell’effetto negatività, secondo cui gli elementi di carattere negativo hanno un effetto maggiore, a livello psicologico ed emotivo, rispetto ad altri tipi di notizie.
Questo è il motivo per cui al TG sentiamo soprattutto brutte notizie, o per cui, davanti a un incidente stradale, rallentiamo per osservare la scena.
Le conseguenze sull’equilibrio psicofisico
Nonostante il doomscrolling possa sembrare una pratica autolesionistica, una delle motivazioni alla base è la ricerca di rassicurazione.
Se, infatti, il primo impatto con una notizia negativa porta a sentimenti di fuga e rabbia, ciò che ne consegue è il desiderio di controllo e preparazione ad eventi similari. Si entra così in un circolo vizioso di ricerca di pericoli e minacce.
Questo può avere serie conseguenze sul nostro benessere fisico e mentale.
Seppure alla base ci sia una ricerca di rassicurazione, il risultato è un aumento dell’ansia e della depressione.
Inoltre queste dinamiche, non portando a nessun risultato positivo, potrebbero innescare comportamenti compensativi come l’abuso di cibo, fumo o alcol.
L’ansia può inoltre portare a uno squilibrio del sonno, con tutto ciò che ne consegue a livello psicofisico.
La continua ricerca di notizie negative implica, in più, che si passi molto tempo davanti alla TV o sui social network, ponendo le basi per una dipendenza dalla tecnologia.
Come contrastare la continua ricerca di cattive notizie
Per vivere serenamente ed evitare di cadere nel vizio del doomscrolling, si possono prendere alcuni accorgimenti.
- Riconoscere il problema
Se ci si rende conto che la ricerca di notizie negative sta incidendo sul proprio benessere e sulla propria vita quotidiana, è bene prenderne coscienza e farsi delle domande. Per quale motivo cerco queste notizie? Noia? Solitudine? Interesse? Perversione? - Darsi una disciplina
Come in ogni caso di dipendenza, rompere il circolo vizioso è molto difficile. Ma ci sono provvedimenti che si possono prendere. Come, ad esempio, limitare il tempo da dedicare alla ricerca di notizie o limitare le fonti a cui si attingono (scegliendo solo quelle più realistiche e affidabili) - Non isolarsi
Uno dei consigli della psicologia è quello di condividere le notizie che più ci colpiscono con qualcuno di fidato. In questo modo se ne potrà parlare e trovare un modo di reagire - Chiedere aiuto
Quando il problema diventa troppo pesante da gestire da soli, la cosa migliore da fare è chiedere aiuto a qualcuno di competente. In questo modo si potrà riprendere il controllo della propria quotidianità