Il moto delle onde offre una risorsa eco-compatibile alla richiesta energetica di isole e città marittime e previene l’erosione costiera
Negli ultimi decenni siamo alla costante ricerca di una o più fonti che possano ridurre l’impatto ambientale e nel contempo sopperire ad un ‘immensa richiesta energetica, così immensa da apparire inesistente. Ma sembra che questa fosse proprio di fronte a noi, o meglio lungo le nostre coste.
Mari e oceani costituiscono il 70% della superficie terrestre, un‘enorme fonte di energia pulita potenzialmente in grado di soddisfare l’intera domanda energetica mondiale. Sono differenti sistemi in corso di studio e produrre energia dal moto delle onde è una delle soluzioni più vantaggiose, non solo rispetto alle fonti fossili, ma anche rispetto ad alcune risorse rinnovabili, come eolico e solare.
La tecnologia WEC (Wave Energy Converters) ha di fatti un basso impatto ambientale e garantisce energia per tutto l’anno con il maggior potenziale energetico in fase invernale, quando il moto delle onde è più intenso e i consumi di energia sono massimi.
Energia dal mare: Europa leader nello sviluppo tecnologico
Molti Paesi hanno compreso le opportunità che offre la fonte rinnovabile e in uno scenario in pieno progresso tecnologico, l’Europa concorre per aggiudicarsi un ruolo da protagonista. Il Working Group Ocean Energy del SET-Plan europeo ha messo a punto delle linee guida che ne prevedono l’installazione su larga scala per il 2030 ed entro il 2050 il raggiungimento di una copertura energetica pari al 10% del fabbisogno del continente, occupando una posizione di rilievo nel mercato globale.
Nell’ultimo rapporto annuale OceanSET 2021 sono 127 i progetti di energia dal mare che hanno conseguito una fase di sviluppo tecnologico prossimo agli obbiettivi prefissati e, nel perseguimento di questi risultati, l’Italia si posiziona in prima linea con la progettazione di prototipi decisamente avanzati nel campo dell’energia da moto delle onde e mareomotrice.
Oggi in Europa la produzione di energia dalle onde soddisfa lo 0,02% della domanda complessiva. Ma se, come previsto, si arrivasse a coprire il 10% del fabbisogno energetico europeo con lo sfruttamento combinato delle maree, entro il 2050 sarebbe possibile sostituire 90 centrali a carbone, un terzo degli impianti oggi in funzione in Europa.
Gianmaria Sannino – responsabile del laboratorio ENEA di modellistica climatica e impatti
PEWEC 2.0: il convertitore di energia ondosa progettato in Italia
Proprio in questo inizio di 2022 Enea e il Politecnico di Torino annunciano la messa a punto della seconda e più avanzata versione PEWEC, il nuovo sistema galleggiante “off shore” da posizionare in mare aperto e in grado di produrre energia per effetto dell’oscillazione dello scafo indotta dal moto delle onde.
Il prototipo è studiato per il Mediterraneo, dove si presentano onde basse ad alta frequenza e apre a concrete prospettive di approvvigionamento energetico e produzione eco-sostenibile di elettricità in loco.
Un sistema conveniente per l’Italia che con i suoi 8000 km di costa e 77 isole abitate ha un elevato potenziale energetico associato al moto delle onde, paragonabile a quello riscontrato sulle coste orientali del Mare del Nord.
Una fonte rinnovabile che protegge la costa
Nel corso di questo secolo, stiamo assistendo ad un preoccupante innalzamento del livello degli oceani e dei mari che richiederà di riconsiderare gli interventi poco incisivi a contrasto dell’erosione costiera.
In Italia, secondo le stime del Rapporto-Spiagge 2021 di Legambiente i tratti di litorale soggetti ad erosione sono triplicati dal 1970 con il 46% di spiagge sabbiose coinvolte.
Una delle principali azioni di contrasto consiste nell’installazione di opere rigide a difesa delle zone costiere, che ad oggi occupano 1300 kilometri di spiaggia lungo tutta la penisola. Un intervento che non ha riscontrato grandi benefici e in alcuni casi ha aggravato ulteriormente il fenomeno, alterando le correnti sottomarine e di conseguenza il ciclo dei sedimenti nei fondali.
Da uno studio condotto presso The University of Western Australia emerge che la tecnologia WEC ha la capacità di alterare il moto delle onde locale e quindi assorbire o deviarne l’intensità in prossimità delle spiagge. Tali modifiche all’idrodinamica costiera possono intervenire sul moto dei sedimenti e non solo proteggere dall’erosione, ma addirittura contribuire alla crescita delle spiagge.
L’ energia dal moto delle onde è già realtà
In Italia questa risorsa è già realtà dal 2019. L’energia ottenuta dal moto delle onde è attualmente fornita dall’impianto, oggi rilevato da Enel Green Power, installato davanti alla marina pisana da una startup italiana 40South Energy. Il sistema ha una potenza di 50 kW, è posizionato a circa 7 metri di profondità e fissato al fondale marino medianti dei cavi interrati. Posto su una guida mobile, produce elettricità per mezzo del moto basculante innescato dalle onde, a circa 200 metri di distanza dalla costa.
In data il 24-25 febbraio, a Roma, si terrà un incontro per aggiornare il piano d’azione nazionale, presieduto dal cluster tecnologico BIG (Blue Italian Growth). Un’ importante occasione di confronto per favorire il raggiungimento degli obbiettivi comunitari prefissati e l’impiego di una risorsa preziosa per il nostro Paese e per il mondo intero.
Fabio Lovati