Perché a scuola spesso non si studiano autrici donne? Come ridurre il gender gap all’interno dell’editoria? Sono queste le due domande principali che hanno ispirato Erica Isotta, milanese classe 1992, a fondare Women Plot: una casa editrice innovativa e dal respiro internazionale, che ha lo scopo di amplificare la voce delle donne. Ma Women Plot è molto più di una casa editrice. È una vera e propria community che si impegna a realizzare un cambiamento positivo per l’eliminazione delle disuguaglianze di genere.
Ma partiamo dal principio, la passione di Erica per la scrittura e la lettura inizia infatti dall’infanzia. È sua mamma che le insegna a leggere e che le trasmette un amore incondizionato per Piccole donne, «un esempio di leadership al femminile, di forza e resilienza, quando queste qualità erano esclusivamente associate al mondo maschile». A cinque anni legge già in maniera indipendente e dalle medie in poi sostiene un ritmo inarrestabile di un libro al giorno. «Nei libri trovavo un luogo sicuro dove poter essere me stessa, viaggiare con la fantasia e vivere vite straordinarie».
A otto anni scrive il suo primo “romanzo”, su uno dei primi computer portatili. Racconta la storia di Emma, ambientata a Oslo, in Norvegia. E non passerà molto tempo per l’esordio ufficiale, a poco più di vent’anni, con Portami con te (2014), seguito da Quando torni? (2016), romanzi entrambi dedicati ai temi del viaggio e della crescita.
Ed è proprio grazie alla sua esperienza di scrittrice che apre gli occhi sul mondo dell’editoria e inizia a capire che qualcosa non va. Qualche ricerca su Google e molte statistiche dopo, scopre che «ogni anno, vengono pubblicati il 70% di autori uomini e il 30% di autrici donne». Ma questa non è la parte più sconvolgente. «In quel 30% ci sono principalmente donne bianche, abbienti o appartenenti alla classe medio-alta, eterosessuali e abili. L’industria editoriale si rivela così razzista, abilista, classista e non inclusiva. Possibile che non si possa fare niente a riguardo?».
Per troppo tempo infatti le donne sono state oggetto di gender bias sia come scrittrici sia come personaggi nei libri scritti da uomini. «Ci si aspetta che le donne, quando scrivono, scrivano solo romanzi rosa e storie d’amore». È inoltre uno studio dell’ Università di Copenhagen a mettere in luce un profondo pregiudizio di genere nella letteratura. Emerge che «le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di essere descritte dai loro attributi fisici: belle e sexy sono i due principali aggettivi usati. Gli uomini, invece, sono più comunemente descritti dalle loro azioni e dai loro atteggiamenti: giusti, razionali e coraggiosi sono i più comuni».
Ma le donne scrittrici sono sempre esistite. «Non sono state prettamente escluse: hanno pubblicato e raggiunto grandi successi per il loro tempo e i posteri. Pensiamo alla poetessa Saffo, a Gaspara Stampa, a Cristina Trivulzio di Belgiojoso o a molte altre. La loro esclusione è avvenuta più che altro a livello di percezione sociale. Purtroppo, a causa dell’influenza della società patriarcale nel mondo dell’istruzione scolastica le donne scrittrici sono state dimenticate. Infatti, nei programmi di elementari, medie e superiori, quasi non compaiono e nelle antologie troviamo solo qualche paginetta dedicata alla loro biografia».
È dunque il momento di recuperare la voce femminile in ambito letterario, e questo significa «normalizzare il ruolo della donna senza che esso si debba adattare a dei predeterminati ruoli di genere imposti dalla società patriarcale».
Un obiettivo caro a Women Plot, l’organizzazione fondata da Erica tra il 2020 e i primi mesi del 2021 che ha lo scopo di «ridurre il divario di genere nel mondo dell’editoria, amplificando voci di scrittrici passate ed emergenti». Un progetto che nasce dall’esperienza di Erica non solo come scrittrice, ma anche come professionista e consulente nell’ambito della trasformazione e innovazione digitale. Grazie al suo punto di vista internazionale, Erica ha notato che in tutto il mondo si sta assistendo ad un ritorno ai libri. Ma «l’editoria in Italia è un settore “vecchio” e polveroso, in cui si fa ciò che è sempre stato fatto». Women Plot invece vuole portare un cambiamento e «democratizzare il consumo del prodotto editoriale per renderlo accessibile a chiunque, trasformando l’esperienza da individuale a collettiva».
Una sorta di Netflix dei libri. «Idealmente, chi vuole acquistare un libro, consapevole delle discriminazioni presenti nel settore editoriale, potrà trovare nel nostro sito tutti i libri scritti da donne, pubblicati in self o da case editrici, in tutto il mondo. Vogliamo accorciare le distanze fisiche così come solo un libro sa fare: portando lontano chi legge, in un mondo dove tutto è possibile». Ad oggi, «il marketplace di Women Plot include titoli di oltre settanta case editrici che collaborano per difendere temi che ci stanno a cuore e per supportarci a vicenda. Per noi, la competizione non è né positiva, né sana. È l’unione che fa la forza».
Women Plot è quindi molto più di una casa editrice. «Grazie agli eventi che organizziamo e alle attività sulle piattaforme social, lavoriamo per fare informazione e creare una vera e propria community che condivida i nostri stessi valori e che si impegni per un cambiamento positivo verso l’eliminazione delle disuguaglianze di genere».
Un progetto digitale, che oltre a Instagram, usa anche il proprio podcast sia per intervistare le scrittrici, sia per parlare di temi di attualità, recensioni di libri e molto altro. Ma senza trascurare gli eventi dal vivo. Vengono infatti organizzati dei favolosi reading retreats, delle vere esperienze a 360 gradi. «Si tratta di weekend in una cascina immersa nella natura dove ci si può ritagliare il tempo per leggere senza pause o distrazioni e condividere pensieri con altre persone appassionate». Mentre nei book swaps la cosa speciale è che «ogni partecipante deve scegliere un libro che gli ha lasciato un messaggio e scambiarlo con quello di un’altra persona. Un mezzo di connessione potentissimo».
Come è potentissimo l’impatto che ha avuto questo progetto sulla vita di Erica. «Women Plot mi ha ricordato, ancora una volta, che i fallimenti e i momenti difficili, come il tumore che ho dovuto rimuovere poco prima della nascita di Women Plot, possono essere la genesi di qualcosa di stupendo. Mi ha permesso di trovare la mia stessa voce nell’amplificare quelle altrui e stringere connessioni con persone incredibili di cui sarò sempre grata. La nostra mission è proprio questa: il salto dall’individuo alla collettività. Non siamo mai sol*». Ed è anche da questa consapevolezza che sono nati il saggio di Erica 25%: Una donna su quattro (2021) e il suo speech per TedxRovigo, che gettano luce su un fenomeno troppo spesso oggetto di tabù, eppure dolorosamente condiviso da tantissime donne: l’aborto spontaneo.
Ma la leadership che porta avanti Women Plot fa della vulnerabilità la sua vera forza, come dimostra Erica nel suo podcast personale Embracing failure. «Trovo che la condivisione della vulnerabilità sia indispensabile. In Women Plot la gentilezza verso il prossimo è un valore cardine. Diamo priorità alla salute mentale, non ci sono orari fissi per lavorare dalle 9 alle 18 e si rispettano gli impegni familiari e privati che vengono al primo posto».
Avviare questo progetto deve aver richiesto un grande coraggio. La più grande difficoltà per Erica è stata proprio cominciare a far esistere Women Plot al di fuori della sua testa, «ammetterlo ad alta voce», e vedere quale fosse il riscontro altrui. Tutto il resto delle difficoltà imprenditoriali, che è normale che esistano, sono controbilanciate anche dai successi ottenuti: migliaia di libri venduti, centinaia di partecipanti agli eventi, decine di case editrici che collaborano e innumerevoli apparizioni su testate di ogni tipo, da Roba da Donne al Il Sole 24 Ore o Vanity Fair.
Per il 2022, tanti nuovi obiettivi da raggiungere. «Quest’anno ambiamo ad accogliere oltre mille case editrici sul nostro marketplace, per un totale di ventimila libri. Inoltre, pubblicheremo dei saggi inclusivi. Per esempio, su cosa significhi essere una donna nera in Italia nel 2022 e sui corpi non conformi e la loro percezione nel nostro Paese. Le due scrittrici sono giovanissime e di grande talento, siamo estremamente contente di investire nelle loro capacità». Continueranno inoltre gli eventi, tra cui gruppi di lettura virtuali, book swaps e reading retreats.
E ognuno di noi, nella vita di tutti i giorni, come può fare la differenza nell’amplificare la voce delle donne? «Non importa se leggete un solo libro all’anno o cinquantasette, scegliete con cura dove acquistare. Viviamo in una società capitalista dove (purtroppo) le maggiori decisioni le prendiamo con come scegliamo di investire i nostri soldi. Comprate i vostri libri in librerie indipendenti, da piccole case editrici, nel vostro paesino rispetto al centro commerciale o Amazon. Scegliete l’imprenditoria femminile, quella POC, quella LGBTQ+, quella disabile. Non dimenticatevi di nessun*».
È questo il messaggio finale di Erica Isotta, che con Women Plot ci ispira profondamente a portare il nostro cambiamento nel mondo. All’insegna della comunità, della condivisione e della vulnerabilità, che si può trasformare in forza. Per amplificare non solo la voce delle donne, ma quella di ogni essere umano, nella sua unicità. Come solo tanti cuori uniti intorno ai libri riescono a fare.