Tra le innumerevoli conseguenze che il Covid ha generato sono immediatamente evidenti quelle sull’ambiente, sulla sanità e sull’educazione. Altre dinamiche generate dal binomio pandemia e web ci sfuggono, pur essendo costantemente sotto i nostri occhi. Pandemia e web dimostrano di essere i protagonisti di una rivoluzione sociale, dai risvolti tanto incoraggianti quanto allarmanti.
Web e pandemia: l’utilizzo dello smartphone
Silenziosa e inclemente, sullo schermo del mio smartphone all’improvviso luccica la notifica del tempo di utilizzo del telefono.
Questa funzione consente di visualizzare diversi report, ma anche di impostare regole e limiti sul tempo che si trascorre sulle app e nelle altre attività digitali cui si accede con smartphone.
Si tratta di una funzione utile a porre dei limiti all’utilizzo dello smartphone, come quello dei giochi da parte di bambini. Ma questa funzione può essere utile anche per aumentare la produttività degli adulti, ponendo un freno alle distrazioni rappresentate dall’attività social.
Insomma, l’avviso sul display mi informa che il tempo trascorso con il cellulare in mano anche stavolta è superiore rispetto alla norma settimanale.
Praticamente, come un amico coscienzioso, mentre provvede a intrattenere la mia noia, il telefonino non manca di ricordarmi quanto tempo ho trascorso bighellonando col telefonino.
Mentre mi rammarico per la ramanzina digitale appena ricevuta, mi chiedo se sono la sola ad aver ceduto al tedioso abuso di connessione. Scopro così che il mio vizio è tutt’altro che banale, e che esso anzi è in perfetta sintonia con il trend attuale.
Nuovi consumi digitali: la ricerca su web e pandemia
Secondo una recentissima indagine della società di ricerca statunitense ComScore, che ha esaminato le abitudini nella fruizione di Internet dal 2019 a oggi, c’è stato un enorme incremento dell’utilizzo della rete. Un fenomeno evidentemente associato alla pandemia.
Dall’analisi del rapporto tra pandemia e web si evince distintamente come i picchi di utilizzo di smartphone e internet abbiano coinciso con le fasi più difficili di questo periodo. E’ il caso per esempio dei periodi di confinamento o quelli dell’inasprimento delle cosiddette “ondate”.
Nuovi consumi digitali: con la tecnologia “utile” ci guadagnano gli adulti
Appurato l’aumento dei consumi di internet, la ricerca espone le rilevazioni in merito ai contenuti, con risultati interessanti relativamente alle fasce d’età degli utenti. Nello specifico, tra gli adulti spiccano le ricerche sulle politiche governative, subito seguite da educazione e salute. La pandemia sembra quindi aver incoraggiato nella popolazione più matura una fruizione di internet di pubblica utilità.
Per quanto riguarda le app, le soluzioni di videoconferenza risultano aver avuto un boom nel primo periodo di pandemia. In un secondo momento, invece, è stata l’esplosione della app IO realizzata dal Dipartimento per la trasformazione digitale a registrare l’impennata. Un grosso sostegno digitale per i lavoratori. Ma anche un incoraggiamento ad avvicinare da remoto alla Pubblica Amministrazione per quella fascia di età che la rapida evoluzione digitale rischiava di lasciare fuori dai giochi.
Pandemia e web: il rischio per i giovani
L’indagine presenta risvolti totalmente differenti quando si rivolge ai ragazzi, che tra l’altro sono statisticamente i maggiori utenti di internet. I giovani, infatti, esattamente come prima fruiscono principalmente di social network, avendo però pericolosamente aumentato il tempo trascorso in queste piazze virtuali. Lungi dallo stupire, la cosa è tutt’altro che banale, visti i possibili esiti nefasti di questa cattiva abitudine.
Quando infatti l’utilizzo di smartphone e social network si fa intensivo e diventa ossessivo si può effettivamente parlare di un vero e proprio disturbo. L’ Internet addiction disorder indica la dipendenza da Internet. Questa patologia è caratterizzata dalla difficoltà nel controllare gli impulsi che portano a fare un uso smodato e patologico di computer, tablet o cellulari dotati di connessione alla rete.
In breve: quando non si è connessi si rischiano attacchi d’ansia, depressione e sintomi d’astinenza.
Chi ci guadagna davvero sui nuovi consumi digitali?
Tornando all’indagine su pandemia e web, l’enorme frequentazione dei social network, anche quando non giunge alla patologia, ha altri risvolti economici, anche in questo caso poco banali. Basti considerare che le prime 10 app per penetrazione sul mercato italiano sono tutte di proprietà di Facebook, Google e Amazon.
Tornando al mio sfruttatissimo smartphone, conscia ora delle possibili conseguenze sulla mia salute e dei risvolti economici dei miei consumi digitali, mi riprometto anch’ io di utilizzarlo un po’ meno. E aggiungo l’impegno alla lista dei buoni propositi che si stila di prassi ogni anno in questo periodo.
Irene Tartaglia