Basta accendere la tv o leggere un giornale per sentire miriadi di esperti costantemente in allarme e in conflitto tra loro.
Gli economisti gridano all’emergenza povertà e disoccupazione chiedendo di rilanciare i consumi. La finanza e i mercati rincorrono il profitto e le oscillazioni dei prezzi. Gli ambientalisti mettono in guardia contro l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo e chiedono di accantonare la logica del profitto e di diminuire i consumi per evitare di distruggere il pianeta, l’unico che abbiamo: “there is no planet B”.
Nel mentre, la pandemia sembra essere entrata a gamba tesa per dire “fermi tutti: rallentate e ripensate al vostro modo di vivere”.
Cosa vuol dire ESG?
ESG è l’acronimo di “Environmental, Social & Governance”, ovvero ambientale, sociale e governo. Si riferisce quindi ai tre fattori centrali nella valutazione della sostenibilità di un investimento.
Questo approccio agli investimenti deriva dalla teoria economica “Triple Bottom Line (TPL)”, anche nota come “Persone, Pianeta e Profitti (PPP)”, elaborata nel 1994 da John Elkingtone, fondatore del SustainAbility Institute.
Persone, Pianeta e Profitti
In pratica, secondo questa teoria, le imprese dovrebbero ovviamente concentrarsi sui “Profitti” necessari alla sua sopravvivenza e crescita, ma senza danneggiare il nostro pianeta e la sua popolazione, che sono elementi altrettanto importanti per la sostenibilità nel tempo di qualsiasi impresa commerciale. Questo concetto si è poi evoluto negli attuali tre fattori Environmental, Social & Governance, che oggi sono il fondamento di ogni investimento sostenibile e responsabile.
L’idea al centro dell’ESG è semplice: le imprese hanno maggiori probabilità di avere successo e di generare rendimenti in futuro se creano valore per tutti gli stakeholder, ovvero i soggetti direttamente e indirettamente interessati al buon andamento dell’impresa: i dipendenti, i clienti, i fornitori, gli investitori e la società in generale, incluso l’ambiente (non solo gli azionisti).
Environmental
Il fattore “E” fa riferimento all’impatto ambientale o territoriale e quindi analizza parametri come le emissioni di anidride carbonica (misurabile con la carbon footprint), l’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali e l’attenzione al cambiamento climatico, alla crescita della popolazione, alla biodiversità e alla sicurezza alimentare.
Social
Nell’ambito “Social” sono ricomprese tutte le iniziative che hanno un impatto sociale come, per esempio, il rispetto dei diritti umani e l’attenzione verso uguaglianza e inclusione.
Governance
Senza postulare un nesso di causalità tra “buona” performance aziendale e “buona” Corporate Governance, è stato evidenziato che se una società ha un buon governo d’impresa, è molto probabile che ottenga risultati superiori a quelli dei propri concorrenti. Il mercato ne è ben consapevole e premia le imprese di conseguenza.
Cos’è la Corporate Governance? È l’insieme di regole che disciplinano il governo di una organizzazione o impresa. É quindi dall’efficacia di tali regole – e del rispetto delle stesse – che dipendono la legalità e, a priori, la prevenzione di eventuali comportamenti scorretti da parte degli amministratori delle stesse.
Possiamo suddividere questo insieme di regole attraverso cui le imprese sono dirette e controllate in cinque aree:
- Struttura e rappresentanza dell’azionariato;
- Composizione del Consiglio di Amministrazione (di cui uno dei KPI più popolari è la Gender Diversity);
- Funzionamento del Consiglio di Amministrazione;
- Meccanismi di remunerazione e incentivazione;
- Sistema dei controlli e di gestione dei rischi.
Cos’è il rating ESG?
Il rating ESG è un giudizio sintetico di sostenibilità che certifica la solidità dal punto di vista delle performance ambientali, sociali e di governance di un emittente, un titolo o un fondo.
Considerato il crescente interesse sia dell’opinione pubblica, sia degli operatori finanziari verso fattori ESG, il rating di sostenibilità sta assumendo sempre più importanza nella valutazione degli investimenti o in generale delle società ritenute virtuose dal punto di vista ambientale, sociale o di governance.
Sostenibilità come discriminante degli investimenti
Le banche italiane seguono prevalentemente i principi ESG di riferimento forniti dalla Global Reporting Initiative (GRI), una organizzazione internazionale senza scopo di lucro che aiuta organizzazioni o imprese definendo standard di rendicontazione della propria performance sostenibile e di bilancio sociale.
La consapevolezza circa la rilevanza dei fattori ESG non si limita agli impatti reputazionali, ma é dovuta anche agli effettivi benefici che porta un approccio olistico di questo tipo in termini di redditività, mitigazione dei rischi e riduzione dei costi di investimento.
Vi è crescente interesse per l’emissione di Green Bond (obbligazioni sostenibili) e molte banche hanno già concesso linee di credito sostenibili dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Purtroppo, c’è ancora un forte disallineamento tra consapevolezza sull’importanza strategica della sostenibilità e attuazione pratica di azioni e programmi o creazione di prodotti che ci garantirebbero un biglietto di sola andata verso l’Eden.
Giulia De Vendictis